5.

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“No, io non ti credo”. Il ragazzino scosse la testa, mentre James sogghignava divertito. “Ti sto dicendo la verità. Quando mio padre era al primo anno, un troll di montagna entrò nel castello la sera di Halloween e quando ebbe raggiunto il bagno delle ragazze...” “Piantala, Potter. Lo stai spaventando a morte”. Rhonda si sedette accanto a lui, mentre l'altro Grifondoro (ancora tremante) si alzò e corse dai compagni del secondo anno, ansioso di raccontare loro quel piccolo aneddoto. James riprese a mangiare le uova strapazzate ancora nel piatto, lanciando un'occhiataccia all'amica. “Perché devi sempre rovinare tutto?”. Rhonda sospirò ed afferrò una fetta di torta al limone. “Perché fare scherzi agli studenti più giovani è un passatempo da idioti e tu sei al settimo anno, ormai” “Ma il mio non era esattamente uno scherzo, la storia del troll è vera e tu lo sai...” “Certo che lo so, chi non conosce le imprese di tuo padre?” mormorò la ragazza, alzando gli occhi al cielo. James si passò una mano tra i capelli e le assestò una gomitata al fianco, ridacchiando. “Dai, smettila di essere così rigida! Stasera c'è la notte più spaventosa di tutto l'anno e vuoi veramente negarmi il piacere di terrorizzare qualche ragazzino?”. L'altra sospirò, poi sorrise suo malgrado.

Ma quel sorriso svanì non appena ebbe lanciato un'occhiata alla porta d'ingresso della Sala Grande. “Scusa, mi è passata la fame” mugugnò, prima di alzarsi ed allontanarsi dal tavolo, proprio mentre Dorian si stava per sedere di fronte a lei. Il ragazzo la guardò andarsene a passo svelto e si lasciò cadere con un sospiro sulla panca di legno. James lo scrutò con attenzione. “Hai una brutta cera, amico” commentò alla fine, allungandogli il vassoio della pancetta affumicata. Dorian ne prese una fetta controvoglia e cominciò a strofinarsi le tempie ad occhi chiusi. “Non sono riuscito a dormire” si limitò a dire. L'amico continuò a guardarlo con compassione, poi sospirò. “Devi smetterla di tormentarti per Natalee. Ormai è successo, il fatto che tu continui a pensarci non la fa stare certo meglio. Devi solo aspettare che le acque si calmino e vale anche per Rhonda” aggiunse, indicando con un cenno della testa la porta. “Vedrai che tornerà a parlarti”. “Ne dubito” replicò l'altro, mordendosi il labbro inferiore. Qualche attimo di silenzio. “Sei passato di nuovo in infermeria?” domandò James. “Ma certo, sono andato a trovarla quasi ogni giorno” “Vuoi dire quasi ogni notte, no?” aggiunse l'altro Grifondoro, sorridendo. Dorian li lanciò un'occhiataccia, poi sospirò. “Preferisco guardarla mentre dorme, perlomeno non può insultarmi come dovrebbe” “Dorian, ti ho già detto...” “Che tutto si sistemerà, lo so. Dico solo che non appena sarà in grado di alzarsi verrà a cercarmi per riempirmi di schiaffi. E non sarò certo io ad impedirglielo” borbottò, continuando a tormentare la pancetta con la forchetta.

Scorpius stava ancora accarezzando Alisecco quando Hagrid gli si affiancò, osservandolo, suo malgrado, con ammirazione. “Sembrerebbe che tu gli piaccia almeno quanto me” borbottò, notando i mugolii di piacere che l'ippogrifo stava emettendo. Il ragazzo sorrise e continuò a lisciare il muso dell'animale. “Dopo tutti i furetti morti che gli ho procurato, sarebbe assurdo il contrario” commentò. Hagrid annuì. “In effetti hai ragione. Ma perché venire così presto a trovarlo? Sono solo le 7 di mattina ed oggi è il 31 ottobre, vuoi ragazzi non dovreste preparare qualcosa per stasera?”. Scorpius storse il naso. “Niente di particolare, ci sarà la solita cena di Halloween ed ogni studente dovrà indossare il proprio cappello a punta. Ah, credo che il coro abbia preparato qualche nuovo pezzo. Ma credo che i festeggiamenti si fermino qui” concluse. Il mezzogigante non insistette sul fatto che il giovane Serpeverde avesse evitato di rispondere alla prima domanda, ma rimase dubbioso. Sembra così diverso da suo padre. Draco era costantemente circondato dai suoi tirapiedi, mentre questo ragazzo passa un sacco di tempo da solo. Ed è uno dei pochi a cui Alisecco permetta di farsi accarezzare!

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