Le porte d'ebano del castello si spalancarono lentamente, senza emettere nemmeno il minimo cigolio, come se nonostante l'aspetto vetusto fossero preservate dalle intemperie del tempo per merito di un qualche sortilegio.
Kaspar condusse i tre ospiti lungo un ampio corridoio, dove ogni passo echeggiava tra i muri, scomparendo poi nell'immensità del maniero.
Infine il gruppo giunse presso una sorta di gigantesco salone centrale dalla forma ellittica, privo di mobilio, asfaltato da un lastricato di granito nero, e cinto da diversi ballatoi scolpito attorno ai muri e alle altre porte della sala; proprio in quelle corsie i due cavalieri e 6 videro brulicare diverse sagome oscure, che da quando erano entrati non avevano fatto altro che scrutarli nascoste nel buio.
"Attendete qui, fra poco sarete ricevuti."
"Da chi?"
"Attendete, signor Phoenix." - sorrise Kaspar per poi sparire tra le ombre del castello.
Alcuni istanti dopo, su di una sorta di palchetto posto sopra il portone principale del salone, fecero la loro comparsa due figure bardate di nere armature, una dall'aspetto tagliente e munita di un paio di ali, l'altra dalle fattezze più massicce e compatte.
"Benvenuti" - parlò lo specter alato - "io sono uno dei tre giganti al servizio di Ade: Eaco di Garuda, della stella del cielo intrepido."
"So bene chi sei Garuda" - ridacchiò Ikki - "anni fa infersi una dura lezione al tuo predecessore, che aveva le tue medesime fattezze.""Oh, devo averti sottovalutato in tale occasione, ma prometto che non accadrà nuovamente: quello che hai davanti è un Eaco completamente nuovo."
"Alla fine uno specter rimane sempre lo stesso."
Mentre i due si scambiavano frasi pungenti, Leonidas osservava la figura che accompagnava il gigante degli inferi, scrutandola attentamente, a partire dalla lunga chioma corvina.
Notando il suo sguardo, Eaco si rivolse all'altro specter:
"Oh guarda, credo che quel ragazzo laggiù ti conosca, Violate."In quel momento Leonidas realizzò di aver finalmente trovato la persona che stava cercando, ed assieme ad essa anche la conferma dei terribili dubbi che erano sorti in lui nelle ultime ore.
"Non l'ho mai veduto in vita mia, eppure ha un ché di familiare..."
"Noi non ci siamo mai incontrati" - spiegò Leonidas - "ma io sono tuo cugino: tuo padre, Gunnar, è infatti fratello di mia madre."
Udito ciò Violate si portò più avanti, e Leonidas poté osservarla meglio in volto: il suo aspetto, per via della pelle nivea e degli occhi e dei capelli neri, gli ricordò molto quello della sorella Loki, e in generale di tutto il ramo materno della sua famiglia.
"E cosa ti porta qui, cugino?" - domandò la giovane con un sorriso strafottente.
"Sono giorni che tuo padre non ha più tue notizie, e pertanto tutta la famiglia si è mobilitata per cercarti."
"Che cosa tenera..." - commentò Violate arricciando le labbra con tono sarcastico - "Però vedi, la mia famiglia è qua tutta attorno."
"Non so cosa sia successo, ma Gunnar mi ha sempre parlato di te con amorevole orgoglio, e non riesco a credere che tra di voi sia successo qualcosa tale da recidere il vostro legame."
"No infatti, non è accaduto nulla: semplicemente ho scoperto la mia vera natura."
"Sei posseduta." - intervenne Ikki.
"Violate non è mai stata così in sé, ed anche per me è lo stesso." - rispose Eaco ghignante.
"Ora basta giocare." - tuonò una voce imperiosa proveniente da un altro palchetto - "Come al solito Eaco ti perdi in chiacchiere, e sai benissimo che il nostro padrone pretende fatti."
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L-Iconoclast 6
FanfictionDopo la guerra contro l'Olimpo, il cavaliere del leone Leonidas vaga affranto dal ricordo di coloro che ha perduto. Un giorno, mentre è alla ricerca di una persona scomparsa, si imbatte in una vecchia conoscenza, che non si fa chiamare con un nome...