Il mio obiettivo nella vita è quello di dare al mondo ciò che ho avuto la fortuna di ricevere: l'estasi della divina unione attraverso la mia musica e la mia danza.
Michael Jackson
Diciannove anni dopo...
Catanzaro, Italia
• 13 Febbraio 1984 •Di nuovo il mio sonno venne interrotto da quella malefica sveglia. Lentamente, allungai una mano fuori dalle mie calde coperte e cercai tastoni il pulsante per spegnerela. Continuai a sbattacchiare la mano alla cieca sul comodino finché finalmente non trovai il pulsante di spegnimento, schiacciandolo e facendo finire l'agonia di quel suono.
Controvoglia, come sempre, mi alzai dal letto, ed andai lentamente in bagno.
Mi guardai allo specchio.
Avevo i capelli tutti disordinati, gli occhi socchiusi con tutto il trucco sbavato, essendomi dimenticata la sera prima di levarlo, le labbra screpolate ed il mio pigiama era tutto sbrodolato, avrei sicuramente dovuto lavarlo.Per prima cosa mi lavai la faccia, poi mi pettinai e mi cambiai i vestiti, lasciando nel cesto dei panni da lavare il pigiama che avevo utilizzato.
Subito dopo, scesi a fare colazione, aprendo qualche finestra, facendo entrare la luce del Sole, illuminando tutta la stanza. Presi un po' di latte dal frigorifero e il pacco di cereali dalla dispensa.
Mi sedetti al grande tavolo in legno e cominciai a godermi la mia colazione, con un bel sottofondo di canto di uccellini.
Non si sentiva altro che quello; niente macchine, niente rumore, anche perché vivevo in un ranch sperduto nelle campagne. Mi trovavo in provincia di Catanzaro, in Calabria [1*]. Lì erano tutti campi coltivati e io mi ero trasferita là per la tranquillità. Poco lontano dalla casa, avrei tanto voluto costruire una scuderia per tenere una decina di cavalli. Adoravo cavalcare, l'avevo fatto quando ero più piccola, ma con il passare del tempo, non riuscii più a trovare dei momenti liberi per farlo, quindi semplicemente scartai l'idea.
Quell'anno, era il secondo anno che frequentavo un'università incentrata sul business, finanze e managing, distante qualche decina di chilometri da casa mia. Ci impiegavo più o meno quaranta minuti ad arrivarci, per questo mi svegliavo abbastanza presto. Non vivevo con i miei genitori perché qualche anno prima erano stati chiamati, per lavoro, a Los Angeles.
Io non volevo andarci, a tutti sembrò una decisione sbagliata, ma io preferivo stare in Italia perchè il primo anno di università mi aveva davvero presa e non volevo mollare tutto.
Inoltre mi ero fatta degli amici ed ero felice. I miei genitori mi lasciarono un po' controvoglia, ma erano ormai due anni che non si facevano più vedere.
All'inizio chiamavano ogni giorno, poi si ridussero a chiamare si e no una volta alla settimana. Ma, comunque, mi bastava sapere che stavano bene.
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• What If... •
Fiksi Penggemar«What if...» mi sussurrò all'orecchio... what•if 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘥𝘢 [ 𝘊 ] 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐫𝐢𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐨 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐞...