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Quando erano in mensa lei si sedeva sempre sulle sue gambe, e lui la imboccava. Se ne fregavano del mondo che li guardava, contrariato, perché i loro comportamenti erano troppo intimi.
Sorridevano, si baciavano, e Mark sembrava rimbecillirsi.

Conosceva quel ragazzo schivo, che odiava le pubbliche manifestazioni di affetto, e che preferiva evitare persino gli abbracci. Quando però era con lei, cambiava: diventava così diverso da se stesso, che non riusciva a riconoscerlo.

Gli mancava il vecchio Mark. O almeno, era quello che credeva, in realtà era solo geloso, ma non voleva ammetterlo, perché sapeva che non lo avrebbe mai accarezzato, e neanche guardato, come guardava lei.

Donghyuck ne era sicuro, poteva amarlo, molto più di quanto potesse fare lei. Poteva renderlo felice, era tutto quello che aveva sempre desiderato. Avrebbe potuto lasciargli almeno quella possibilità, invece Mark gli aveva chiaramente fatto capire che lo odiava.

Per quanto gli importasse della sua felicità, a quel ragazzo che adesso poteva guardare soltanto da lontano, sarebbe mai importato di lui, o di come si sentiva?

Ma ovviamente no. Mark lo odiava, non gli interessava più il suo stato emotivo, da tantissimo tempo.

A lui non importava, se adesso stava soffrendo mentre assisteva a quella scena, resistendo a stento al desiderio di piangere.

Non poteva farci nulla, ne era consapevole. Lo aveva perso, era stata colpa del suo amore incontrollato, avrebbe dovuto imparare a controllarsi. In quel momento era sicuro di poterne accettare le conseguenze, invece non era affatto così. Faceva più male di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Sarebbe successo prima o poi, lo sapeva, non poteva per sempre reprimere emozioni così forti. Forse sarebbe stato meglio se avesse continuato la sua recita, così almeno da poterlo sentire accanto a se, mentre camminavano, e si ignoravano.

Era sempre meglio che non averlo affatto.

Tutti in quella mensa sembravano così felici, Donghyuck invece si sentiva spezzatto, e nessuno riusciva a capirlo. La vita andava avanti, anche se lui era morto dentro, non sapeva cosa fare per sentirsi meglio, non aveva nessuno che potesse aiutarlo, adesso che aveva perso anche il ragazzo che amava.

Era rimasto solo a piangere sull'errore più bello della sua vita: si odiava per avergli dato in quel modo la sua prima volta, ma allo stesso tempo era felice, perché almeno così era riuscito a baciare e toccare quel corpo che aveva sempre desiderato almeno una volta.

Prima di quella notte si limitava a toccarsi, immaginandoselo mentre lo stringeva forte tra le sue braccia, e facevano l'amore. Si odiava quando si ritrovava a pensare in quel modo di lui, ma non riusciva proprio a controllarsi, le prime volte erano state terribili! Realizzare quanto lo desiderasse, capire ci provare attrazione proprio per il suo migliore amico, di essere gay...non era stato semplice, tante volte guardandosi allo specchio aveva provato disgusto per se stesso.

Avere Mark vicino, gli suscitava non solo il batticuore, ma questo riusciva a farlo respirare irregolarmente senza che lo toccasse, e sotto il suo sgurdo il suo corpo diventava fuoco. Non riusciva a controllarlo, era difficile resistere all'impulso di baciarlo, o peggio, toccarlo.

Avrebbe voluto sentire il suo nome, almeno una volta, uscire fuori da quelle labbra, così come poteva dirlo una persona che lo desiderava allo stesso modo.

Aveva sprecato la sua occasione, si sentiva incapace di legarlo a se, anche solo facendogli provare desiderio sessuale nei suoi confronti. Quella notte Mark sembrava preso dal suo corpo, e nella frenesia di quel momento lo aveva accettato.

Era stato tutto come un'attimo, nell'intera storia dell'universo. Fugace, veloce, quasi insignificante, per Mark.

Quando nello spazio più lontano muore una stella, e a nessuno interessa, nonostante questa continui a rilasciare tutto quello che era precedentemente stata. Questo stava succedendo a Donghyuck, i resti del suo amore gli stavano ancora attorno, nonostante fosse già distrutto, non sapeva come liberarsene, lo avrebbero tormento per molto tempo.

Se solo quella notte avesse significato qualcosa anche per Mark, forse adesso non si sarebbe sentito così tanto vuoto. Sembrava che per quel ragazzo non fosse successo niente, o che non avesse nulla di importante, mentre invece per Donghyuck era stata una delle notti più belle, e allo stesso tempo terribili, della sua vita.

Stava lottando per non piangere, ancora una volta, non voleva farlo in mensa. Non davanti a tutti, aveva un certo orgoglio.

E invece Mark rideva, adesso, aveva quel vizio di coprirsi la bocca, quando lo faceva. I suoi occhi diventavano due mezzelune, certe volte rideva così forte da non riuscire a reggersi in piedi.

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I Hate you, I Love you~MarkhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora