La pioggia cadeva ormai da ore, una rigida brezza invernale soffiava crudele nelle vie deserte della città, vecchio agglomerato urbano che ospitava l'Unmei private School, antico e prestigioso collegio giapponese. Nel silenzio irreale della notte, una figura si ergeva solitaria di fronte l'enorme cancello di ferro della Unmei: Minoru Yamashita.
Le braccia lungo i fianchi, un enorme sacca verde sulle spalle, gli occhi fissi sull'insegna dell'istituto e la tristezza nel cuore.
Minoru chiuse gli occhi, inspirando la gelida aria invernale.
Sapeva quello che doveva fare, nella sua testa si vedeva avanzare fino al cancello, suonare il campanello, presentarsi e correre nell'imponente struttura scolastica, beandosi del caldo tepore che il dormitorio gli avrebbe regalato.
Lui sapeva esattamente quello che doveva fare, ma non riusciva a muoversi.
Si sentiva svuotato, inanimato, privo di forza. Suonare quel campanello significava dover parlare con la direzione, avere contatti con la gente e questo lui non riusciva a sopportarlo. La sola idea di dover interagire con gli altri gli provocava una fitta di dolore alla testa e una fastidiosa nausea.
Avrebbe preferito di gran lunga un pugno in pieno stomaco.
Eppure doveva muoversi, se fosse rimasto ancora un po' sotto quella pioggia, gli sarebbe venuto sicuramente una polmonite.
Cosa poteva fare?
Con la mente ritornò all'ultima volta che si era sentito così triste e impaurito.
Anche quella notte pioveva.
Minoru, saliva le scale, con passo cadenzato, con movimenti lenti. Anche in quell'occasione sentiva il terrore stringere il suo stomaco in una morsa di dolore. La sua mano tremante si era posata sulla maniglia della porta. Fu un attimo, la porta si spalancò mostrandogli il più agghiacciante degli scenari...
No! Si disse scuotendo energicamente la testa. Non doveva più tornare a quella notte, non doveva più pensare a quella stanza. Cercando di ignorare il dolore, provò ad avanzare verso l'ingresso, ogni passo gli costava enorme fatica.
" Hoy! Chi è là?" una voce alle spalle lo scosse dai suoi pensieri.
Minoru volse lo sguardo alla sua destra e vide accanto a sé tre giovani ragazzi. Tutti indossavano lunghi impermeabili neri con il cappuccio, sul petto l'insegna della scuola.
Sono studenti della Unmei. Pensò.
"Sei zuppo! Tieni, riparati sotto il mio ombrello"
Minoru guardava inebetito quel giovane ragazzo dai capelli ramati che sfoderando un dolce sorriso gli porgeva il suo ombrello.
D'istinto fece un passo indietro, evitando il contatto e con un profondo inchino si affrettò a rispondere:
"Ti ringrazio, ma sto bene così, stavo giusto per entrare!" detto ciò si volse verso il cancello.
Il ragazzo, ignorando le proteste di Minoru, pose l'ombrello sulla sua testa, facendo cessare così la cascata s'acqua che da ore lo bagnava.
"Sciocchezze!" e facendo un cenno ai suoi amici "ragazzi, aiutiamo il nostro nuovo compagno ad entrare nell'istituto".
Appena finì di parlare, i due ragazzi, che fino a quel momento erano rimasti in silenzio, si mossero veloci.
"Hai, Tanaka Sempai."
Quasi senza accorgersene, Minoru si vide trascinare nell'istituto da quei tre strani ragazzi. Appena fu nell'atrio della scuola, un gruppo di studenti circondarono il ragazzo dai capelli ramati, tempestandolo di richieste.

STAI LEGGENDO
Il giardino delle Magnolie
RomanceMinoru Yamashita, persona riservata e timida è affetto da una grave fobia sociale. Sogna di fare il musicista, ma il misterioso suicidio di suo fratello gemello Akihiro lo costringe a prendere un cammino diverso. I genitori, che da sempre nutrivano...