( Per continuare la presentazione dei personaggi, ecco Daniel Sharman come Ellioth! 🍋 )
Seduta sulla panchina, nella zona più remota del piccolo parco situato dall'altra parte della strada rispetto al locale di Gareth, sorridevo allo schermo del mio cellulare, cercando di ignorare i vocii ed i festeggiamenti che erano in corso sulla via principale.
"Tesoro!" esclamò Ellioth, e nel riascoltare la sua voce, dopo giorni di silenzio, riscoprii un calore nel petto che mi ero dimenticata di riuscire a provare e che ritornava solamente quando parlavo con lui.
"Mi hai fatto preoccupare, Chiara ha detto che non eri con lei. Dove sei stata?" domandò accigliato, ed un fremito mi percorse lungo la schiena.
"Mi ero persa" provai a giustificarmi, abbozzando un sorriso di scuse.
"Quando Chiara mi ha detto che non eri con lei ho temuto il peggio, ti capisco se sei ancora furiosa con me, sono stato davvero un coglione" ammise Ellioth, passandosi le dita sulle guance, tra l'accenno di barba bionda che si ostinava a tagliarla, senza mai, però, raderla del tutto.
"Mi dispiace per aver fatto quella sfuriata quando mi hai detto che non ci saresti stata per Capodanno" sospirò e non potetti far a meno di sorridere, realizzando quanto mi fossero mancate le nostre conversazioni.
"Ormai è acqua passata" lo rassicurai e vidi l'espressione sul suo viso rilassarsi "Cosa stai facendo?"
"Sono con gli altri da Gwen, adesso stiamo per andare nella birreria sotto casa, in fondo, da noi la mezzanotte è scattata già da cinque ore" gongolò, sottolineando il fuso orario che vi era tra gli Stati Uniti d'America e l'Inghilterra.
"Salutami tutti" lo raccomandai, ed Ellioth sorrise, per poi mostrarmi una panoramica della casa di Gwen, invasa dal resto dei nostri amici e colleghi i quali, nell'accorgersi della mia presenza attraverso la videochiamata, alzarono i loro bicchieri, urlando a gran voce il mio nome, piuttosto brilli.
"Mi manchi tanto" bisbigliò Ellioth, ritornando in cucina per poter fuggire da quella confusione "Come procede la vita americana?"
"Sto resistendo solamente per Liv" spiegai, con aria fin troppo melodrammatica, tanto che vidi Ellioth scoppiare a ridere di fronte alla mia reazione.
"Tanto la prossima volta che dovrò tornare qui sarà per il matrimonio di Chiara e Seth, e, ovviamente, ci sarai tu con me" sorrisi raggiante, sollevata al pensiero di averlo al mio fianco in un paese sconosciuto, nel giorno più importante per la mia famiglia.
Ellioth rimase immobile, un sorriso tirato sulle sue labbra sottili mi costrinse a controllare se la connessione era ancora attiva o se ci fosse qualche interferenza.
"Ellioth? Mi riesci a sentire?"
"Sì, sono qui" mi confermò, tossendo per schiarirsi la voce "Poi ne parleremo meglio a voce quando tornerai a Londra, tanto manca ancora qualche mese al matrimonio"
Capì che, di sua spontanea volontà, aveva deciso di declinare quell'argomento e, pur di non rovinarci il Capodanno, decisi di non insistere.
La mia relazione con Ellioth aveva da sempre vissuto sul filo del rasoio, in bilico ad un equilibrio che, effettivamente, non era mai esistito.
Ci eravamo conosciuti all'università, entrambi studenti di medicina, ma dal momento in cui avevamo deciso di prendere specializzazioni diverse, i nostri orari si erano stravolti, e mentre io mi ritrovavo a rimanere ore intere ad eseguire autopsie e resoconti da spedire alla questura, Ellioth, specializzando nel campo della ricerca di nuove terapie, viaggiava per tutta l'Europa anche per intere settimane.
STAI LEGGENDO
Countdown || Noah Centineo
FanfictionÈ la vigilia di Capodanno e Alice non la passerà, come da tradizione, nella sua Inghilterra, ma in America, dove l'autista si trova a destra, e non a sinistra, si guida dalla parte sbagliata della strada e le temperature sono talmente basse da far i...