57-Ti fidi di Tyler?

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Il vento gelido di gennaio mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi. Dopo essere stata disturbata da Jennifer, per la mia riflessione fatta ad alta voce, ero andata a ballare insieme ad Ethan che, finalmente, mi aveva notata.
In questo momento mi trovavo per una strada desolata, diretta verso una meta sconosciuta. Non avevo voglia di tornare a casa, ma non volevo neanche restare a quella stupida festa. Avevo portato con me soltanto un giacchetto leggero, i ciuffi di capelli che volavano in continuazione sul mio volto stanco. In quella via non passava veramente nessuno, se non qualche macchina con la musica alta. Dalle case che la costeggiavano non si udiva alcun rumore e le luci erano completamente spente. Il fruscio degli alberi era parecchio inquietante e mi pentii di essere andata in questa zona sconosciuta. Ma i piedi non si fermavano, la testa diceva una cosa e il corpo ne faceva un'altra. Non avevo pensieri, non provavo emozioni. Ero soltanto stanca...ma non fisicamente, stanca di queste giornate monotone. Sempre le solite feste, i soliti invitati, le solite stronzate, i soliti baci e i soliti rompi scatole. Kyle, da quando mi ero trasferita a New York, non aveva fatto altro che organizzare feste su feste, quasi i genitori non esistessero proprio. Jennifer veniva sempre a prendermi in giro, a cercare il pelo nell'uovo per litigare. Ethan, ad ogni cavolo di festa, si ubriacava e trovava una rossa da baciare. Aveva un debole per loro, forse. Isabel che mi guardava costantemente male, Logan che un giorno mi ignorava e l'altro no, Justin che faceva finta di niente e Chloe che sembrava felice. E, questa monotonia, andava avanti da tempo. Tyler, invece, era l'unico a fare ogni giorno una cosa diversa. Era l'unico a farmi provare sempre emozioni nuove,  sia negative che positive. Sentii lo stridere delle ruote di un'auto dietro di me, cosi, istintivamente, mi girai. La macchina si fermò. Incrociai le braccia al petto, e mi concentrai sulla figura che stava aprendo lo sportello. Un ragazzo dalla camicia azzurra e jeans strappati, mi sorrise. No, non lui! 
Justin, con il solito sorriso ammaliante, mi raggiunse a passo felpato.
<<Non è prudente camminare per una strada desolata a quest'ora. Soprattutto per una bella ragazza come te>> avvicinò la mano alla mia guancia, che scansai immediatamente
<<Lasciami in pace, Justin. Non ho voglia di sentire le tue cavolate>> scosse la testa, sempre ridendo.
<<Hai freddo?>> senza neanche aspettare una mia risposta, si slacciò il giacchetto dalla vita e me lo porse <<prendilo, forza>> insistette. Visto che il freddo mi stava distruggendo, misi da parte il mio orgoglio e presi il giacchetto.
<<Vuoi un passaggio a casa? Stai prendendo la direzione sbagliata>> mi fece notare, indicando con un cenno del capo la strada buia dietro di noi.
<<No, grazie. Non voglio tornare a casa>> dissi, per poi continuare a camminare. Sentivo ancora la sua presenza, ma decisi di non fermarmi.
<<Tyler mi ha chiamato dicendo che non rispondi al telefono>> mi avvisò, cosi mi fermai <<Gli ho detto che ti tenevo sott'occhio e che ti avrei accompagnata a casa. Quindi ti conviene tornare qui e mettere da parte l'orgoglio>> presi il cellulare dalla tasca del giacchetto. Avevo lasciato il silenzioso, accorgendomi dei parecchi messaggi persi, anche da parte di mia madre. Mi avrebbe uccisa, ne ero sicura. Quindi, come mi aveva consigliato di fare Justin, tenni a bada il mio orgoglio e tornai nella sua direzione. Senza neanche degnarlo di uno sguardo, salii in auto. Posai la fronte sul finestrino, ma la ritrassi subito perché era troppo freddo. Justin entrò in macchina, accese il motore e partii senza nessun giro di parole. La radio era spenta, e il nostro silenzio cominciava ad essere imbarazzante. Passammo davanti la  casa di Kyle, la gente che andava e veniva e la musica ancora altissima. Non mi capacitai di come il vicinato potesse dormire con tutto questo baccano. Forse erano abituati, sapevano che andarsi a lamentare non avrebbe risolto nulla, soprattutto se si parlava di Kyle.
<<Chloe?>> mi azzardai a chiedere.
<<A casa. La madre è passata a prenderla prima>> annuii. Justin, alla guida, era identico a Tyler. Mascella serrata, occhi ridotti a due fessure, mani ben salde sul volante. Nel fissarlo notai che, nella tasca posteriore dei jeans, aveva un sacchetto ben custodito. Curiosa di sapere di cosa si trattasse, lo presi.
<<Ehi! Non si tocca il culo ai ragazzi già fidanzati!>> esclamò, ridendo. Sbuffai, scuotendo la testa. Sapeva anche lui che quelle non erano le mie intenzioni. Osservai per bene quel piccolo sacchetto, avendo già capito di cosa si trattava.
<<Erba? Seriamente?>> scrollò le spalle, facendo vagare lo sguardo dalla strada al sacchetto che tenevo in mano.
<<Cosa c'è di male?>> chiese.
<<Fa male, Justin!>> lo rimproverai
<<Da quando ti preoccupi per me?>>
<<Non mi sto preoccupando, è solo che...Fa male>>
<<Questo l'hai già detto>> mi fece notare. Sospirai. Posai delicatamente il sacchettino sulle mie gambe, tornando poi a guardare la strada illuminata. Ci stavamo avvicinando alla via in cui abitavo.
<<Non era per me>> ammise, svoltando a destra.
<<E perché ce l'hai tu?>> chiesi, il tono di voce incerto. Scrollò di nuovo le spalle.
<<Serviva ad un mio amico ma, alla fine, non l'ha voluta. Si è presentata anche la sua ragazza e non voleva farsi vedere da lei>> raccontò con svogliatezza.
<<Capisco>> questa sua conferma mi sollevò un pò. Non sopportavo Justin, odiavo quello che stava facendo con Chloe e, soprattutto, da lui mi sarei aspettata di tutto. Ma, sinceramente, mi sarebbe dispiaciuto scoprire una cosa del genere. Fermò l'auto, evidentemente eravamo arrivati. Infatti, girando la testa, vidi casa mia, tutte le luci spente. Spense il motore. Prese il sacchetto dalle mie gambe e lo ripose dentro il cruscotto.
<<Bel nascondiglio>> sussurrai, con un velo di ironia. Ma lui non rispose né commentò quello che avevo detto.
<<Siamo arrivati se non te ne fossi accorta>> indicò con un dito la casa dietro di noi.
Si, me ne ero accorta. Ma non volevo scendere, non volevo andare a dormire e neanche sentire la ramanzina che mi avrebbe sicuramente fatto Tyler. Mia madre stava dormendo, anche perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare al lavoro. Non capivo perché ma il mio corpo non si muoveva, Justin continuava a fissarmi e stranamente non stavamo litigando, come di solito facevamo. Pensavo che accettare il suo passaggio a casa avrebbe portato solo guai, invece non era successo niente ed ero stata bene.
<<Non voglio tornare a casa>> ammisi, muovendo freneticamente le mani.
<<Jess, sono quasi le due>> mi fece notare <<Tyler mi ammazza se non rientri>>
<<Lo chiamo io. Provo a convincerlo>> senza aspettare una sua risposta, estrassi il cellulare e cercai il suo nome nella rubrica. Premetti il tasto per chiamare e aspettai una sua risposta. Dopo tre squilli rispose, la voce stanca ma anche allarmata. Lo feci calmare e gli chiesi se potevo state altro tempo in giro, come se stessi parlando con mia madre.
<<Tua madre non vuole, mi dispiace. Aveva troppo sonno e mi ha chiesto di controllarti>>
<<Tyler, dai! Quante volte avrai disobedito tu a tuo padre?>>
Sospirò, rassegnato.
<<Va bene>> acconsentì <<ma ad una condizione. Vengo anche io>>

Justin aveva deciso di portarci in un luogo da lui spesso frequentato. Pensai si trattasse di un locale o una discoteca, però mi sbagliavo. Ci trovavamo in un parco deserto. Contemporaneamente, ci accomodammo su una panchina, gli occhi puntati nel cielo stellato.
<<Amo le stelle>> dichiarò Justin <<vengo qui quasi tutte le sere per vederle meglio. E poi, essendo desolato, mi da modo di pensare>> Tyler si girò verso di lui, incredulo.
<<Veramente? E da quando?>>
<<Da quando sto con Chloe>>
<<Perché?  La piccoletta ti da del filo da torcere eh!>> Tyler diede una gomitata amichevole al ragazzo che, infastidito, alzò gli occhi al cielo.
<<Dimmi>> continuò Tyler <<com'è a letto?>> muoveva le sopracciglia in modo malizioso. Sbuffai. I ragazzi parlavano sempre e solo di sesso. Perciò decisi di intervenire, incrociando le braccia al petto.
<<Non capisco perché, voi ragazzi, dobbiate mettere sempre in mezzo il sesso in tutti i discorsi>>
<<Perché ci piace>> ipotizzò Justin. 
<<Il sesso può piacere a tutti, non significa però che bisogna sempre parlarne>> ruotai la testa nella loro direzione, mi stavano fissando entrambi.
<<Forse hai ragione>> disse il biondino accanto a me <<ma se a noi piace parlarne, cosa ci possiamo fare scusa?>> alzai le mani in aria, facendo capire che mi ero arresa.
<<Okay, non insisto>>
La conversazione terminò. I miei occhi erano incantati a fissare le stelle, che risplendevano in quella notte buia. Justin, come me, era incantato. Non pensavo che, a uno come lui, potessero piacere il silenzio e le stelle. Era proprio vero il detto "mai giudicare un libro dalla copertina". Cavolo, io odiavo giudicare qualcuno senza conoscerlo realmente. Ma era proprio quello che avevo fatto con Justin. Era menefreghista, stronzo, forse anche un pò cattivo, ma, come tutti, aveva un animo dolce, magari tendeva solo a nasconderlo. Il cellulare di Tyler iniziò a squillare, cosi, scusandosi, si allontanò da noi.
<<Chissà cosa avrá da dirgli Jennifer>> scosse la testa. Corrugai la fronte.
<<Jennifer? L'ha chiamato?>>
<<Adesso>> indicò Tyler con un cenno del capo <<e lui ancora risponde>>
<<Magari la ama ancora. I sentimenti non spariscono da un giorno all'altro>> puntualizzai, anche se mi faceva male dirlo ad alta voce.
<<Tyler non l'ha mai amata, gli piaceva soltanto. Dovresti saperlo che amare e piacere sono due cose diverse>>
<<Infatti lo so>> dissi, rivolgendo di nuovo lo sguardo al cielo.
<<Tyler non ha mai amato una ragazza, sai?>> non risposi, ero a corto di parole. Perché mai avrebbe dovuto dirmi queste cose? <<Ne ha frequentate parecchie, ma nessuna ha mai riempito il suo cuore>> fece una breve paura <<solo una volta è stato in grado di amare. E so anche di chi>>
<<Sei il suo migliore amico, è logico che lo sai>>
<<Vuoi sapere di chi sto parlando?>>
<<Va bene>> scrollai le spalle.
<<Una ragazza bionda. Una stronza dal cuore d'oro. La stessa che ora sta facendo finta di non capire>> il cuore iniziò a battere forte, quasi potesse schizzarmi fuori dal petto.
<<Stai dicendo che...>>
<<Tyler ti ama. L'hanno capito tutti ormai, solo tu sei cieca>>
<<Ma->>
<<Ti fidi di me, Jessica?>> cosa avrei dovuto rispondere?
<<Forse>>
<<Hai ragione, non puoi fidarti. Ma di lui, ti fidi?>>
<<Ovvio>>
<<Bene. Allora credigli quando ti dice che gli piaci. Perché Tyler non è bravo con le parole, ma vuole farti capire in tutti i modi che ti ama. Apri gli occhi>>

SPAZIO AUTRICE
Ehilà!
Vi ringrazio veramente tantissimo per il numero di stelline, questo è un sogno che si avvera😍
Parlando del capitolo...Cosa ne pensate? Tyler ama Jessica, ma sarà in grado di dirglielo in faccia? E Justin sarà sempre cosi dolce?

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora