14 Levitazione

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La panca contro la parete scrostata del casale è vuota. Emilia non è più lì.
Essa, oggi, si trova più in alto: ma non a una delle finestrelle, tutte chiuse, del primo piano; e nemmeno a una di quelle più piccole e senza vetri del granaio. Essa si trova addirittura sopra il cornicione, sopra il tetto.
Emilia, insomma, è sospesa nel cielo. E se ne sta là, senza nessuna ragione, a braccia aperte.
Forse sta così già da molte ore: alta, come una sonda o un'impiccata, contro la nuvolaglia grigia, tra cui trapela - è già quasi sera - un assurdo sereno.
Abbasso, nel cortile del casale, c'è infatti molta folla che guarda in aria, non sapendo cosa dire, cosa fare, straniata e resa pazza dalla novità. Solo il ragazzetto delle ortiche, piccolo parente della santa sospesa sopra il tetto, forse perché bambino e quindi più felice che stupito, ha l'idea di fare qualcosa: e corre verso la torretta della casa colonica, nel cui arco contro cielo, penzola una vecchia campanella, si attacca alla corda e comincia a suonare, a suonare.
A quel suono stridulo e scomposto, la straordinaria scena che si svolge nel casale acquista un significato più umano, e la gente, in qualche modo, sa ritrovare i gesti e le azioni che ci vogliono in quei casi, riconoscendo davanti ai propri occhi l'antica e ben nota presenza di Dio.
Chi resta a guardare in piedi, chi cade in ginocchio, chi tace, chi prega; chi è inebetito e chi commosso fino alle lacrime. La stupefacente presenza di quella piccola figura nera, sospesa sull'orlo del tetto, contro un cielo vertiginoso, pieno delle malinconiche nubi del tramonto listate di luce, è una visione che non riesce a saziare e ad esaurire la folle felicità di cui riempie.
Del resto, bisogna convenirne, essere testimoni di un fatto simile, non è cosa di tutti i giorni. Nessuno potrebbe ora dire che cosa porteranno le ombre, che, come ogni sera, stanno lentamente e severa- mente calando dal cielo.

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