Capitolo 7

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La mattina del secondo giorno Hanna si trovava già tra le mura dell'ufficio dei Gould, sommersa dai loro libri mastri e dai conti delle attività legali gestite dai fratelli.

Oltre al controllo del porto e la produzione di liquore, di cui la vendita rientrava nell'illegalità, i Gould competevano alla grande gara per la supremazia delle scommesse sulle corse di cavalli, portata avanti dalle bande rivali più influenti di Londra.

Ogni associazione dotata di licenza concessa dal governo era in corsa per accaparrarsi i migliori ippodromi di Londra e dintorni, schierando eserciti di allibratori pronti a stilare i soldi delle personalità più abbienti della città, guadagnandone un profitto non indifferente.

I Gould gestivano l'ippodromo di Sandown, i Burns quello di Ascot, i Dawson quello di Kempton e i Keen quello di Epsom, dove una volta l'anno prendeva luogo il prestigioso e ricco Epsom Derby, al quale partecipava persino Sua Maestà in persona.

Tra le pagine che riportavano le entrate relative alle scommesse dell'ultimo periodo, Hanna scorse un nome familiare, non potendo fare a meno di chiedere, alzò lo sguardo verso James, intento a scrivere qualcosa che lei non riusciva a scorgere << da quando i Gould fanno affari con i Burns?>> chiese Hanna, interrompendo lo scivolare rapido della penna sul foglio.

James alzò i grandi occhi azzurri, ogni volta che posava quello sguardo su di lei, Hanna si sentiva sotto esame costante << non ti hanno insegnato che non bisogna fare troppe domande?>> chiese James con il suo tono profondo e freddo, ma Hanna non si lasciò intimidire << mi hanno insegnato che tra voi Gould e i Burns non scorre buon sangue>>.

James inclinò leggermente la testa, cambiando espressione << perché ti interessa tanto?>> chiese, nel suo modo di fare c'era qualcosa che non convinceva Hanna, sembrava sempre sapere qualcosa in più, sfoggiava l'arroganza tipica di chi sa di essere tre passi avanti al proprio avversario << curiosità, e poi devo assicurarmi che i conti siano giusti, sempre che non desideri problemi con le finanze>> rispose Hanna.

James sembrò accontentarsi della risposta, abbassò nuovamente il suo sguardo su quello che stava scrivendo, siglando velocemente il documento << a volte bisogna raggiungere compromessi per ottenere quello che si vuole>> disse, chiudendo quella che si rivelò essere una lettera.

<< Qualcosa mi fa intendere che voi Gould otteniate sempre quello che volete>> disse Hanna, chiudendo il grande libro dalla copertina rilegata, per poi alzarsi e avvicinarsi alla scrivania di James << lo trovo arrogante detto dalla figlia di Jack Dawson >> rispose James, osservando con cura il lavoro di Hanna << mi ritieni una ragazza viziata dal padre?>> chiese Hanna, incrociando le braccia con fare di sfida.

James accennò un sorriso << assolutamente no>> rispose, Hanna tornò in stato di quiete, ancora non aveva capito a che gioco stesse giocando l'uomo che le stava davanti << non mi sono ancora complimentato per l'ottimo lavoro che hai svolto ieri, non pensavo ci saresti riuscita in un solo pomeriggio.>>

<< Non c'è né bisogno, mi avete assunta per questo>> rispose Hanna, James sembrò pronto a ribattere, ma qualcuno bussò alla porta dell'ufficio in quell'esatto momento.

La porta si spalancò, mostrando l'inaspettato visitatore. Hanna restò per qualche secondo sconcertata, ma le voci dei due uomini la fecero riprendere subito << Johnny! Era ora che ti rifacessi vivo!>> disse James con un sorriso allegro sul volto, accogliendo il vecchio amico.

<< Non potevo stare per troppo tempo lontano dall'aria di Londra!>> rispose l'altro, spostando i piccoli occhi chiari sulla figura silenziosa di Hanna, i due non si presentarono, non c'era alcun bisogno di farlo.

To Let Myself GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora