Kaiōshin.
Un titolo prestigioso, al quale possono aspirare solo poche persone nell'Universo. È un compito affascinante ma allo stesso tempo difficile, poiché essere un Dio della Creazione significa avere molte responsabilità e doveri: far nascere nuove forme di vita, cercare di guidarle verso la strada giusta ed essere attenti se le loro azioni possono essere d'intralcio per il resto dell'Universo...
Tuttavia, i Kaiōshin hanno un solo divieto in questo: se i mortali sbagliano, queste divinità hanno l'obbligo di non intervenire al fine della loro totale estinzione. Perché quello è il compito di un'altra entità suprema, l'Hakaishin che, in collaborazione con gli Dei della Creazione, decidono del fato di tutte le persone presenti nell'Universo.
Zamasu aveva studiato ciò nei libri di scuola, nei tempi in cui era un giovane studente sul suo pianeta natale, e ne era rimasto molto colpito. Sapeva che, un giorno, se si sarebbe impegnato fino in fondo... avrebbe avuto l'opportunità di collaborare con un Kaiōshin.
Pensava che, forse, anche quella remota possibilità non sarebbe stata male. Sarebbe diventato un Kaiō di tutto rispetto, e con quella divinità avrebbe collaborato per la pace nell'Universo.
Ma un giorno, mentre era nella sua stanza, il giovane ebbe modo di riflettere sul ruolo degli alberi Kaiju presenti sul loro pianeta natale. I Kaiōshin erano predestinati ad essere tali fin dalla nascita, poiché nati da un frutto dorato... mentre tutti gli altri - lui compreso - erano stati generati da un frutto normale, che non aveva nulla di speciale.
Gli venne da pensare sul compito stesso dei Kaiōshin e, soprattutto, sul reale peso di quel titolo che gravava sulle loro spalle.
Non deve essere facile creare nuove vite, pensare al loro bene, guidarle sulla strada giusta. Se io fossi al loro posto, non so se riuscirei a reggere un peso del genere senza crollare...
Eppure...
Quando, in seguito, venne invitato dal Kaiōshin in persona per diventare il suo apprendista, Zamasu spalancò gli occhi per la gioia.
Un semplice Kaiō come lui, nato da un comunissimo frutto... invitato a ricoprire tale ruolo?
Non riuscì a crederci. Probabilmente quel vegliardo stava perdendo la testa a causa della vecchiaia... oppure qualcosa nel loro regno stava cambiando.
E lui ne fu contento e onorato allo stesso tempo. Giurò di mettercela tutta per essere degno di essere chiamato con quel titolo, un giorno.
Un macigno.
Con il passare del tempo, ambire a quel titolo gli divenne un'ombra di oppressione che, a poco a poco, avvolse il suo cuore puro di divinità. Ogni giorno, la stessa lotta tra ciò che era il dovere e quello che, secondo lui, era il giusto.
Perché aspirare ad essere Kaiōshin se, alla fine, non vi era il potere di far capire a quelle creature con ogni mezzo - compresa la violenza - di smetterla di ripetere gli stessi errori e, dunque, cadere più volte nel peccato?
Quel titolo, per come il suo popolo lo aveva concepito, gli stava pesando fin troppo... a tal punto da fargli prendere quella drastica decisione che presto avrebbe sconvolto l'equilibrio dei dodici Universi.
L'unica divinità degna di questo titolo... sono solo io.
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A tale of stars
Fanfiction[Writober 2018] Sulla scia dei prompt offerti quest'anno, un'altra raccolta di brevi storie sui personaggi dell'Universo 10. 1. Invito. [Gowasu, Zamasu - pre Super] 2. Nuvole. [Cus] 3. Insonnia. [Zamasu, Rumsshi] 4. Segreti. [Zamasu (Black)] 5. Futu...