》Chαpter 19

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Tu sei rimasta una bandita
con il viso angelico,
con le braccia attorno
al mio collo come
il crocefisso del battesimo.
Quando la realtà ha
insanguinato l'incantesimo,
quando lo champagne
era succo di arsenico.

💎

LORENZO'S POV

Sento l'aria fredda schiaffeggiarmi la faccia, infilarsi sotto la felpa.
Mi ricordo appena in tempo degli avvertimenti di Lily e mi rannicchio chiudendo gli occhi per la paura, anche se per il buio che c'è potrei anche tenerli aperti e cambierebbe ben poco.
Subito dopo avverto il mio corpo schiantarsi dolorosamente contro ad una superficie di metallo. Il contraccolpo mi fa mordere la lingua e bestemmio sputando sangue e tossendo mentre cerco di rialzarmi, ma mi gira la testa, non vedo niente e il dolore appanna tutto.
Finché non sento due mani afferrarmi la manica.

"Vieni qua Stecco" sussurra la sua voce.

Alzo la testa a fatica incrociando i suoi occhi verdi smeraldo, sembrano brillare persino nel buio. È seduta con la schiena contro al muro, nel punto dove il buio è quasi assoluto, dato che più in su c'è il cornicione del palazzo a fare ombra.

"Rossa..." sorrido, anche se mi esce più una smorfia.

"Vieni" ripete.

Mi trascino di fianco a lei con un mugolio di dolore, appoggiandomi a mia volta alla parete.

"Stai bene?" le chiedo con un sussurro avvicinando la testa alla sua.

"Più o meno" borbotta, ma il tono dolorante con cui lo dice mi fa intendere il contrario.

Senza pensare le poso una mano sulla guancia iniziando a tracciare i suoi lineamenti. Praticamente alla cieca, perché si vede davvero poco, ma ormai il suo viso è così spesso nei miei pensieri che li so a memoria.
Le passo il pollice lungo il labbro inferiore, sentendolo bagnato, e percepisco una spaccatura.

"Sanguini..." affermo in un sussurro.

Lei non dice niente, sento il suo respiro irregolare infrangersi sul mio collo e sul mio viso. Poi l'incantesimo si spezza, ancora una volta.

"Cazzo, sono saltati" afferma la voce di Michael, mi sembra quasi di cogliere una vaga traccia di preoccupazione.

"Controllate" ordina Logan.

Delle luci appaiono improvvisamente nello spazio davanti a noi, e capisco che stanno usando la torcia del cellulare. Io e lei ci schiacciamo il più possibile contro il muro.
Un fascio di luce arriva a un paio di centimetri dal mio piede, mi immobilizzo trattenendo il fiato.

"Secondo me sono andati capo" sento dire, le luci si spengono.

"Logan, ma... avranno qualcuno no? Qualcuno li verrà a cercare no? Se chiamano la poliz-"

"Nessuno chiamerà nessuno" taglia corto Logan con tono gelido "E se anche fosse? La polizia? Siamo nel quartiere più degradato di Milano, chi vuoi che venga qua?"

Momenti di silenzio.

"Andiamocene" conclude la voce del biondo.

Aspettiamo qualche minuto nel più totale silenzio. Quando finalmente le loro voci scompaiono del tutto, mi volto verso di lei.

"Ce ne andiamo anche noi?" sussurro sorridendo.

"Per me va bene, ma credo non sarà così semplice Ciuffo" fa un gesto vago verso il vuoto.

Sporgo la testa e mi sento mancare. Sotto di noi ci sono più di dieci metri di assoluto niente illuminato a malapena da un unico lampione mal funzionante in fondo al vicolo. Per terra, sull'asfalto, è pieno di vecchie lamiere, assi di legno e altra roba che è stata qua quando sono stati interrotti i lavori nel cantiere.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora