3.

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Gli anni delle scuole elementari furono anni tranquilli e pieni di gioia per Morgan: le prime amicizie, cose nuove da imparare, le prime cotte... Per Tony furono anni un po' meno felici dato che si rendeva sempre più conto che la sua bambina stava crescendo, e anche abbastanza in fretta.

A sei anni imparò a leggere e scrivere e i suoi genitori furono costretti a sentirla raccontare storie ogni sera. Erano passati dal leggerle la storia della buonanotte a lei che saliva sul letto matrimoniale con uno dei suoi libri ed esclamava "Mamma, papà, è il momento della storia!". Si distendeva tra di loro, sotto le coperte, e iniziava a leggere con entusiasmo. Tony le accarezzava i capelli, stando attento a ogni singola parola e facendo anche qualche commento ogni tanto. Morgan si rilassava sotto il tocco delicato del padre e iniziava a sbadigliare già a metà del suo libro, addormentandosi piano piano. A quel punto, il suo papà la prendeva in braccio e la portava nella sua camera, la metteva a letto e le rimboccava le coperte.

A sette anni Morgan aveva sperimentato la prima vacanza di famiglia. C'era stata una lunga discussione su dove andare e per quanto tempo. Pepper sarebbe voluta andare alle Hawaii per un paio di settimane, così da rilassarsi e godersi appieno le sue ferie. Tony sosteneva che sarebbe stato meglio andare a Londra per un mese e visitare la città fino negli angoli più reconditi. Morgan però non era d'accordo.

"Perché non andiamo a Disneyland?" aveva proposto un giorno, mentre disegnava seduta al tavolo della cucina.

"Disneyland?" le chiese Pepper, dubbiosa. "Tesoro, come ti è venuta in mente quest'idea?"

Morgan si strinse nelle spalle e, con tutta la nonchalance e innocenza del mondo, disse "Non mi piace nessuna delle vostre idee."

Tony scoppiò a ridere e decise di accogliere con entusiasmo la proposta di sua figlia. D'altronde aveva tutto il diritto di divertirsi anche lei in vacanza. Fu così che andarono a Disneyland per una settimana.

A otto anni Morgan iniziò a scendere sempre più frequentemente in laboratorio con suo padre e a nove anni creò la sua prima invenzione: una penna che scriveva del colore che stavi pensando. Ovviamente Tony l'aiutò in ogni passaggio, assicurandosi che non si facesse male, ma l'invenzione era comunque sua. Il sorriso che Morgan aveva quel giorno, a operazione conclusa, è ancora stampato nei pensieri di Tony. In quel momento si sentiva il padre più fiero del mondo ed era molto contento che sua figlia apprezzasse fare quello che faceva anche lui, tra le altre cose. Aveva una bambina piena di interessi e di talenti.

A dieci anni frequentò l'ultimo anno di elementari e iniziò ad avere le prime insicurezze riguardo se stessa, il suo corpo e le scuole medie. Una sera si sedettero tutti e tre sul divano e Morgan parlò a cuore aperto con i suoi genitori, che provarono a tranquillizzarla in ogni modo.

"Ho paura di non essere abbastanza intelligente" aveva confessato, con una vocina flebile.

"Tu hai paura di non essere abbastanza intelligente?" aveva ripetuto incredula sua madre. "Tesoro, sei la bambina più intelligente che conosca. Non devi assolutamente essere insicura a riguardo. Hai preso l'intelligenza di tuo padre: sei un piccolo genietto."

Morgan aveva sorriso e Pepper le aveva scompigliato dolcemente i capelli. Sapeva che sua figlia era destinata a grandi cose.

"C'è qualcos'altro che non va?" le aveva chiesto suo padre.

"Non sembro una bambina di prima media..." aveva sussurrato, abbassando lo sguardo. "Sembro più piccola e sembro fragile. Poi sono anche più brutta delle bambine delle medie..."

"Ma tesoro, hai ereditato anche la bellezza da me!" aveva esclamato Tony, portandosi una mano al petto.

Pepper aveva ridacchiato e scosso la testa, per niente sorpresa dalla risposta del marito.

"Okay, ora sarò serio" aveva detto poi, prendendo la sua bambina e mettendola sulle sue ginocchia. "Piccola, non devi pensare minimamente di non essere all'altezza delle altre bambine. Come ha già detto tua madre, sei intelligentissima e poi hai ereditato la bellezza dalla donna più bella che io abbia mai visto in vita mia. Non devi assolutamente preoccuparti."

Morgan aveva spostato lo sguardo da suo padre a sua madre e aveva mormorato un "Parli della mamma, giusto?".

Tony era scoppiato a ridere e le aveva dato un bacio tra i capelli.

"Certo che parlo di tua madre! Pensi per caso di essere stata adottata?" aveva scherzato. "Comunque, so che sarai fantastica. Non avere paura delle scuole medie. Ci renderai tanto fieri, ne sono sicuro al cento per cento."

A undici anni Morgan iniziò le temutissime scuole medie e si rivelarono essere i tre anni più belli della sua vita: scoprì il mondo della musica e vi si appassionò, fece nuove conoscenze, imparò cose nuove, iniziò a seguire il mondo del cinema e a uscire i sabato sera. Tony realizzò che ormai la sua bambina non era più tale e che era ora di abituarsi all'idea che, ben presto, avrebbe dovuto lasciarla andare.

A dodici anni litigò per la prima volta con una delle sue amiche e ne soffrì immensamente. I suoi genitori non l'avevano mai vista stare così male. Sapevano che la loro bambina era profondamente sensibile, che faticava ad aprirsi con gli altri e che, quando lo faceva, lo faceva completamente e quindi era più incline a essere ferita, ma non avrebbero mai pensato che avrebbe versato tante lacrime per un'amicizia. Tony non riusciva a vederla stare in quel modo e quindi fece una delle solite pazzie alla Tony Stark, con la collaborazione di Peter. Sapeva che la sua bambina era molto affezionata al ragazzo, quasi come se fossero cugini, e quindi si organizzarono per portarla a prendere un gelato. Un giorno Tony indossò la sua armatura e chiese a Morgan di accompagnarlo a fare un giro di prova, dato che aveva cambiato i propulsori. Lei ovviamente accettò, dato che amava volare tra le braccia di suo padre, anche se ormai era abbastanza grande. Arrivarono alla loro gelateria preferita e lì incontrarono Peter. Morgan corse ad abbracciarlo: non lo vedeva da tanto tempo e le era mancato. Presero un gelato e si sedettero su una panchina, in silenzio, osservando la città che continuava la sua vita senza curarsi di loro.

"Ti senti meglio?" aveva chiesto suo padre, all'improvviso.

Morgan aveva annuito, contenta di essere lì con gli uomini della sua vita. Se ci fosse stata anche la madre, sarebbe stata ancora più contenta.

"Vedi, non c'è niente che un buon gelato e la compagnia delle persone giuste non possano risolvere" le aveva detto poi Peter.

E da quel momento quello era diventato per Morgan il rimedio a tutti i suoi problemi e Tony era contento che il suo piano avesse funzionato.

A tredici anni finì un altro capitolo della vita di Morgan, quello delle scuole medie, e stava per iniziarne uno nuovo: il liceo. Scegliere la scuola non fu difficile per lei, anzi, risultava anche abbastanza ovvio cosa le piacesse fare.

A quattordici anni iniziò la nuova scuola e ne sembrava entusiasta. Pepper e Tony erano felici che l'avesse presa bene e sapevano che avrebbero ottenuto delle grandi soddisfazioni da lei, come sempre.

A quindici anni entrò nel mondo delle serie tv e trascinò anche suo padre con sé, passando pomeriggi interi sul divano insieme a lui tra puntate di How I Met Your Mother e Sherlock.

A sedici anni Morgan aveva iniziato a chiedere di andare a dei concerti, ma sua madre non era per niente entusiasta all'idea. Pepper aveva paura di mandarla da sola, la riteneva ancora troppo piccola e, dopotutto, era pur sempre la sua bambina. Morgan fece quindi gli occhi dolci a suo padre che, si sa, non sapeva resistere. Fu così che Tony Stark iniziò a frequentare assiduamente i concerti delle band per ragazzine. Ma, ad essere sincero, non se ne pentiva affatto perché, come diceva lui, quella roba era orecchiabile.

A diciassette anni Morgan seguì per la prima volta suo padre sul campo durante una battaglia. Stette semplicemente in un angolo a guardarlo combattere e si sentì estremamente fiera di essere sua figlia, più degli altri giorni. Ottenere il permesso per essere lì quel giorno era stata una dura lotta, ma era contenta di esserci riuscita. Desiderava da troppo tempo di poter essere lì con suo padre.

Tony, d'altra parte, combatté con molta più forza ed energia sapendo che c'era la luce dei suoi occhi lì con lui. Sua figlia che, più che una figlia, era ormai come una complice.

iron dad [tony stark]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora