Un invito inaspettato

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Nel 1504 il poeta umanista Jacopo Sannazaro scrisse un prosimetro pastorale intitolato "Arcadia", in cui la regione greca viene reimmaginata secondo i canoni della poesia bucolica classica: l'Arcadia è un luogo idilliaco, dove i pastori vivono felici in perfetta armonia con la natura, liberi da dolori e affanni.

Da un certo punto di vista, l'Arcadia può essere considerata una sorta di Utopia.


Serena gironzolava nella quarta casa, quella che era appartenuta al fratello da lei mai conosciuto; era un posto un po' angusto, con poche finestre ed un unico grande salone centrale scarsamente illuminato da alcune pire che ardevano di un fuoco violaceo.

D'un tratto la ragazza vide arrivare una figura vestita di nero, riconoscendo in lui il famoso cavaliere del leone:

"Tu sei Leonidas, vero?"

Il giovane si fermò a pochi metri da lei.

"Sì."

"Io sono..."

"Lo so."

Le era avevano riferito del grande affetto che c'era stato tra lui ed il defunto Lun, ma in quel momento faticava a crederci, osservando l'atteggiamento distaccato del cavaliere.

"Keith ha detto che assomiglio a Lun; anche tu lo pensi?"

Leonidas la scrutò brevemente ma con occhi profondi:
"Sì, la somiglianza è indubbia."

A quel punto il ragazzo fece per andare oltre, ma Serena lo bloccò prendendolo per il braccio:
"Stai andando in cerca degli specter?"

"Devo trovare una persona."

"Anch'io: temo che gli specter abbiano rapito mio padre!"

"Lo cercherò: sto andando al loro castello."

"Portami con te!"

"No."

"Ti prego, non posso restare qui senza..."

"Tu resta qui." - sentenziò con tono tanto austero da far sentire Serena minuscola dinnanzi a quell'imponente figura dai capelli corvini.

"Troverò tuo padre." - le si rivolse nuovamente, con tono meno minaccioso, per poi sparire tra le ombre della quarta casa.



Con un baleno di luce, Leonidas apparve davanti alla casupola, dove 6 lo aspettava a braccia conserte:
"Ce ne hai messo di tempo." - ridacchiò sarcastica la ragazza.

"Femmina."

"Cosa?"

"Mia madre dice che il gatto è femmina."

"Ah, buono a sapersi..."

"Ora puoi darle un nome."

"Ci penserò strada facendo."

6 si voltò e dopo essersi guardata un po' attorno fece un cenno a Leonidas:
"Seguimi, il castello è in questa direzione."

Detto ciò la ragazza sfrecciò come un lampo verso l'Arcadia, seguita alla medesima velocità dal cavaliere del leone.

Un luogo deserto, aspro, tappezzato da brulli ed inospitali monti; Leonidas conosceva bene quelle terre, anche se aveva di esse un ricordo evanescente, legato ad una profonda crisi vissuta alcuni anni prima riguardante la sua natura di figlio di Tifone.

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