Cap. 1: Il ragazzo di Baghdad

660 38 1
                                    

Pov's Haru
Un petalo di Hibiscus si posa sul mio naso. Guardo le nuvole che si spostano su nel cielo, libere di andare dove vogliono, di avere la forma che vogliono e decidere le sorti di chi sta sulla terra. Chi può dire a una nuvola di fermarsi? chi può dirle di far piovere o di  celare il sole? Nessuno. Le nuvole sono libere. Anche io voglio essere libero, voglio essere una nuvola.
Lascio che l'acqua lambisca il mio corpo. Il petalo imbarca acqua e va a depositarsi sul fondo. Poi mi volto agilmente e muovo le braccia e le gambe. Ormai non penso più, quando sono in acqua sono come una parte di essa. Non penso a come nuoto, non devo opporre resistenza, l'acqua è una cosa viva, ti basterà aprirti un varco e dileguarti fra i flutti. Lascio scivolare la mano nell'acqua, mi muovo come le leggere onde della piscina, sono una parte di quella goccia di mare, sono come amalgamato ad essa. Anche l'acqua è libera, voglio essere come l'acqua.
Quando esco dall'acqua noto un ragazzo che mi osserva.

Pov's Rin
La merce che il mercante mi propone non è poi così interessante. Certo, sono begli uomini, degli schiavi che chiunque avrebbe voluto, ma non io. Fra pochi giorni io salirò, al trono di Palmira, la perla del deserto, la più bella città di questo mondo. Il re deve avere lo schiavo migliore, proprio per questo un nobile di Baghdad ha deciso di regalarmi uno schiavo. Decido di staccare un momento e lascio che sia Sousuke, Il mio consigliere, a trattare con il mercante. Vago per i viottoli di Baghdad per parecchi minuti, osservando il mondo fuori dalla mia reggia, le persone e ciò che mi circonda, per poi fermarmi davanti ad una piscina. È grande e sfarzosa, potrebbe appartenere ad un ricco proprietario. E poi un ragazzo nuota fra i fiori di Hibiscus. Nuota con me non ho mai visto nessuno, come se l'acqua fosse parte di lui, come se fosse un'onda di quella piscina. Mi guarda con quei suoi occhi color dell'oceano. Rimaniamo così per qualche minuto, poi sento delle urla, tre uomini circondano il ragazzo e lo tirano fuori dall'acqua. Quello si divincola ma non può niente. Poi compare il mercante di prima, li sento discutere, non capisco perfettamente le frasi, sono abbastanza lontano, ma il tono della voce del più ricco mi fa intendere cosa sia successo. Pare che il ragazzo sia entrato nella piscina appartenente al mercante senza averne il permesso. Uno è un uomo ricco, l'altro è uno straccione.  Non mi stupirei se la vicenda finisse con la morte del ragazzo. Non so da dove, e non so perché, ma una rabbia si accende nel mio petto, il pensiero che quel ragazzo non può essere ucciso, e neanche punito. Non capisco perché lo sto facendo, ma mi avvicino e mi faccio notare dal mercante e dai presenti. Mi rendo anche conto che c'è anche Sousuke. "Non mi aveva ancora mostrato questa merce" dico rivolgendomi al mercante. Quello balbetta qualcosa riguardo al fatto che quello non è uno schiavo, bensì un criminale. Intanto un servitore mi ha fatto entrare, risparmiandomi io dover urlare da oltre il cancello che limitava la zona privata. "Credo sia perfetto, voglio lui." Tutti presenti mi guardano straniti, ragazzo compreso. Sousuke mi si avvicina "signore, quello non è uno schiavo, si è infiltrato nei possedimenti del mercante." Mi sussurra ad un orecchio. "Voglio lui" ribatto deciso. Dopo qualche attimo di silenzio il venditore acconsente.

Pov's Haru
Non ero mai stato uno schiavo, ero stato povero, orfano, ma sempre libero. E ora devo sottostare ai voleri di quel principe. È da tanto che l'osservo, è bello, si vede che è ricco, ha gli occhi rossi e i capelli porpora. Il fisico si intravede sotto i leggeri veli che offrono un effetto vedo-non vedo. Quando lo guardo sento una leggera fitta nel torace. Da quando mi ha salvato dal mercante mi ha vestito perbene, come mai avevo neppure sognato, mi ha trattato gentilmente, come mai nessuno aveva fatto. Ora siamo insieme sul carro trainato da dei cammelli. Stiamo seduti accanto, siamo entrambi silenziosi. Poi è lui che rompe il ghiaccio "non ti ho neanche chiesto come ti chiami" volto il capo da un lato "può chiamarmi Haru." Sento che ridacchia. "Non c'è bisogno che sei così formale, io sono il principe Rin, erede al trono di Siria, d'ora in poi tu farai parte del mio harem" Arrossisco visibilmente, cerco inutilmente di non farmi vedere. "Principe" Dico bisbigliando, "perché ha deciso di prendere me fra tanti schiavi migliori?". Nel suo viso si disegna stupore, forse non si aspettava la domanda? Forse era meglio se stavo zitto? "Sei il migliore che ho trovato, e poi... vorrei nuotare con te..." ora sono io stupito, il futuro re vuole nuotare con me? " vedi, ti ho visto nuotare, non ho mai visto qualcuno come te, sei bellissimo, sembri parte nell'acqua, sembri libero."
Arrossisco alle parole del mio nuovo padrone. Lui mi guarda sorridendo, poi improvvisamente appoggia il capo sulle mie cosce, socchiudendo gli occhi con un sorriso stampato sulle labbra. Non so bene cosa fare, quindi rimango a guardarlo come un pesce lesso, cercando però di non sembrare invasivo. Così rimaniamo per il resto del viaggio, lui addormentato sulle mie gambe, e io che guardo da uno squarcio un mondo che non sapevo neanche esistere.

Fine del primo capitolo XD
Spero sia venuto bene, e di non aver fatto troppa confusione dato che non sono mai stata a Baghdad. Non vedevo l'ora di cominciare questa ff, spero vi piaccia

Hibiscus Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora