- Rimani -

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E: "Era tutto delizioso, Molly, grazie!"

Disse Elijah, iniziando a sparecchiare. Improvvisamente vide il piatto che aveva in mano, fluttuare per aria... Confusa, si guardò intorno e vide Sirius che agitava la bacchetta.

S: "Ferma, devi riposare, il viaggio è stato lungo!

E: "La ringrazio, Monsieur Black, ma le ricordo che IO sono giovane, ho ancora tutte le energie a disposizione, a differenza di qualcuno..."

Rispose ironica la ragazza, guardando l'uomo con aria di sfida.

M: "Cara, non ti preoccupare, alle stoviglie ci penso io!".

Disse amorevolmente la signora Weasley.

E: "No, Molly, lei ha cucinato, mi permetta di aiutarla almeno con i piatti. Veramente, mi farebbe molto piacere! E poi, ho bisogno di sgranchirmi un po'..."

La supplicò la piccola strega, con un faccino a cui non si poteva dire di no.

M: "Ne sei sicura piccola?".

Elijah annuì.

A: "Allora noi andiamo".

Disse Arthur Weasley. Era il marito di Molly. Sembravano fatti apposta l'uno per l'altra. Anche lui aveva i capelli rossi, un viso gentile e un fare molto paterno. Avevano parlato un bel po' riguardo ai babbani. Nel mondo magico le persone nate senza poteri magici vengono chiamate così. Lui ne era affascinato, era stata una conversazione piacevole. Salutarono e presto la stanza cominciò a svuotarsi mentre Killian lavava pentole e pentolini, alla "vecchia maniera", ovvero senza magia! Presa nello sfregare una teglia, non si accorse che Sirius era appoggiato al frigorifero con le braccia incrociate intento nell'osservarla. Una mano le toccò la spalla e lei trasalì.

S: "Sei sicura di stare bene? Ti vedo molto assente".

E: "Monsieur, sono impegnata in un'attività alquanto importante, per tanto, necessito di molta concentrazione!"

Scherzò la ragazza, sorridendo. La guardò perso, fisso negli occhi. Un'intensità tale che sembrava si stessero fondendo... Aprì la bocca, voleva dirle qualcosa ma non lo fece.

E: "Chiudila, altrimenti ti entreranno le mosche!".

Disse la maga. Lui sorrise, la guardò da sotto le sopracciglia, con finto fare cattivo e si andò a sedere sul grande divano in pelle, grigia. Pentole e piatti sembrava avessero vita propria, se ne stavano andando allegramente da soli al loro posto. La strega si girò e vide Remus che le stava sorridendo, brandendo la bacchetta per riordinare le stoviglie e le disse:

R: "Hai fatto abbastanza, direi".

T: "Vieni quì, siediti vicino a me!".

La invitò Dora, porgendole una bella tazza di caffè fumante. E così fece. Si lasciò cadere su uno dei 3 divani che formavano una "U" di fronte al camino. Su quello centrale, per l'esattezza. Sirius invece si era accomodato su quello alla loro destra e Remus alla loro sinistra...

R: "Hai già una sistemazione?".

Domandò timido e gentile, Remus.

E: "Andrò in Albergo per qualche giorno, il tempo di trovare un appartamento. Inizierò a lavorare Lunedì".

Rispose la giovane, facendogli un sorriso.

T: "Sir, maaa..."

Tentò di dire Ninphadora.

S: "Assolutamente!".

Annuì solenne Black, interrompendo la cugina, sapendo già cosa volesse dire.

S: "Sarai mia ospite, fino a quando non troverai una sistemazione che ti convinca. Volendo, potresti trasferirti quì, senza dover cercare altro".

Disse Sir, con un sorriso quasi timido.

E: "Io... Beh, io... Non vorrei disturbare!".

Disse imbarazzata l'italiana.

S/R/T: "Disturbareee?".

Dissero all'unisono tutti e tre, quasi scandalizzati.

S: "Se non mi disturba Arcobaleno quì, come potresti tu!?".

Le rispose l'uomo, ridendo.

T: "Ehiiiiii! Sei un maleducato, Sir! Trattarmi così? A me? La tua adorata cuginetta? Ma dico!? Dai, resta, non lasciarmi sola in balia di questo cagnaccio!".

Ironizzò Dora.

E: "Io... Io non so come ringraziarvi".

Disse Elijah, sorridendo imbarazzata. Ninphadora le scoccò un bacio sulla guancia. Gli occhi di Remus brillavano. Una gioia indescrivibile cresceva dentro di lui. Avrebbe avuto modo di conoscerla meglio, di poterle parlare, di viverla... No. No. Ma che stava pensando? Di nuovo? Forse la presenza costante di quella ragazza, non era poi così adeguata. Iniziò ad avere paura... Di sé stesso.

E: "Deduco ci sia una motivo ben preciso per cui Tonks ti chiami cagnaccio, o mi sbaglio?".

Chiese la nuova arrivata, immaginandosi la risposta. La voce di Killian lo riportò alla realtà...

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