Spire dorate

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"E' venuto un giorno, per caso, circa un mese dopo la morte del nostro precedente Signore. Quanti stolti, sperduti e disperati, sono caduti sotto le sue brame. Egli è un incubo che cammina sotto mentite spoglie, che schiavizza coloro che hanno perso la bussola. Solo alcuni di noi veterani non hanno ceduto all'inganno, e ci siamo riuniti tutti nel vecchio quartiere dove lui non può arrivare" raccontò il clown, davanti al focolare della baracca. Reprimendo l'orrore, narrò per filo e per segno le terribili punizioni cui venivano sottoposti coloro che, tra i segnati, osavano ribellarsi al potere del Direttore. Raccontò anche del cimitero che i veterani, per pietà, avevano allestito a nord della città. Ricordava a memoria tutti i nomi che, insieme ai compagni, aveva inciso su quelle lapidi di pietra ormai ricoperte di polvere.

Da parte sua, Pitch rimase ad ascoltare senza dire una parola assimilando tutto ciò che fuoriusciva dalla bocca del clown. Dopo un po', avrebbe voluto poter chiudere le orecchie e non sentire, poiché erano cose che potevano far ribrezzo persino ad un abitante di Halloween-Town, ma doveva rendersi conto del mostro contro cui si era messo contro. Doveva imparare, anche in rispetto a quelli che avevano perso la vita alla ricerca della libertà.

"È spaventoso" affermò, con i brividi di ribrezzo che gli percorrevano la spina dorsale, quando Spaund finì le parole.

"Questa è la nostra condanna".

Un topolino bianco sgusciò tra i grandi piedi dell'uomo, squittendo per non farsi pestare. Il clown lo raccolse, e dopo averlo riconosciuto come un messaggero di Saber lesse il foglietto minuscolo che l'animale aveva tra le zampe.

"Che notizie porta?" chiese il ragazzo, sapendo che qualunque cosa vi fosse scritto non doveva essere di buon auspicio.

Il volto di Spaund si fece cupo, e il pugno libero si strinse sul bracciolo.

"Ringmaster ha preso Lady. – Riferì a denti stretti. – L'hanno vista che la portava nella sua tenda". Appoggiò il topolino per terra, e gli diede qualche briciola come ricompensa.

Pitch sentì il sangue cadergli ai piedi, e le guance ghiacciarsi per la perdita improvvisa di calore. Sprofondò sullo schienale della poltrona mangiucchiata dal tempo, implorando tra sé che la linfa vitale riprendesse a scorrere. Il clown rimase in silenzio, immobile, e attese con rispettosa pazienza che il ragazzo si riprendesse dallo shock.

"D...devo andare" farfugliò lo Skeletron, non appena l'ossigeno arrivò nuovamente a nutrire il suo cervello. Un'altra boccata d'aria, e i muscoli delle gambe si riattivarono quel poco che bastava per farlo stare in piedi.

"È una trappola cenerino" lo redarguì l'uomo, bloccandolo sull'uscita.

"Ne sono ben consapevole, ma non posso lasciarla nei guai".

"Non posso proteggerti, dove stai andando" ammise Spaund, sperando che la mancanza di un aiuto facesse desistere lo Skeletron.

"Non te l'avrei mai chiesto" concluse Pitch, abbandonando il rifugio sicuro.

Percorse la strada a ritroso dal vecchio fino al nuovo quartiere, senza mai perdere la strada come se la sua stessa ombra lo stesse guidando tra i mille vicoli bui della città. Sbucato sul viale principale, si accorse senza sorpresa che musica e giostre erano state spente. Anche l'illuminazione generale, nonostante fosse pieno giorno, si era fatta più fioca. I circensi che girovagavano per le strade non erano più gli stessi: camminavano a ritmo di marcia, senza salutarsi né esibirsi. Sui loro corpi, il marchio del Direttore splendeva come una fiamma rovente e il ragazzo si chiese se avrebbe trovato la ballerina nelle stesse condizioni.

Conscio che, al momento, nessuno di loro avrebbe potuto aiutarlo nemmeno volendolo, lo Skeletron si mosse furtivamente usando le tende come nascondiglio ad occhi indiscreti. Ogni passo che faceva era preceduto da un controllo serrato dei dintorni, e seguito da una nuvola di fumo.

The Nightmare before Christmas . Circus-TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora