I'm sorry

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"Avevi promesso." Ti sta guardando, probabilmente i suoi occhi chiari vorrebbero perdersi nei tuoi color nocciola, forse per trovare un indizio che ciò di cui ti sta accusando non sia in realtà vero, ma tu non riesci a trovare il coraggio di guardarla a tua volta. Il pavimento sembra all'improvviso molto più interessante di qualsiasi altra cosa all'interno della stanza e lei sta odiando questa cosa, perché conosce perfettamente il linguaggio del tuo corpo. Non la stai guardando perché ha ragione.

Fa bene ad accusarti.

Avevi promesso.

Sapevi che non avresti mai dovuto promettere. Ricaderci ti sembra sempre la via più semplice, anche se di semplice in realtà non ha nulla.

Ma purtroppo non puoi spiegare tutto ciò alla tua ragazza, non ti ascolterebbe, non di nuovo. Tutti la considerano innocente, pura e sempre allegra, una ragazza che mai ferirebbe qualcuno; ma tu sai perfettamente che potrebbe andarsene da un momento all'altro, pienamente consapevole che facendo ciò ti distruggerebbe.

La parte peggiore in tutto ciò è che non le potresti nemmeno dar contro, perché ha ragione, ed è rimasta anche troppo. È rimasta molto più tempo di qualunque altra persona e ti ha sempre aiutata il più possibile ad affrontare i tuoi demoni.

"Santana." Scuoti la testa non appena senti il tuo nome, nonostante ciò alzi ugualmente la testa e i tuoi occhi incrociano i suoi.

Delusione.

Rabbia.

Stanchezza.

Chiudi lentamente gli occhi non appena nei suoi leggi queste emozioni.

"Non hai niente da dirmi?" La sua voce è fredda, si tratta di un tono che mai aveva riservato a te e tutto ciò ti spaventa, ma hai sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato, nessuno vuole veramente passare la propria vita cercando di sconfiggere i demoni di qualcun altro.

"Cosa posso dirti? Mi scuserei, ma so perfettamente quanto tu odi le mie scuse in questi casi. Non posso darti alcuna spiegazione sul perché sia successo-" Cerchi di continuare il tuo discorso ma senti la ragazza sospirare; i tuoi occhi si erano allontanati dalla sua figura e stavi guardando il muro dietro di lei.

"È successo qualcosa? Qualcuno ti ha detto qualcosa?" Questa volta è tuo il turno di sospirare, non capirà mai e tu questo lo sai.

"Brittany. Non c'è sempre una ragione. Se succede non significa che io sia andata incontro a chissà quale altra tragedia, non significa che qualcuno mi abbia fatto del male o mi abbia trattata male. Potrebbe essermi caduto un bicchiere, una penna oppure potrei non aver trovato il mio quaderno preferito prima di andare a scuola e aver avuto una crisi. Non serve necessariamente che qualcosa accada. Potrei essere sul divano tranquilla a guardare il mio programma preferito ed improvvisamente sentire come se tutto fosse in bianco e nero, come se ogni luce presente attorno a me fosse sparita ed io fossi stata catapultata in un mondo in cui tutto è nero, un mondo che non ha alcuna via d'uscita." Le parole ti escono dalla bocca una dietro l'altra e gli occhi blu oceano di Brittany ti guardano e ti accorgi che la ragazza è rimasta senza parole, ritieni strano tutto ciò perché avete avuto questa conversazione più volte e quindi la guardi confusa.

"È solo che...ne abbiamo parlato un'infinità di volte ma ancora non capisco."  Senti la necessità di alzare gli occhi al cielo ma non lo fai, non è colpa sua, nessuno capirebbe, nessuno ha mai capito. Non sai nemmeno come farle capire tutto ciò quando nemmeno tu sai come spiegarlo.

"Cosa non capisci?" Chiedi ormai esausta, in questo momento vorresti solamente poterti mettere a letto, chiudere gli occhi e dimenticare tutto. Ma non puoi.

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