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La notte aveva portato il silenzio, eppure nella piccola cella di Negan vi era un gran baccano.

L'uomo camminava avanti e indietro mentre a seguirlo vi erano i suoi pensieri ringhianti.

Paure e timori che si destreggiavano attorno a lui sbatacchiando contro le sbarre, ghignando sopra la sua testa, strisciando sul pavimento polveroso.

Rick dormiva profondamente sulla sua brandina dandogli le spalle. Il suo leggero russare sembrava lui stesso un ringhio soffuso dei suoi demoni irrequieti.

Sbuffando fece roteare la caviglia destra, poi quella sinistra. L'umidità e l'immobilità stavano iniziando a farsi sentire. La schiena gli doleva e il collo gli si era irrigidito.

Il gelo che lo attanagliava sembrava essersi insinuato nella sua carne fino a sedimentarsi nelle ossa. Sebbene si rifugiasse sotto le coperte, si muovesse, non riusciva a scaldarsi. Avrebbe giurato che quel freddo scaturisse dal petto, come se le sue emozioni avessero iniziato a gelargli il sangue, a raffreddargli il cuore.

<< Fanculo! >>

Il pugno scattò colpendo il muro mentre un'esplosione di ira gli infuocava temporaneamente il corpo. Ma appena le nocche si scorticarono contro i mattoni rudi il freddo della notte si riappropriò di lui.

Osservò apatico la mano insanguinata, rimase immobile ad osservare le ferite impregnarsi.

Si portò le nocche alla bocca scuotendo la testa. Il sapore metallico gli esplose in bocca grattandogli la gola. Si voltò per accurarsi che il coinquilino dormisse ancora, la figura nel buio non si mosse.

L'uomo sospirò affranto.

Stava impazzendo.

Era imprigionato con i suoi pensieri, con le sue azioni, con i suoi errori. Questi lo tormentavano divenendo sempre più reali, più insopportabili.

Ed era proprio quello l'intento di Annie, ne era sicuro.

Passi.

Il corpo dell'uomo si mise in ascolto mentre poteva udire lievi passi che scendevano le scale.

Improvvisamente percepii la porta aprirsi, scattò contro le sbarre sporgendosi per vedere chi fosse.

Sperava fosse lei, aveva bisogno fosse lei.

Sapeva che quella era una punizione, una punizione per il loro egoismo, per la loro testardaggine ma sperava che presto sarebbe anche giunto il perdono dalla ragazza.

Inoltre sapeva che lei era lì, ad Alexandria.

Il giorno prima l'aveva udita. Rick sonnecchiava nell'angolo della sua cella ma lui aveva immediatamente riconosciuto la sua voce calda e soffusa.

Questa doveva essere passata svelta vicino all'edificio della prigione. Dalla piccola finestra sul soffitto aveva intravisto decine di piedi che si muovevano confusionari, era solo riuscito a recepire pochi spezzoni di conversazione animata con i cittadini che l'avevano accolta calorosi.

Non se l'era sognato, lei era lì. Era come se potesse percepirla, come se potesse sentirla.

Il momento in cui aveva udito la sua voce si era trovato perso e abbandonato a questa. Aveva tanto atteso il momento che sarebbe tornata da loro.

Aveva pensato molto alle parole che le avrebbe detto, a ciò che avrebbe voluto urlargli, sussurrargli.

La rabbia e l'ammirazione l'avevano animato in quei giorni di reclusione eppure in quel momento si sentiva tremendamente vuoto.

Negan•Sweet darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora