·Nuvole Bianche·

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Gli asfissianti raggi di sole che irradiavano i presenti erano in netta contrapposizione rispetto a come si sentiva Jimin in quel momento.

La sua anima era lacerata, provava un senso di vuoto incolmabile e vedere tutte quelle persone vestite di nero stargli intorno mentre parlavano tra di loro di frivolezze, come se si trovassero ad un aperitivo tra amici di vecchia data, ignorando la vera ragione per la quale fossero lì, non faceva che accrescere maggiormente il suo dolore.

Non era questo che meritava Yoongi.

Il biondo rivolse un'ultima occhiata a quella maledetta lapide e lesse per l'ennesima volta ciò che vi era inciso sopra:

"Sottratto alla vita come un
fiore reciso sul nascere.
Min Yoongi
1993-2018"

E a quel punto copiose lacrime abbandonarono i suoi occhi e presero a far a gara sul suo viso, senza che lui ne avesse il controllo.

Aveva promesso che l'avrebbe tenuto al sicuro, che l'avrebbe protetto a tutti i costi e non avrebbe infranto la sua promessa per nulla al mondo, non lo avrebbe mai voluto deludere, tantomeno perdere. Yoongi era il suo vero amore e, dal momento che il ragazzo era deceduto, il biondo non faceva altro che addossarsi la colpa per la sua morte giacché era stato lui ad abbandonarlo in quella maledetta sera di fine estate.

Avevano avuto uno dei loro soliti diverbi e Jimin, in preda alla rabbia probabilmente, decise di uscire nel bel mezzo della notte per calmarsi e schiarirsi un po' le idee.

Ignorò tutte le chiamate che il maggiore gli aveva fatto e che stava continuando a fare da quasi un'ora.

Aveva bisogno di stare da solo, non gli occoreva ascoltare per l'ennesima volta il moro che farneticava dei suoi soliti discorsi riguardanti il suo lavoro precario; lo ignorò fino al mattino successivo e, quando capì di aver commesso un grave errore fu ormai troppo tardi per porvi rimedio. Non appena arrivò davanti a quella che era la loro casa, Jimin si congelò sul posto.

Tutto il vicinato era sull'uscio, ma ciò che fece seriamente preoccupare il minore fu il fatto che ci fosse un'ambulanza, il che non faceva presagire nulla di buono e cercò di ignorare a tutti i costi il suo subconscio che aveva una mezza idea di quello che fosse accaduto.

Yoongi soffriva di una malattia non molto comune per la sua età: l'angina pectoris. Rischiava di avere un infarto da un momento all'altro e, qual'ora gli fosse accaduto, ne sarebbe rimasto secco; di questo entrambi ne erano a conoscenza, solo che il minore era stato costretto ad accettare la decisone del moro di trascorrere la sua vita in modo normale piuttosto che su un letto d'ospedale aspettando che una cura venisse trovata.

Quella mattina, l'intervento dei medici servì solamente ad accertarne il decesso, dato che al loro arrivo Yoongi era deceduto da troppo tempo affinché si potesse effettuare qualche manovra di disperato soccorso.

Il suono cupo delle campane riportò Jimin alla realtà, facendolo ritornare a focalizzarsi sul funerale che era quasi giunto a termine e sulla bara del maggiore che veniva ricoperta con la terra.

Ed ecco che arrivò il momento che Jimin tanto odiò: tutta quella gente che continuava a fargli condoglianze abbinandole a frasi di circostanza probabilmente pescate da qualche sito all'ultimo minuto, del tipo "Non ho parole per descrivere quanto io sia addolorato, era una brava persona, troppo giovane per meritare questa fine, ti sono sentitamente vicino, conta pure su di me per qualsiasi cosa" e stronzate simili. Ma la parte davvero comica era che buona parte di queste persone avevano tagliato i ponti con i due anni addietro, il biondo non ricordava neanche della loro esistenza.

Nuvole Bianche · Yoonmin {VS-c}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora