Posso scorgere dall'ombrosa quercia ai cui piedi mi trovo, i due uomini d'armi di Don Rodrigo : Il Grignapoco e Lo Sfregiato. Si stanno dirigendo con fare torvo verso il Tabernacolo, il tutto mi pare molto sospetto, non è da loro passeggiare per queste strade di campagna senza nessun secondo fine. Mi domando quale ribalderie, questa volta, andranno a compiere e smosso dall'acuta curiosità, che mi accompagna sin da bambino, decido di seguirli. Di certo nessuno avrebbe fatto caso a me, umile giovanotto di campagna. La sola cosa di valore che possedevo era la giacca di nappa ereditata dal mio povero padre morto, il quale aveva speso tutta la sua vita a lavorare il cuoio.
Tutt'a un tratto dopo vari silenziosi passi, i due bravi si fermano e cominciano a conversare animatamente. Io mi nascondo qualche metro più dietro dalla panca di massi, sopra la quale si erano seduti.
<Orsù, dimmi! Perchè sei così rintontito oggi?> domanda Il Grignapoco.
<Beh sai, ieri notte mi son dato ai bagordi, ho mangiato come un porco e bevuto altrettanto, persino in compagnia di una rispettabilissima signora e poi tu m'intendi, ho cavalcato tutta la notte> risponde Lo Sfregiato elogiandosi e facendo l'occhiolino al compagno.
Il Grignapoco starnazza per la battuta del collega, lancia una bestemmia e con enfasi dice <Difatti stamattina quando son venuto a svegliarti per comunicarti l'ordine di Don Rodrigo nella stal...>
<Ecco, ecco! Lo sapevo che c'era qualcosa sotto, ora mi rimane solo scoprire cosa> esclamo fievolmente tra me e me.
<...nella stalla non c'era il solito disgustoso tonfo di letame, ho anche arricciato il naso per riconoscere meglio l'odore ma ora che tu me l'hai detto era facilissimo! Odore di donna!> prosegue Il Grignapoco.
Una volta c'ero stato in quella stalla, era la stalla del palazzotto di Don Rodrigo e potrei scommetterci la vita; sono certo che non odorava di nient'altro se non letame, quel nauseante fetore di letame che mi aveva perseguitato per giorni.
Lo Sfregiato risponde con una bestemmia.
Mi sembra proprio che sacramentare sia il passatempo preferito dei due signori.
I due continuano a conversare senza dire però nulla di interessante, eppure avevo la forte sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa e la mia curiosità sarebbe stata colmata.
In un lampo la mia osservazione fu avverata.
<Mi chiedo per quale motivo Don Rodrigo voglia impedire a don Abbondio di celebrare il matrimonio tra quei due tessitori...> dice Lo Sfregiato.
<Ieri quando nel tardo pomeriggio mi ha convocato al palazzotto per comunicarmi il da farsi, sono rimasto leggermente perplesso anch'io ma la la notte c'ho riflettuto, è sicuramente per via della fanciulla, Lucia è dotata di grande bellezza e beh se Renzo se la sposasse sarebbe d'intralcio per il nostro signore, o sbaglio?> rivela Il Grignapoco
Eureka, eureka! Ora il quadro era completo e tutto risultava più chiaro: qui era solito passare del tempo Don Abbondio, ecco cosa stavano facendo! Lo stavano aspettando.
Parlo del diavolo e spuntano le corna: Don Abbondio svolta l'angolo e imbocca la stradicciola che lo avrebbe portato senza terzi nelle grinfie dei bravi.
Contemporaneamente vedo i bravi alzarsi e dirigersi verso di lui. L'espressione di Don Abbondio a ogni passo che i bravi intraprendevano, da spensierata e tranquilla si faceva sempre più esterrefatta e impaurita, aveva senz'altro capito che erano lì per lui.
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il Grignapoco e lo Sfregiato
Historical FictionCiò che Manzoni non ha narrato. Dietro le quinte dell'incontro tra i bravi e Don Abbondio.