CAPITOLO 12

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Cosa dovevo fare ? Non potevo stare ancora male per lui.
Il mio cuore batteva all'impazzata, dovevo dargli una risposta, dovevo scegliere tra me e lui.
Sospirai, sapevo cosa fare.
"Non è un problema che mi riguarda Daniel, ti ho detto esplicitamente che non ti volevo più vedere"
Il mio cuore perse un pezzetto di se mentre pronunciavo quelle parole, ma dovevo. Dovevo scegliere me.
Lui chiuse gli occhi. Quando li riaprì li aveva pieni di rabbia e frustrazione.
Pronuncio quelle parole a voce molto bassa.
"Vattene Alyce" rimasi di sasso, non me lo sarei mai aspettata, ma non lo biasimavo.
"C-cosa ?" Gli dissi io.
"Vattene" mi indicò la porta. "Rispetto la tua decisione, ma ora va via Alyce Walker, sono serio"
Aprii la porta e scesi le scale. Quando mi chiusi fuori lo sentii urlare. Ma perché ci teneva così tanto a starmi attorno ? Mi faceva solo male lui, e io non volevo più soffrire.
Chiamai Al per farmi venire a prendere, rispose subito e mi disse che sarebbe arrivata di li a poco.
Nel frattempo mi sedetti sul gradino di casa sua.
Sperai con tutta me stessa che lui tornasse indietro e che mi chiedesse di restare, non so perché.
Quando Al arrivò mi guardò storta. "Perché eri a casa di Daniel ?"
La fulminai con lo sguardo e lei fece un passo indietro come se si fosse appena scottata.
Quando arrivammo a casa me ne andai subito di sopra, aprii il mio libro di After e mi misi a leggere.
Passarono 3 ore e io avevo già finito di leggere tutto il libro.
Cosa potevo fare ? Scesi di sotto e trovai Al intenta a mandare messaggi sul telefono.
"Cosa fai?" Le chiesi avvicinandosi. "Scrivo con Dylan, passa di qua stasera" annuii senza dire niente.
Le si illuminarono gli occhi "porta anche la pizza!" Disse lei urlando. Scoppiai a ridere nel vedere quella reazione.
Poco dopo Dylan suonò alla porta e arrivò con tre pizze fumanti.
Lo salutai con un bacio in guancia e gli rubai subito le pizze dalle mani.
Ci mettemmo seduti sul divano e iniziammo a fare zapping cercando qualcosa di interessante da guardare.
Passammo la serata ridendo e prendendoci in giro.
Ogni tanto il mio pensiero andava a Daniel. Chissà cosa starà facendo, sarà da solo o con Brittany ?
Mi risvegliai dai miei pensieri grazie alla mano di Al che si muoveva davanti al mio viso.
"Ehi bella addormentata nel bosco,ci sei ?"
No, non c'ero, pensai.
Sorrisi. "Si si, sono solo un po' stanca"
Dylan mi baciò sulla tempia. "Allora vai a riposarti Alyce, è stata una giornata dura per tutti" mi sorrise.
Quando mi alzai dal divano diedi la buonanotte a tutti e mi diressi in camera.
Quella notte non riuscii a chiudere occhio, ero troppo immersa nei miei pensieri per dormire.
L'ultima volta che guardai l'ora erano le 4:30.
Daniel era irritante e presuntuoso. Uno stronzo. Era uno stronzo egoista, ecco.
Non riuscivo a smettere di pensarci. Mi tornò in mente il bacio. Sapevo che era vero, sapevo anche che era colpa mia, ero stata io a istigarlo, ma per la vergogna non gli ho detto niente.
Non so il perché l'abbia fatto, so solo che lo volevo.
Il mattino dopo Al venne a svegliarmi ma le dissi che non avevo nessuna voglia di andare ai corsi stamattina.
Quando Al e Dylan se ne andarono scesi di sotto e  feci colazione.
Decisi di fare i compiti dato che lunedì avremmo avuto la verifica di matematica.
Dopo averla riletta dieci volte non mi entrò in testa nulla.
