Tre anni

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"Leo..." - si voltò verso il ragazzo, completamente avvolta dalla luce cerulea della folgore divina.

"Non farlo ti prego!" - la supplicò nuovamente.

"La prima volta che ci siamo incontrati, ho subito capito che avevi qualcosa di speciale: fino a quel momento avevo vissuto solo giorni vuoti, privi sia di gioie che di dolori. Poi sei entrato nella mia vita, e ho amato, ho sofferto, ho riso, ho pianto. Avrei voluto che quei giorni con te non finissero mai, ma sono felice di aver trascorso tanti momenti meravigliosi. Hai reso la mia vita qualcosa di bello... qualcosa che meritava di essere vissuto, e per questo ti amerò sempre. "

Leonidas fece per avvicinarsi, ma le saette lo paralizzarono:
"Lambda... ti amo, non lasciarmi..."

Col viso rigato dalle lacrime, Lambda lo guardò e sorrise dolcemente:
"Grazie di tutto, Leo."



Leonidas si svegliò di colpo.

Si ridestava sempre in quel momento: dopo non c'era nient'altro.

Non c'era stato più niente dopo la morte di Lambda, ed ora il cavaliere del leone vagabondava per il mondo senza meta o scopo;

così aveva pensato di trascorrere il resto della sua ormai vuota esistenza.


***


Alcuni pallidi raggi di sole si infrangevano sulla lapide marmorea, illuminandone la scritta incisa sopra:

«Bull, cavaliere d'oro»

Keith si rialzò, e sorridendo prese a parlare:

"Scusami se è un po' che non mi faccio vedere papà, ma c'è sempre tanto lavoro da fare qui al Santuario... la mamma sta bene, e mi ha detto di dirti che fra qualche giorno passerà anche lei a salutarti. Comunque devo assolutamente raccontarti di un fatto incredibilmente strano: da alcuni mesi a questa parte in tutto il mondo sono apparse delle sfere nere, grandi come una pesca, tonde e perfettamente lisce. Non fanno niente, fluttuano senza spostarsi di un millimetro, e non c'è verso di smuoverle... una è apparsa anche nei pressi del Santuario, ma neppure io sono riuscito a schiodarla, credo sia indistruttibile. Nessuno sa cosa siano o da dove vengano, stanno là e ogni giorno ne spunta una nuova da qualche parte: oggi è stata scoperta la novantanovesima..."

A quel punto portò lo sguardo nella lapide posta accanto a quella del padre, recante «Lun, cavaliere d'oro»:

"... e oggi sono esattamente tre anni dal giorno in cui sei scomparso fratellone; Leo non è ancora tornato, ma... spero stia bene."

In quel momento vide giungere accanto a sé due figure, una bionda e l'altra fulva:

"Deneb, Silen, che piacere vedervi!" - li accolse calorosamente il giovane.

I due lo abbracciarono felici, dopodiché Silen depose un mazzo di fiori sulla tomba del defunto cavaliere di Aquarius:

"Già, oggi è anche il giorno in cui lo zio è morto." - commentò Keith.

"Oggi sono scomparsi tanti di noi, tre anni fa..." - aggiunse Deneb malinconico.

"Tre anni, ancora non mi pare vero che sia già passato tutto questo tempo..." - soggiunse Silen.

I tre si guardarono attorno: così tante tombe erano state scavate dopo quella terribile battaglia, combattuta per decidere le sorti dell'umanità.

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