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"E rimpiango tutto ciò che non ho mai fatto, quando avrei potuto. Tutto ciò che non ho mai detto, quando avrei dovuto."

Capitolo thirty-five

Mi pettino i capelli, e li lascio sciolti sulle spalle. Applico un po' di blush per dare colore alle mie guance. Oggi è arrivato il giorno tanto atteso, conoscere il nuovo compagno di mio madre.

Mi trucco gli occhi per risaltare il colore, e poi prendo le due grucce e le posiziono davanti alla mia figura.  Con quale sto meglio? Sicuramente a Dimitri piacerebbe questo di colore bianco.

Osservo l' altro di un colore azzurrino, molto carino. Ma non adatto a questa occasione.

Sbuffo.

Vado all' armadio, apro le due ante e sospiro mentre osservo cosa indossare.

Rosso? No, non è natale...

Argento? No, non sto andando in discoteca...

Faccio una faccia disgustata ad ogni vestito, finchè m' innervosisco e gli butto tutti a terra.

E scoppio in lacrime.
Per tutto.
Per il nervoso, per il fatto che oggi dovrò essere felice per mia madre.

Scoppio perché domani è il giorno della loro morte.
Ed io sto crollando.
Lentamente.
Più cerco di rincollare i miei pezzi più questi si distruggono.

Non ce la faccio più, odio la mia vita. Non ne trovo più un senso.
Credo di essere impazzita.
Anche ossessionata. Faccio finta di ignorarlo, ma poi lo seguo ovunque con lo sguardo. Lo seguo anche agli allenamenti, agli incontri, ovunque. Non l' ho vista uscire con nessuna. E questo mi fa riflettere sulla mia decisione. È questo ciò che voglio veramente?

Mi sento così... Così... strana.
Mi manca tutto.
Il suo essere stronzo.
Perverso.
Perfetto.

Non ho raccontato di questa mia ossessione al mio psicologo.

Già sono pazza.

Figuriamoci essere considerata una stalker.

Non mi capacito più delle mie stesse azioni.

Sto impazzendo.

Non riesco più a distinguere il bene dal male.

E' come se i miei ricordi fossero un mangone in gola che mi soffocano, che mi tormentano, che mi uccidono lentamente.

Scoppio a ridere istericamente, hai vinto.

Hai vinto di nuovo Dimitri, dovunque tu sia. Sei sempre nella mia testa anche se non voglio.

Hai vinto anche tu, papà.

Mi sporgo a prendere una delle sue foto che ho dentro al comodino e accarezzo il suo viso, accanto a lui ci sono io, sorridente, ancora libera, pura come non mai. Le mie labbra si piegano in una smorfia. Non sarò mai più così.

"Caro papà, spero che tu lassù ti stia divertendo con la tua amante, spero che possiate sentirvi in colpa per tutto quello che avete causato quaggiù, avete limitato la mia adolescenza, limitato la fiducia nelle donne in Dimitri, limitato mia madre e me con il solito rapporto mamma-figlia. Avete fatto un mucchio di casini, e ve ne siete andati, lasciando a noi tutti i drammi." Sorrido. "Perchè mentire? Perchè stare nell' ombra? La verita fa sempre male, papà. Se avessimo saputo prima di tutto questo, magari ci sareste ancora, magari noi avremmo subito meno problemi, magari non avremmo tutti questi cazzo di dilemmi"

The Bad Boy' s rulesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora