Nulla è impossibile se ci sei tu.

Capitolo 54

Capitolo 54🌹
Lorenzo e Carmen stanno parlano, non voglio intromettermi. Penso che la prima cosa che ci verrebbe in mente è ciò che è successo l'altro giorno. Biondo è ancora impegnato a parlare con giada e quando mi nota, si avvicina a lei e continua a scherzare.
Nicole: noi andiamo a ballare
Vale: ti ricordo che è il mio fidanzato..
Irama: tranquilla amore, sto con simone
Valentina mi guarda e poi ci sediamo su una panchina.
Vale: sai che non sono felice di essere qui
Io: lo so, va a finire sempre così, ci facciamo mettere i piedi in testa
Vale: come stai?
Io: di merda,con la pancia meglio peró, è come se mi sentissi muovere tutto.
L: Emma, come stai?
Io: meglio, grazie, tu?
L: pensieroso, vieni qui
Io: dimmi..
Vale: ti aspetto qui, tu vai
L: sei stupenda oggi
Io: grazie, al dire il vero non mi sono preparata bene
L: sei bella sempre..
Qualcuno mette un lento e io e Lorenzo in automatico iniziamo a ballare vicini.
Le sue mani sono sui miei fianchi e le mie attorno al suo collo. Sembra andare tutto per il verso giusto finché non vedo biondo con giada, come prima si, solo che adesso sta andando oltre, le sue mani ogni tanto scivolano giù e ha sempre in mano un cocktail diverso.
Io: scusa, devo andare
Sembro una fidanzata gelosa, non ci sarebbe nulla di male, adesso sembrerei una ex gelosa ma comunque devo farlo.
Io: scusa, come ti permetti?
Giada: oh cara, ora non è più tuo
Io: cosa vuol dire?
Giada: che io e biondo ci stiamo sentendo vero?
Sembra tornare serio per un attimo, poi annuisce e la bacia davanti a me come se fosse solo con lei. Sento le lacrime pronte per scendere e decido di andare in bagno.
Mi sento girare la testa e il vomito. Simone, tutta colpa sua, mai una volta che vada tutto per il verso giusto.
Valentina apre la porta e mi fa compagnia finché non finisco di vomitare.
Io: vale, forse è meglio se quello stronzo abbia la sua rivincita.
La musica è completante cambiata, ora tutti ballano cose a caso e Lorenzo è seduto, è chiaro che mi sta aspettando. Gli prendo la mano e lo metto in pista. Mi avvicino a Simone, non troppo, giusto 2 metri per fargli vedere bene il dolore che ho provato io prima.
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