La bella Verona... Così veniva chiamata forse la più ricca e affascinante città dell'Italia settentrionale di metà Cinquecento.
Era un mattino caldo e soleggiato di luglio; la piazza del mercato, Piazza delle Erbe, era già piena di vita: dai più umili ai servitori dei più nobili andavano già da ore da una bancarella ad un'altra a comperare tutti i cibi e le bevande desiderati. Alcune donne si radunavano nei vari angoli o tra le bancarelle a chiacchierare amabilmente; alcune comari rimanevano sedute sui gradini dei portici posti ai lati della piazza spettegolando di un qualche evento tenutosi in un qualche nobile casato.
A metà del lato destro della piazza era situato un largo pozzo di marmo dal quale alcuni contadini stavano prendendo l'acqua necessaria per soddisfare la sete, probabilmente, delle loro pecore. Per terra erano seduti due ragazzi uno di fronte all'altro e un altro ancora era in piedi sul secondo gradino, nonché il più alto, del pozzo con la schiena e le mani appoggiate al marmo. I tre ridevano e scherzavano con la spensieratezza tipica dei più giovani uomini.
<<Buon Mercuzio>> esclamò il ragazzo seduto a destra con un braccio appoggiato al secondo gradino <<recita una delle tue poesie così delicate!>>
A ciò seguì una risata da parte di tutti i tre. Il tessuto blu dei suoi abiti mettevano in risalto i ricami dorati cuciti lungo le maniche della giacca e la parte esterna dei pantaloni e luccicavano alla luce del sole. La giacca non era completamente allacciata e lasciava in mostra la parte alta della camicia di seta bianca del ragazzo.
<<Gentile Romeo>> disse Mercuzio rivolgendosi al ragazzo seduto a sinistra con voce calma e, in un certo senso, sensuale <<devo soddisfare la richiesta del nostro casto Benvolio?>>
A ciò seguì una risata ancora più fragorosa.
I capelli di Mercuzio erano lunghi fino alle spalle e così biondi da ricordare un campo di grano sotto la carezza dei raggi del sole. Anch'egli indossava degli indumenti blu, ma molto più scuri di quelli Benvolio e senza ricami. La giacca era completamente slacciata, fatta eccezione per gli ultimi due lacci, e la camicia di seta bianca era sbottonata fino alla metà del petto. Vi era una particolarità, però, in quella camicia: la manica destra era tirata su fino alla spalla e l'altra era coperta dalla manica sinistra, nonché l'unica, della giacca.
<<Ma Mercuzio>> rispose Romeo, che aveva alzato un ginocchio per posarvi sopra il braccio, scherzosamente <<ho mai rifiutato d'ascoltare le tue così divine poesie?>>
Anche qui ci fu una bella risata. Romeo era vestito come Benvolio, ma la nota particolare non erano i ricami, che non ve ne erano, ma i colori: il tessuto blu diventava più chiaro in alcuni punti e più scuro in altri.
Mercuzio allora si staccò dal pozzo e cominciò a recitare accompagnando le sue parole con ampi movimenti delle braccia e delle gambe e con grande espressività.
<<Da un fiore tu sei nata,
La bellezza di una rosa ti fu donata.
Ma dopo il sollazzo l'amore puoi scordartelo:
Troppo presto pretendesti il fiore proibito!>>
I tre risero nuovamente.
<<Che villani!>> mormorò una contadina sui quarant'anni giunta al pozzo per prendere dell'acqua.
<<Ma vi sembra il modo di comportarsi in pubblico?!>> gridò improvvisamente qualcuno.
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I Due Volti Dell'Amore
RomanceL'amore è il sentimento più nobile che c'è. Amare significa anteporre il bene di un'altra persona al proprio. L'amore porta felicità, ma ha anche un lato oscuro fatto di rabbia e tristezza. Questo è ciò che ignora Verona, che ignora Romeo e che igno...