Penso che l'amore a prima vista esista perché io quando per sbaglio gli ho sfiorato la schiena ,per entrare nella piccola biblioteca della città, e poi ho alzato il capo per scusarmi qualcosa nei suoi occhi mi diceva che sarebbe stato lui.La prima volta che ho guardato nei suoi occhi è stato di sfuggita, lui era girato di lato e io ero tanto imbarazzato per essergli finito addosso.
È stato cinque anni fa , frequentavo ancora l'università e andavo ogni giorno in biblioteca per studiare e prepararmi per gli esami , conoscevo di vista tutti quelli che lavoravano li o che la frequentavano come me ma lui io non lo avevo mai visto nemmeno in città.
Insomma dopo aver alzato il capo gli chiesi scusa e lui mi fece un enorme sorriso quadrato dicendo di non preoccuparmi e così io gli restituì il sorriso.Entrammo entrambi in biblioteca ma poi le nostre strade si divisero , quella sera tornai a casa sperando che la notte e la mattina passassero in fetta cosi da poter tornare in biblioteca per sperare che quel bellissimo ragazzo tornasse.
Finite le lezioni non mi preoccupai nemmeno di mangiare e andai in biblioteca, stavo aspettando da ore.
Avevo perso ormai la speranza ma poi lo vidi, stava entrando aveva due occhioni scuri che brillavano e il suo solito sorriso, notai che era alto quanto me ma aveva le spalle più larghe delle mie e subito pensai a quanto volessi conoscerlo.
Non mi era mai capitato di sentirmi in questo strano modo era la prima volta per me come era la prima volta che lo fissavo così intensamente e probabilmente lui se ne accorse e forse imbarazzato abbassò il capo e sorrise.
Mentre continuavo ad osservarlo lui si avvicinò a me e solo quando inizio a parlarmi mi accorsi che mi ero incantato a guardarlo così girai la testa di scatto ma continuai ad ascoltare la sua voce profonda che mi diceva di chiamarsi Taehyung e che anche lui era molto curioso di conoscermi.
Pensavo mi avesse letto nel pensiero ma poi capì che semplicemente aveva visto la mia espressione corrugata mentre lo fissavo, cosi mi girai verso di lui e sorridendogli gli dissi di chiamarmi Jungkook e chiesi se avesse voluto prendere un caffè nel bar accanto alla biblioteca e lui annuì dicendo che avrebbe preso una cioccolata poiché il caffè non gli piaceva.
Mentre eravamo seduti al bar gli chiesi perché frequentasse la biblioteca e che non l'avevo mai visto in città e lui mi spiegò che aveva appena cambiato città per problemi famigliari ma non gli chiesi quali fossero non volendo sembrare scortese.
Lui invece non mi fece una domanda ma mi disse che gli piaceva tantissimo vedermi sorridere e che sarebbe diventato mio amico solo per questo.
Li per li mi lascio perplesso ma insomma la situazione era del tutto strana e poi ero stato io a fissarlo non potevo di certo lamentarmi, avevo avuto ciò che volevo.
Decisi di continuare a vederlo dicendo che avrei sorriso per lui ,si solo ora mi sono accorto di quanto io sia stato evidente ma comunque quella stessa sera mi invitò a casa sua e vedemmo un anime , scoprì la sua passione per la lettura e che era proprio per questo che aveva iniziato a venire in biblioteca.
Passarono mesi e noi continuavamo a vederci regolarmente e ogni volta la tensione era sempre più palpabile e una sera, un po' ubriachi ,facemmo anche sesso.
Fu una delle serate più belle della mia vita , la ricordo perfettamente poiché usai l'alcol solo come scusa, non ero davvero ubriaco e sono sicuro che non lo fosse neanche lui.
Il giorno dopo a parte l'imbarazzo iniziale fu proprio lui ad uscire l'argomento dicendo che si era divertito e che sperava in qualcosa di più di una semplice amicizia.
Adoravo questo suo lato diretto e penso che proprio questo mi abbia attirato, anche perché io ero troppo timido per poter fare la prima mossa.
E poi arrivò il giorno in cui mi chiese se potessimo essere fidanzati e io ovviamente non ci pensai due volte, per me già dalla prima notte insieme lo eravamo, io ne ero perdutamente innamorato.
La nostra relazione era un perfetto equilibrio tra amore e odio , come la notte e il giorno.
La gelosia ci ha sempre tenuti vivi dentro, spesso quando uscivamo con amici potevo sentire i suoi occhi bruciarmi la pelle per quanto era geloso e io non nego di aver provato lo stesso tipo di gelosia , era una gelosia di possessione, ma non di cuore perché entrambi sapevamo quanto i nostri cuori ormai battevano l'uno per l'altro.
A parte alcuni litigi la nostra relazione andava a gonfie vele ,era perfetta ed io ero cosi felice, fino a quando dopo 4 anni di fidanzamento lui decise di portarmi a Seoul per fare una passeggiata sulle sponde del fiume Han, ma mentre aspettavo già vestito in cucina mi arrivò una telefonata proprio da lui.
Quando risposi mi accorsi che la voce non era la sua, non era la voce profonda che quel giorno di cinque anni fa mi aveva detto di chiamarsi Taehyung e che avrebbe voluto conoscermi , era la voce di una donna probabilmente giovane che mi diceva di andare in ospedale.
Sentite quelle parole impazzì e dopo essere uscito di casa iniziai a correre verso l'ospedale che era dall'altra parte della città.
Arrivato li chiesi di vederlo e un dottore mi portò proprio davanti alla porta della sua stanza, la sua espressione era davvero triste ma io non capivo più niente e senza nemmeno aspettare se avesse qualcosa da dirmi entrai nella stanza vedendolo li con gli occhi chiusi, sembrava un angelo mentre era li dormiente .
Gli presi la mano e la strinsi non era caldo come al solito ,poi mi resi conto che non era una normale stanza d'ospedale quella in cui mi trovavo, era così buia e fredda come il mio Taehyung.
Mi accasciai su di lui iniziando a piangere ma poi il dottore mi disse che sarei dovuto andar via e che non potevo stare li così a lungo.
Quando uscì dall'ospedale sapevo già cosa fare poiché ora che manca l'amore per l'odio, l'odio non può vivere senza l'amore, è come se non esistesse il giorno e a questo punto la notte non avrebbe motivo di esistere.
Come può esistere la notte se non esiste il giorno, come posso vivere se non vive più il mio giorno, perché vivevamo l'uno in virtù dell'altro.
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PERFECT BALANCE_Taekook
FanfictionQuando si vive l'uno in virtù dell'altro come il giorno e la notte ma poi viene a mancare il giorno.