L'amore ha il tuo nome. Capitolo 77

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Montmartre, 24 dicembre.

Dalila.

Sono scappata. Lo so che il mio comportamento può attribuirsi a una vigliacca, ma la realtà è un'altra. Mi dispiace averlo ferito e la sua espressione delusa mi ha devastato l'anima ma giuro per me questo è davvero troppo e mi fa rabbia il fatto che lui non lo capisca. I polmoni mi bruciano per la corsa e per l'aria fredda che respiro, mi guardo intorno, tutto è innevato, candido anche al buio della notte. Ansimando poggio le mani sulle ginocchia per riposarmi e riprendere un respiro regolare per cercare di calmare il trotto del mio cuore. Un cuore messo a dura prova sin dal mio primo giorno di vita. Una vita che non ho scelto io ma che mi ha reso quella che sono oggi, una donna forte che nessuno può ferire tranne lui. Alex, con il semplice desiderio di voler partecipare alla cena della Vigilia di Natale con tutta la sua famiglia mi ha scatenato così tanti sentimenti da sentirmi soffocare. In un solo momento mi sono passati per la mente tutti i Natale di tristezza nel mio lettino sgangherato infilata sotto le coperte con i miei incubi, senza mai ricevere un regalo da qualcuno che mi volesse bene o un abbraccio e un augurio da un parente. Tutto quello che ho sempre desiderato e represso negli anni adesso mi viene offerto da Alex ed io non sono riuscita a sopportarlo. Mi sento male al solo pensiero. Lacrime calde mi rigano il volto contrastando il freddo dell'inverno e in un impeto di rabbia inveisco contro la donna che mi ha generato <<ovunque ti trovi, che tu sia maledetta>> e tutto il dolore trattenuto negli anni esplode violento fino a squassarmi il petto e nello stesso tempo maledico me stessa per averlo ricordato e come se volessi scacciarlo, con forza batto un piede sulla neve. Improvvisamente vedo formarsi una crepa sotto ai mie piedi che si allarga a macchia d'olio con un suono appena udibile. Mi rendo conto di essere su una lastra di ghiaccio e resto immobile e impaurita sussurro <<Alex>> per lo sciocco timore che la mia voce possa peggiorare la situazione. Con gli occhi cerco una via di fuga e la parte dietro di me sembra non aver subito danni e faccio un passo indietro. Vedo delle ombre volare veloci verso di me e spalanco gli occhi. Ho dimenticato di prendere le medicine. Tutta colpa di Alex! Il freddo mi attanaglia le membra e mi congela il cervello. Non riesco più a pensare adesso conosco la vera paura e tutto diventa buio.

Alex.

Ho tenuto Dalila lontano da casa per tutto il giorno facendole visitare Parigi e le ho garantito che pur vivendo nel palazzo di Albert, noi avremo il nostro spazio e la nostra vita e non saremo costretti a condividerlo con i miei parenti. Tranne nelle convocazioni e nei giorni di festa come questa, la cena di Natale ma lei non è stata per nulla contenta di partecipare a questa riunione di famiglia. Ha indietreggiato urlandomi <<tu non mi capisci>> ed è scappata dalla camera dicendo di aver bisogno d'aria. Invece io la capisco ed per questo che voglio darle tutto ciò che nella vita ha desiderato e principalmente vorrei che si integrasse in famiglia e ne ricevesse l'amore. In questo momento percepisco i suoi sentimenti, sono contrastanti ma quello che prevale tra tutti è la paura. Lei è terrorizzata, ha bisogno di me! Mi avvio verso l'uscita di casa e incontro Matteo <<dove stai andando?>> mi domanda mentre si toglie il cappotto. <<A cercare Dalila>> rispondo mentre mi porto una mano al petto per trattenere una fitta di dolore che mi parte dal cuore. <<L'ho vista correre nel giardino diretta al nord>> mi avvisa Matteo mentre il mio dolore diventa intenso e mi mancano le forze. Cado sulle ginocchia ansimando e soffrendo come se mi stessero strappando il cuore dal petto. Matteo si inginocchia al mio fianco e scuotendomi per le spalle <<che ti prende?>> mi domanda seriamente preoccupato. Lo afferro mettendogli una mano dietro al collo dicendogli <<Dalila>> nello stesso istante accorre Eric <<maledizione! Lo sento pure io>> poi si porta una mano al petto <<si sta intensificando>>. Un urlo di dolore mi sorge dal petto e Matteo disperato quanto me schizza fuori da casa. Eric lo segue lasciandomi agonizzante e paralizzato dalla sofferenza, ma il mio cervello ancora funziona e continua a ripetermi <<Dalila>>. Faccio appello a tutta la forza rimastami e come una furia schizzo nel giardino diretto dal mio amore. Arrivo sul posto prima di Matteo ed Eric e capisco subito cos'è accaduto. C'è un buco sulla lastra di ghiaccio crepata e senza perdere tempo mi tuffo. L'acqua del lago è ghiacciata ed è talmente buio che anche la mia vista da Vampiro fa fatica a vedere. Non sento il suo battito, ne tantomeno il suo odore e mi guardo intorno con occhi disperati. La corrente del lago congelato mi tira verso il fondo ed io mi lascio risucchiare perché lei sicuramente è diretta verso il fondo. Nuoto veloce pregando di trovarla e le mie preghiere sembra che siano esaudite. Dalila punta con la testa verso il fondo ed io veloce la raggiungo. Le afferro un polso e la tiro verso di me. La corrente del lago tende a tirarla nel suo abisso ma io mettendoci tutta la mia forza la abbraccio stringendola in vita e punto verso l'alto. La tengo stretta a me priva di sensi supplicandola di resistere. Il buio non mi aiuta a trovare l'uscita sulle nostre teste c'è solo il ghiaccio ma improvvisamente scorgo il volto di Eric e Matteo che contemporaneamente puntano il suolo ghiacciato con un pugno. Schegge di ghiaccio ci puntano come lame di coltello ed io velocemente mi giro proteggendo lei con il mio corpo lasciando che feriscano solo me. Poi due mani mi afferrano e ci tirano fuori dall'acqua ghiacciata. Matteo afferra Dalila ed io la lascio andare mentre sputo acqua, nel frattempo lo vedo insieme ad Eric che cercano di rianimarla con un massaggio cardiaco. Capisco dal dolore che persiste nel mio petto che non c'è più nulla da fare e mi trascino verso di lei. La tiro tra le mie braccia e accarezzandole il volto congelato disperato e addolorato le dico <<mi dispiace. Sono arrivato tardi! Non avrei mai voluto che andasse così. Perdonami>> e la bacio. Eric mi poggia una mano sulla spalla <<dobbiamo portarla dentro>> annuisco mentre per la prima volta mi colano le lacrime dagli occhi. Eric mi incide un polso e lascia colare il mio sangue nella bocca di Dalila poi la solleva tra le sue braccia e corre verso casa mentre Matteo mi aiuta a sollevarmi poi sorreggendomi seguiamo il mio creatore e il mio amore. Eric adagia il corpo nudo di Dalila nel sarcofago mentre io mi nutro di sangue per riprendermi dal congelamento poi mi distendo al suo fianco e le prendo la mano. Matteo ed Eric versano intorno a noi e su di lei il terreno fresco dei Carpazi ed io chiudo gli occhi iniziando il procedimento di trasformazione. Mi collego con lei tramite il mio sangue e l'ancoro a me, poi rallento il mio battito al minimo e sprofondo nel sonno degli immortali.

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