Capitolo 85.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Jamie's pov

Non appena finisco di girare la mia intervista al Graham Norton Show, che andrà in onda domani, mi infilo in macchina e chiamo Dakota, chiedendo all'autista di portarmi a casa. Ho intenzione di fare una doccia veloce e poi portare le bambine a cena fuori. Quando tornerò, poi, dovrò dire ad Amelia della gravidanza di Dakota. Deve saperlo.. è praticamente l'unica che non sa nulla di tutto ciò.

"Pronto?" Risponde, dopo qualche secondo.

"Hey! Ho appena finito." L'informo. "Come va?"

"Tutto bene. Stiamo guardando la tv in questo momento.." Mi dice. Non posso fare a meno di sorridere, adoro il fatto che usi quel 'noi' per riferirsi al nostro bambino, nonostante non si veda ancora nulla. Ha ancora la pancia piatta di una modella.  "Ci sei?" Chiede, dopo qualche secondo.

"Si.. scusa.." Mi passo una mano tra i capelli. "È solo che mi emoziona molto il fatto che già parli di lui.. o lei. È stupido, non so... ma mi piace." Confesso.

"Allora ti dico che noi siamo comodamente stesi sul divano, con una grossa ciotola di popcorn, un plaid sulle gambe e Zeppelin accucciato al nostro fianco." Percepisco il suo sorriso. "Che ne dici?" Chiede.

"Che vorrei essere con voi." Sospiro. Per fortuna tra poco saranno qui a Londra con me, dato che Dakota ha la promozione dei suoi film.. ma non sono molto sollevato al riguardo, anzi, sono molto preoccupato. Una donna incinta ai primi mesi di gravidanza non dovrebbe viaggiare in questo modo, ma non posso forzarla a rimanere chiusa a casa.. È il suo corpo, lei si sente in grado di farlo e non posso impedirglielo. Ma al tempo stesso non posso nemmeno impedire a me stesso di avere un dannato infarto. Almeno sono riuscito ad ottenere qualcosa: l'ho convinta a non andare al Festival di Roma, dopo Londra, e di tornare a casa con me. Questo già mi fa sentire più sollevato. "Mi mancate così tanto..." Aggiungo.

"Anche tu ci manchi tanto." Sospira a sua volta.

"Non vedo l'ora che tu sia qui.. anche se mi fa cagare sotto il pensiero che tu abbia deciso di viaggiare come una trottola nelle tue condizioni." Mi sento mancare all'idea che possa succederle qualcosa.

"Jamie, andrà tutto bene..." Cerca di rassicurarmi. "Ho già rinunciato a Roma perché mi hai fatto venire i sensi di colpa, ma non posso rinunciare anche a Londra. Voglio tenere fede agli impegni che ho preso, si tratta di lavoro... sai come la penso." Dice.

"Infatti, ho accettato per grazia di Dio... davvero! Ma non ti permetterò di seguirmi per gli altri eventi a meno che tu non sia già in quel posto." L'avvento.

"E la teca protettiva di vetro è pronta?" Chiede, prendendomi in giro. "Jamie.. Devi fidarti di me. So quello che faccio, non metterei mai in pericolo il nostro bambino. E proprio tu hai detto che ti fidi molto più del mio istinto che di qualsiasi libro sulla gravidanza." Dice. "Tuo figlio è al sicuro." Aggiunge.

"Lo so. È con te." Rispondo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Nel posto più sicuro del mondo. Non vorrei che fosse da nessun'altra parte."

Damie • The love affair IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora