𝟾 | 𝑺𝒕𝒂𝒚

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C'è la Festa della Mamma e c'è la Festa del Papà, ma non c'è una Festa dei Bambini. Vorrebbe dire molto. Pace al mondo.

Michael Jackson

• 15 Febbraio 1984 - 23:09 •

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• 15 Febbraio 1984 - 23:09 •

Michael scese per primo e poi fece scendere anche me...

Era buio, ma fortunatamente si vedeva qualcosa, grazie alla fioca luce della Luna.
Era una spiaggia [1*]. L'avevo capito dai pochi granellini di sabbia che, schiacciati dalle scarpe, facevano un rumore sordo, abbastanza fastidioso. Sorrisi. Era da tanto che non andavo su una spiaggia, nonostante in Italia ce ne fossero state molte non troppo lontane dal mio ranch. Michael mi accompagnò sulla passerella che correva lungomare. Era bellissimo, il mare era molto calmo e scuro, proprio come il cielo che lo sovrastava.
Stavamo camminando da qualche minuto, io stavo guardando il mare, alla mia sinistra, mentre Michael guardava a volte la passerella, a volte il panorama.

«Guarda!» disse lui con stupore, attirando la mia attenzione. Mi voltai verso Michael, vedendo che stava guardando sul bagnasciuga. Spostai lo sguardo sulla sabbia, come lui, e vidi una bellissima stella marina bianca. Aveva delle decorazioni violette verso le punte ed era abbastanza tozza. Era molto carina. Era la prima stella marina che vedevo dal vivo, in tutta la mia vita.

«È la prima volta che ne vedo una!» esclamò Michael. Io lo guardai

«Per me è lo stesso!» risposi.

«Davvero!? Eppure in Italia ci sono molte spiagge.» disse Michael, guardandomi. Lo sapevo che mi stava guardando, sentivo il suo sguardo su di me e la cosa mi infastidiva, ma non nel senso cattivo, nel senso che, per me era strano avere lo sguardo di un uomo addosso. Era diverso. Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. Lui si mise di fronte a me, senza staccarmi gli occhi di dosso. Ci stavamo guardando, ma quella volta, non avevo paura, non mi stavo nascondendo. Mi avvicinai a lui di qualche centimetro, ero persa nei suoi occhi. Ma sapevo che mi stavo lasciando troppo andare e quella sensazione di paura mi sovrastò, così virai la sguardo altrove, schiarendomi la voce.

«Penso che dovremmo andare, i nostri genitori saranno preoccupati.» dissi, per poi girarmi e tornare indietro.

«Dali!» mi chiamò. Io mi fermai, mi girai verso la sua figura, e lo vidi venirmi incontro.

«Perchè sei così chiusa?» disse dolcemente. Sentivo comprensione nel suo tono, come se ci fosse passato anche lui. Non sapevo davvero che cosa rispondere. Neanche io sapevo perché ero così. Ero così e basta.

«Sono fatta così.» dissi, per poi girarmi e camminare verso la limousine. Michael cominciò a seguirmi, senza dire nulla. Tra di noi non voló più una mosca finché non arrivammo a casa mia. Quando la limousine si fermò, potei constatare che eravamo arrivati. Guardai Michael e, per paura di dire qualcosa di sbagliato, girai la testa verso la portiera e la aprii. Scesi senza dire una parola ed arrivai davanti al cancelletto. Stavo guardando a terra, quando mi fermai, sentendo la sua voce.

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