"Amare significa non dover mai dire che ti dispiace."
(Erich Segal)
SCENA PRIMA
Un paio d'ore dal tramonto. Un parco frequentato. Una panchina di legno e ferro arrugginito alla quale manca un'asse. Un'aiuola senza fiori con il terriccio scavato dai cani. Un albero imponente con le radici in rilievo. L'aria è umida e odora di pioggia. I marciapiedi sono asciutti. Conversazione tra due ragazzi. Uno con il viso tumefatto e l'altro triste e stanco. Quello abusato è quasi ventitreenne, gli amici lo chiamano V. Il secondo è studente, JUNGKOOK.
JUNGKOOK - Dici qualcosa.
V - Non posso. Mi fa male la mascella.
JUNGKOOK - Non ti ho colpito così forte!
V - Mi hai colpito, ed è già abbastanza.
JUNGKOOK - Te lo sei meritato.
V - E anche se fosse? Non avresti dovuto picchiarmi a prescindere.
JUNGKOOK - Lo dici perché non non ti stavi ascoltando mentre parlavi! Hai sparato un casino di cazzate. Non puoi costruire un palazzo con la sabbia al posto del cemento e poi aspettarti che non crolli al passaggio del terremoto. Non è logico.
V - Non me ne frega nulla! Ti ho detto come mi sento, non deve essere logico e nemmeno razionale.
JUNGKOOK - Ma quello che hai detto non ha alcun senso!
V - Tu hai dato un pugno in faccia al tuo ragazzo e invece di chiedere perdono in ginocchio, ti stai pure difendendo! Per me è questo che non ha senso!
JUNGKOOK - Ti ho colpito e quindi pensi di essere la vittima adesso? Sei tu che hai ferito me per primo! Fai proprio ridere, Hyung. E poi, ragazzo? Non mi sembra proprio che tu lo sia.
V - Io non ti ho mai lasciato, Jungkook.
JUNGKOOK - Ah, giusto! Ci siamo presi una pausa e adesso siamo amici. Ma quanto stupido puoi essere, Hyung? Io e te? Amici? Ma come fai a pensare ad una cosa del genere? A me si forma un abisso nello stomaco.
V - Ma perché per te deve essere sempre tutto bianco o tutto nero? Tutto o niente? Perché non possiamo essere amici adesso? Lo siamo stati per anni! E poi, prima concordi con me e neanche una settimana dopo vieni a prendermi a pugni! La fottuta coerenza!
JUNGKOOK - No! Io non ho mai accettato un bel niente. Tu hai detto che avevi bisogno di spazio, per capire, perché non ti sentivi più te stesso. E mi hai pure chiesto di non piangere, mentre mi dicevi che adesso quando mi guardi non senti più alcun desiderio di baciarmi e che al pensiero di vedermi non ti sudano più le mani dall'eccitazione. E io non ho pianto, anche se mi sembrava di non riuscire più a respirare. Ti ho detto che ti avrei dato tempo. Però non per fare questo. Non per vederti uscire e andare a ballare ogni fine settimana e stare così bene senza di me.
V - E cosa volevi che facessi? Che mi disperassi e mi barricassi in casa? Sii ragionevole Jungkook, il mondo non gira intorno a te.
Jungkook scatta in piedi. Si pianta le unghie nei palmi delle mani. Una coppia di anziani volta il capo per squadrarlo. Un cane abbaia furiosamente. Un ragazzino urla a squarciagola mentre i suoi amici lo fanno rotolare a terra. V alza lo sguardo. Ha i capelli castani sparpagliati sulla fronte e il cappuccio della felpa bianca macchiato di sangue.
JUNGKOOK - Una volta sì, invece.
V - Jungkook, dai. Non fare così.
JUNGKOOK - Non fare così? Io ti ho costruito un intero sistema solare attorno! Ho creato pianeti e persino spento alcune delle mie stelle per lasciarti essere la mia unica fonte di luce. E mi sono piegato su me stesso per diventare un satellite, per poterti seguire ovunque. E adesso tu lo vuoi distruggere con un soffio, con una manciata di parole.
V - Non essere drammatico. Te l'ho già detto, è la situazione in cui siamo adesso che non mi piace, non tu.
JUNGKOOK - E io ti ho già detto che se una persona la vuoi, non te ne dovrebbe fregare nulla della situazione. Se mi vuoi, mi vuoi sempre.
V - Non è così facile.
JUNGKOOK - Cazzo! Avrei dovuto colpirti più forte.
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QUARREL // taekook
Fanfiction"Basta. Non devi dire più che ti dispiace. Non lo dovrai dire mai. Non a me. Non se ami me".