Capitolo 20

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Armie, Armie, Armie. Per me non esisteva altro, nessun altro nome, solo il suo che mi rimbombava nella testa. Mi sentivo come un alcolizzato, ma non nel senso che dipendevo dall'alcol nel senso che dipendevo da lui. L'avevo visto un paio di volte dopo quell'evento ma sembrava impossibile trovare del tempo libero solo per noi due. In questo periodo ero davvero impegnato con il lavoro, dovevo mandare provini, partecipare a eventi e a interviste mentre lui era occupato a badare alla sua famiglia e a recitare. Perciò, nonostante gli sforzi ci vedevamo soltanto a vari carpet. Niente più baci, niente piú contatto. Sembrava come se mi stessero togliendo il respiro. Ogni giorno era un agonia, sapevo in fondo che forse non ci sarebbe più stato un momento di intimità come l'ultima volta e che forse era giusto così perchè il destino lo voleva. Ma c'era sempre quella parte di me a cui non poteva importare niente se il mondo voleva metterci i bastoni fra le ruote perchè io lo volevo a tutti i costi. In questo periodo mi aveva mandato qualche messaggio, ma diciamo che erano tutte cose riguardante il lavoro o stupide gif che mi mandava quando faceva la pausa. Non capivo se a lui mancavo quanto a me mancava lui. Forse ero solo io che mi sentivo come se mi avessero portato via una parte del corpo. Forse ero solo io che non riuscivo a smettere di sperare che ci sarebbe stato un' altra occasione di rivederci. E forse ero solo io che soffrivo. E sono sicuro che la maggior parte delle persone non capiranno perchè io mi senta così, in fin dei conti tra me e lui non c'era niente , non stavamo insieme e non eravamo amanti, perchè non mi era mai piaciuto definirci così. Forse non c'era un modo per definirci e in fondo non volevo che quello che c'era tra noi venisse affiliata a un etichetta. E sono certo che io non potevo decidere per Armie, non avrei mai potuto obbligarlo a scegliere me perchè sapevo che lui avrebbe scelto la sua famiglia che sarebbe sempre venuta prima di tutto, anche della sua felicità. E sapevo che aveva dannatamente ragione e se fossi stato nei suoi panni avrei fatto lo stesso. Come poteva scegliere un futuro incerto con un ragazzino se poteva scegliere di poter avere un futuro sicuro con sua moglie?
Tutti questi pensieri vennero interrotti da una telefonata: era mia mamma.
N: Tesoro, come sta il mio piccolo?
T: bene, era da un po' che non chiamavi. Come sta papà?
Mia mamma, Nicole Flender è una persona d'oro, simpatica e premurosa. La tipica mamma che tutti desiderano e mi reputo fortunato ad averla al mio fianco.
N: Bene, al momento è fuori e io e tua sorella siamo qui ad aspettarlo.
Sentì la voce di mia sorella che mi salutava.
N: Vuole parlarti.
T: beh mamma passamela allora.
N: ciao tesoro, divertiti.
P: Timmmm!!!! Come stai?!
Disse con voce energica.
T: diciamo bene.
P: problemi di cuore?
Era così perspicace, forse c'era una specie di connessione tra di noi. Lei era l'unica della famiglia a sapere delle mia cotta per Armie.
T: centrato in pieno. 100 punti.
P: penso di avere un super potere. Comunque non ti preoccupare vedrai che la situazione migliorerà.
T: Mi manchi Pauline e anche mamma e papá.
P: Manchi anche a noi, peró almeno ora che non ci sei quando mi fermo da loro ho tutta la stanza mia!
T: Sai propio come rovinare un bel momento!
Incominciammo a ridere.
P: beh, è una cosa di famiglia.
Aveva totalmente ragione. Eravamo esperti nel rovinare i bei momenti.
T: non hai torto, ma questo non ti giustifica!
Ladra di camere! E non toccare i miei cd dei Queen!
P: giurin giurello, ma il tuo letto lo prendo io!
T: non ci provare!
P: tanto, che vuoi fare, prenderti il letto dal telefono? Ammettilo, non puoi fare niente!
T: giuro che quando torno te la faccio vedere!

La verità è che mi piaci troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora