Ora le cose vanno bene... Ho una ragazza, degli amici sinceri e il dolore è quasi totalmente svanito.
Prima che il dolore se ne vada per sempre vorrei raccontare la storia della mia vita, per commemorare le persone che non ci sono più e per far capire a tutti cosa ho passato... Certo a 18 anni uno pensa a godersi la vita, a divertirsi, bere e fumare. A fare l'amore con le ragazze e a ridere con gli amici... Ma non io. Io penso a chi non c'è più e vorrei raccontarvi di loro, delle mie 3 persone speciali e delle poche persone sopravvissute che mi stanno accanto in questo percorso, questa è una premessa...o meglio una promessa.
Vi prometto che vi farò commuovere con la mia storia, vi prometto che vi farò sorridere, che vi farò pensare e spero che vi potrò insegnare anche qualcosa grazie alle mie cicatrici.
"Ogni cicatrice ha una storia, e ogni storia un suo insegnamento, spetta a noi se seguirlo o no".Mi chiamo Mario, ho 18 anni e sono nato al sud, precisamente a Napoli. Mia madre si chiama Simona e mio padre Ferdinando, lui non era italiano ma messicano...Mio padre mi raccontò che alla nascita non piansi, aprì semplicemente gli occhi e lo guardai, poi cominciai a respirare... E che respiri... Piangevo ininterrottamente, senza sosta... Specialmente quando ero in braccio a mio padre... Sarà perché a un essere così piccolo incuteva un certo timore un soldato, e se qualcuno se lo stesse chiedendo mio padre era un mercenario militare al tempo serviva i russi.
La mia nascita è stata semplice diciamo, i problemi arrivarono anni dopo, mio padre per il lavoro che faceva mi vide solo 2 volte, alla nascita e al mio primo compleanno... Poi sparì, non perché non mi voleva, anzi mi adorava ma per colpa del suo lavoro se così si poteva chiamare.
Non so come descrivere la mia infanzia, mia madre si risposò con l'uomo che fino a 6 anni ho chiamato papà, lui mi voleva e tutt'ora mi vuole bene, è mio PADRE a tutti gli effetti, mi stette accanto il primo giorno di scuola, mi insegnò ad andare in bici, mi comprava i regali... Insomma era mio padre a tutti gli effetti, poi un giorno in classe ci diedero una notizia... I nostri padri dovevano venire a scuola a raccontare del loro lavoro, io ne fui felicissimo e la sera lo dissi subito a mio padre, lui fù felice quanto me.
Passò una settimana e arrivò il giorno della presentazione dei padri, ci furono carabinieri, pompieri, cuochi, camerieri, autisti, e ogni sorta di lavoro... Poi toccò a mio padre e mi accorsi di un particolare, io avevo il cognome diverso da mio padre, ero solo un bambino perciò non capivo, e mi sembrava strano e infondo mi vergognavo di questa cosa, non volevo dire nulla (Un evento simile successe quando ero ancora all'asilo, il periodo di natale, arrivò il fantomatico babbo natale, ma mi accorsi di un elastico che reggeva la barba... Per un bambino di appena 4 anni scoprire che babbo natale non esiste è traumatico alla fine)
Ho sempre avuto uno spirito di osservazione molto fine ma quel giorno stetti zitto. Tornai a casa e aspettai la sera, andai da mia madre e mio padre e chiesi spiegazioni "mamma, perché il mio cognome è diverso da quello di papà? Tutti i miei compagni lo hanno uguale". I miei si guardarono e il loro volto diventò serio, non mi dissero nulla, solo di andare a letto... Io obbedii anche perché non ero abituato a insistere, quando è no è no, punto e basta, andai a letto ma le domande restarono.
Passarono 4 mesi e un giorno mia madre mi venne a prendere prima da scuola, era il mese di marzo. Chiesi perché mi venne a prendere prima, e mi rispose solo che gli mancavo e che mi voleva a casa con lei, infondo ne fui contento... Potevo tornare prima a casa alla fine. Arrivati davanti casa non sapevo cosa mi aspettava una volta entrato, mi accorsi solo che mia madre era estremamente seria, ma infondo la capisco, stava per far crescere crescere un bambino... Il suo bambino troppo in fretta. Aprì la porta di casa e nel soggiorno sul divano vidi i miei nonni, i miei zii mio padre e un'altra persona, aveva una divisa militare, era alto e muscoloso, molto più alto di tutti i presenti in quella stanza, erano tutti seri... Troppo seri, insomma i miei nonni e i miei zii abitavano a Napoli perché erano venuti a casa mia, perché mio padre non era a lavoro e sopratutto... Chi era quell'uomo. Mia madre chiuse la porta alle sue spalle, io ero spaventato, mio padre e mio nonno mi vennerò incontro e mi presero in braccio, quell'uomo si avvicinò a me.
Mi guardò attentamente, poi mi prese in braccio e mi abbracciò, stava piangendo... Anche se ne ero spaventato lo abbracciai e gli dissi "signore, perché piangi?" ero un bambino... Un bambino che da lì a poco sarebbe diventato adulto in pochi minuti..., mia madre mi prese e mi fece sedere sul divano e mi cominciò a parlare, mi disse tante cose... Mi spiegò tutto, ogni singola cosa e più andava avanti più mi sentivo strano, ero un bambino... Non capivo tutto ma qualcosa la compresi.
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Una vita fantasticamente disastrosa
General FictionUna biografia di una persona semplice, che ha avuto una vita piena di disastri ma anche di grandi cose, una vita costantemente messa alla prova ma grazie a poche persone è resa davvero speciale. Un piccolo tributo a chi non c'è più e chi nonostante...