Ognuno di noi nasconde dei segreti nella propria mente. Idee, concetti, parole ancora non dette... delle quali non si possiedono le chiavi per svelarne il loro contenuto. A volte ci è difficile trovare quella giusta per poter comprendere i pensieri di chi ci sta di fronte.
Spesso l'anziano Kaiōshin ci riflette su, ogni volta che il suo sguardo si rivolge verso la figura del suo discepolo.
E se anche lui, in fondo, pensasse a qualcosa che non ha ancora detto e che io non riesco ancora a decifrare?
Da maestro, il suo maggior timore è proprio quello di non riuscire a trovare quella chiave per comprenderlo appieno.
E teme di sbagliare, di arrivare al punto di scontrarsi con lui proprio per parole che non ha ancora ascoltato - o che, per meglio dire, ha fatto passare in secondo piano, bollandole come qualcosa di passeggero e che il suo discepolo, mai più, pronuncerà nel resto della sua vita.
Da alleato, Gowasu ha paura che le chiavi che sta usando per sondare la mente del suo pupillo non possano essere quelle giuste e, anzi, col tempo possano risultare anche abbastanza ingombranti.
Più volte ha cercato di prevedere i suoi sentimenti e le sue reazioni nei confronti dei mortali, per capire se essi lo avrebbero portato, in un vicino o lontano futuro, a compiere azioni indegne di una divinità del loro calibro.
Ma dall'altra parte tutto sembra tacere, mascherato da quel perfetto sorriso senza quelle sfumature negative che, invece, potevano aiutarlo a decifrare le sue reali intenzioni.
Zamasu sembra essere enigmatico anche in questo: di fronte al suo silenzio, forse, bisogna cambiare strategia e usare un grimaldello.
Da amico... anzi, quasi da padre, il vegliardo cerca di provare tutte le chiavi che ha nel suo mazzo per condurre Zamasu su quello che, per lui, sembra essere il percorso giusto. Cerca di non arrendersi di fronte a quella che non vuole considerare come un'evidenza, quella prova che invece farebbe meglio a tenere in considerazione quando deve discutere con il giovane sul perché loro, proprio loro, devono semplicemente supervisionare le azioni dei mortali, senza mai intervenire.
... Perché quello è il compito dell'Hakaishin, giusto?
Ma il Kaiōshin non riesce a comprendere che è proprio quello il punto cruciale della questione: avere un collega che, allo stato attuale delle cose, non sa svolgere con adeguatezza il suo lavoro. Così continua a far finta di niente, a sorvolare su quella questione che, invece, dovrebbe ben tenere in mente: il loro compito è quello di osservare e mai agire, e loro devono continuare su quella strada... senza rendersi conto che, nel frattempo, quei cupi pensieri del suo discepolo stanno creando una voragine, modificando la serratura del suo cuore in modo tale che, ad un tratto, la chiave che sta utilizzando per comprenderlo rischia di non entrarci più.
Perché, si sa. Se non si arriva a conoscere bene una persona a noi cara, si arriva a quel rischio peggiore che possa capitare a qualcuno nella vita: diventare un estraneo.
STAI LEGGENDO
A tale of stars
Fanfiction[Writober 2018] Sulla scia dei prompt offerti quest'anno, un'altra raccolta di brevi storie sui personaggi dell'Universo 10. 1. Invito. [Gowasu, Zamasu - pre Super] 2. Nuvole. [Cus] 3. Insonnia. [Zamasu, Rumsshi] 4. Segreti. [Zamasu (Black)] 5. Futu...