Wow!
Il telefono vibrò nella mia tasca e lo presi. Era Daniel, il messaggio diceva: 'perché non sei al corso?'.
Decisi di non rispondergli. Brutta mossa.
Iniziarono ad arrivarmi milioni di messaggi e urlai dalla frustrazione. Non ne lessi neanche uno, spensi il telefono e lo misi in tasca per evitare inutili distrazioni.
Finalmente riuscii a capire qualcosa e mi dedicai un po' di riposo "brava Alyce" mi dissi da sola.
Accesi il telefono e vidi un messaggio di Al.
'Piccola ti senti meglio? Ho visto Daniel oggi, non parlava con nessuno, ha persino evitato Brittany :)'
Non sapevo cosa rispondere, quindi gli inviai una semplice faccina sorridente.
Sentii un forte rumore al piano di sopra.
Con un po' di paura salii le scale, cercai di non farmi sentire. Andai in bagno e presi una lametta per depilarsi, non avrebbe fatto molto, ma almeno avrei provato a proteggermi. Risi tra me pensando alla mia stupidità
Mi diressi nella mia camera, la porta era chiusa.
Mi feci coraggio e la spalancai.
Non avrei mai pensato di ritrovarmelo davanti.
Gli tirai un pugno sulla pancia ma lui non si mosse di un millimetro.
Daniel mi prese i polsi e li abbassò delicatamente, poi vide la lametta.
"Alyce, cosa ci fai con una lametta in mano, ti stavi depilando?" Mi disse sollevando un sopracciglio.
"Cercavo di difendermi! Brutto idota!" Mi guardò e scoppiò a ridere.
Si mise le mani sulle ginocchia ridendo ancora.
"Perché ridi ! Stupido!" Ero infuriata. Alzò una mano ridendo ancora, poi, cercò di ritornare serio.
Ma senza scarsi risultati.
"Daniel basta!" Ancora ridendo mi prese fra le braccia.
"Sei molto buffa" disse. Me lo scrollai di dosso e lo guardai.
"Come hai fatto ad entrare?" Tornò serio.
"Non mi rispondevi al telefono e allora ho pensato di venire a vedere se stavi bene, mi sono preoccupato!"
Alzai un sopracciglio. "E c'era bisogno di entrare dalla finestra?" Gli dissi io.
Annuì "Non mi avresti aperto" aveva ragione.
"Infatti, quindi dimmi, cosa vuoi ?"
"Volevo solo sapere perché non eri venuta a scuola" sospirai. Perché era così difficile?
"Daniel, devi andare a casa, per favore.." gli dissi io.
"Tu mi hai detto di starti lontano, non mi hai detto di non chiederti il perché non sei venuta ai corsi"
Ma è stupido ?
"Daniel tu sei a casa qui con me! Non siamo lontani!" Lui ammiccò un sorriso e mi puntò il dito contro.
"È colpa tua, non mi hai risposto ai messaggi." Disse.
Poi indicò prima me e poi lui  "guarda, siamo lontani."
Non potei fare a meno di ridere. Era proprio stupido.
"Che c'è ?" Disse lui.
"Sei proprio un idiota" lo guardai negli occhi. Sorrise.
Alzai gli occhi al cielo, e con una nota di tristezza gli dissi.
"Devi andartene Daniel" mi guardò storto.
"No"
"Si!" Dissi andandomene dalla camera. "Dove vai?" Iniziò a seguirmi.
Lo ignorai e scesi di sotto. "Ahh mi stai ignorando?" Non risposi, chiusi solamente gli occhi.
Entrai in cucina.
"Parlami cazzo!" Mi voltò e mi girò con la faccia rivolta verso di lui.
Ero schiacciata fra Daniel e la cucina.
Ne approfittò e si spinse contro di me. Deglutii a fatica.
Mi accarezzò un braccio e mi fece venire la pelle d'oca. Daniel se ne accorse e sorrise.
Si avvicinò ancora di più.
Merda.

L'amore più giusto è quello sbagliato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora