4.

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Sono passati già diciotto anni dalla nascita di Morgan Elizabeth Stark e a suo padre non sembra vero.

Tony è sul suo letto, a fissare il soffitto e a ricordare tutti i momenti più belli vissuti con sua figlia: i primi passi, il primo dentino, la prima parola, la prima volta che le aveva insegnato ad andare in bicicletta... È sommerso dai ricordi e sta quasi per commuoversi.

Gli sembra impossibile che sia arrivato già il momento di lasciare che sua figlia si prenda le sue responsabilità, che si costruisca un futuro e che inizi una nuova vita. Non pensa che riuscirà a smettere di proteggerla, d'altronde si tratta sempre della sua bambina. Di una cosa è certo, però: lei non lo lascerà mai andare del tutto, non si dimenticherà di lui. Sono legati da un legame molto forte e, inoltre, sono sempre stati complici in tutto. Tony non ha paura che lei possa abbandonarlo, dimenticarlo o smettere di amarlo, sa che non accadrà mai, ma ha paura di vivere una vita in cui non si possa prendere cura di sua figlia tutto il tempo.

D'un tratto sente bussare alla porta e mormora un "Avanti" sospirando e mettendosi seduto sul materasso in lattice. Dalla porta si affaccia la testa bionda di Steve, che gli sorride sornione.

"Crisi di mezza età?" gli chiede, ridacchiando.

"Smettila di fare il cretino ed entra" gli fa segno Tony, sorridendo a sua volta.

"Okay, okay" annuisce Steve, entrando e appannando la porta.

"Cosa mi dovevi dire?" gli chiede Tony, con un sopracciglio alzato.

Sono tutti al piano di sotto per festeggiare il diciottesimo compleanno di sua figlia e la prima cosa a cui riesce a pensare è che sia ora di scendere per la torta.

"Veramente..." inizia a parlare Steve.

D'un tratto entra Morgan nella stanza, con lo sguardo basso sulle sue Vans.

"Non è lo zio Steve a doverti dire una cosa, papà" dice. "Sono io."

"Dimmi tutto."

"Voglio far parte anch'io degli Avengers."

iron dad [tony stark]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora