Segreti

73 4 6
                                    

Un efferato omicidio premeditato, accompagnato da un urlo di dolore, aveva sconvolto la tranquillità di quel luogo sacro.
Con un violento scatto Zamasu estrasse la sua lama di ki lasciando che il corpo di colui che doveva essere il suo amato maestro, ormai privo di vita, toccasse il suolo con irruenza.
Quando si accertò che la sua vittima non stesse più dando segnali di vita, sorrise soddisfatto: si avvicinò al suo volto e afferrò i due orecchini verdi, indossandoli a sua volta. Finalmente era a due passi dalla realizzazione del suo piano contro i mortali: non gli restava altro da fare che abbandonare il luogo dove era cresciuto e aveva maturato le sue intenzioni...


Tuttavia per qualche minuto rimase immobile, osservando il cadavere e portandosi una mano sul cuore.


... Era pentimento quello che stava provando?
No, gli sembrò impossibile. Non poteva essere pentito di ciò che aveva appena compiuto: sapeva che aveva agito nel giusto e che da quel punto non si poteva più tornare indietro.
Eppure... tutto ciò non riusciva a spiegare quel senso di pesantezza e inquietudine che stava avvertendo all'altezza del petto.
Il suo sguardo si posò inavvertitamente sulla chiazza di sangue che dal corpo, ormai inerme, si stava propagando lungo il pavimento della residenza.


Dannazione. Ora mi tocca anche pulire queste tracce così ignobili...


In realtà quell'ultimo termine, "ignobili", non fece altro che allargare quella terribile sensazione che aveva appena iniziato a percepire e, con il trascorrere dei minuti, il giovane iniziò anche ad intuire il perché.
Non si potevano cancellare con un semplice gesto anni, secoli, quasi millenni di servizio presso un Kaiōshin, nonostante la differenza di idee che da sempre aveva avuto nei suoi confronti. In quei pochi secondi non si poteva eliminare del tutto l'affetto e il rispetto che aveva provato verso l'anziano... Erano sentimenti genuini, un amore che poteva durare per sempre e che, solo in quell'attimo, non era stato così forte da farlo desistere dal compiere quell'efferato gesto.
Era come se il giovane avesse preso in mano una gomma per tentare di eliminare ogni traccia lasciata dall'inchiostro su un pezzo di carta: sarebbe stato impossibile. Così come sarebbe stato ugualmente impossibile cercare di fermare quell'unica lacrima che gli era sfuggita dall'occhio e che, ora, stava scorrendo sulla sua guancia.


Un macigno al cuore. L'unico simbolo della fragilità di quella maschera da assassino che aveva indossato. Da allora avrebbe dovuto iniziare a conviverci, senza mostrarla mai all'Universo intero. Sarebbe stato il suo piccolo segreto, quello di cui nessuno al mondo doveva venire a conoscenza... nemmeno le sue controparti. Lo avrebbe portato con sé, nelle profondità della sua anima dove nessuno l'avrebbe mai visto, nemmeno sé stesso.
Voltò le spalle, cercando di allontanarsi da quel luogo senza guardarsi indietro.
Era certo che, quando avrebbe utilizzato le Super Sfere per ottenere un nuovo corpo, tutto quello che era accaduto... anzi, il suo intero passato sarebbe stato solo un brutto ricordo.


Non sai quanto mi dispiace, Gowasu. Spero che tu possa comprendermi: il tuo assassinio è stato un sacrificio necessario.
Comunque, sappi che questo non sarà un addio. Ci rivedremo all'inferno.

A tale of starsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora