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Mi sveglio di soprassalto e con il fiatone.

Un altro incubo.

Mi guardo intorno e vedo l'ora sul telefono.

Sono le 7 e mezza

Mi appoggio allo schienale del letto e mi prendo le gambe.

È passato una settimana da quando quella persona mi ha parlato e siamo ancora nella villa della nonna di Jimin.

Non faccio altro che risentire quella voce e convincere me stessa che mi sto sbagliando.

Ma la verità è che lui è tornato ed è disposto a tutto per ritornare con me.

Chiudo gli occhi e nascondo il viso.

D'un tratto sento la porta della camera aprirsi.

«Ehi amore sei sveglia» mi dice Jimin.

Alzo la testa non accorgendomi delle lacrime che stavano cadendo sulle mie guance.

«Amore» si avvicina Jimin e mi asciuga le lacrime «perché stai piangendo piccola?» sussurra dolcemente.

«Perché lui ti può far del male e io non voglio» dico piangendo.

«Chi amore»

Non riesco a rispondere e lo abbraccio forte.

«Amore mi sto preoccupando, tu conosci quel ragazzo?» mi domanda coccolandomi.

Io annuisco e metto il viso nel suo collo.

«Come si chiama piccola» mi chiede di nuovo Jimin.

«A-anche sé facciamo qualcosa, lui tornerà comunque» sussurro sapendo già cosa volesse fare Jimin.

«Stefy voglio il nome» dice quasi severo.

Io mi stacco e mi prendo le gambe.

«Sì chiama Lay» sussurro piano.

Jimin mi guarda.

«Perché vuole te?» mi domanda.

Io scuoto la testa non volendo raccontare nulla.

«Stefy se non mi dici nulla io non posso aiutarti» dice ancora Jimin.

«Tanto le cose non si risolveranno Jimin, lui ritornerà sempre nella mia vita e farà del male a ogni persona che mi starà vicino» dico guardandolo.

«Voglio sapere il motivo per cui può farmi del male» dice Jimin.

«E io non voglio che tu sappia, sarà peggio sennò» dico.

Lui si alza «Stefy se non mi dici nulla allora troverò un modo per scoprirlo anche se tu non vuoi» dice freddo.

«Perché ti ostini a saperlo!? Non voglio vederti morto!» urlo in lacrime.

«PERCHÉ TI AMO CAZZO!» urla anche lui.

Lo guardo con le lacrime che scendono.

Ha ragione... deve saperlo.

«Lay è mio fratello» sussurro iniziando a raccontare «per la precisazione fratellastro. È il figlio di mio padre ed è più grande di me di qualche anno. Quando sono nata lui era già in casa, mio padre mi raccontò che Lay era nato quando stava ancora con la prima moglie. Quando si erano lasciati la ex moglie non voleva il bambino quindi lo prese in affidamento e poi, qualche anno dopo, incontrò mia madre e poi sono nata io»

«I primi 13 anni fu tutto così facile e felice, fin quando Lay iniziò ad essere un po' troppo attaccato a me. Era geloso anche di mio cugino perché stavo sempre con lui.
Avevo raccontato tutto ai miei genitori ma loro dicevano che era soltanto un modo per proteggermi e volermi bene»

Jimin mi guarda e si siede di fronte a me prendendomi la mano.

«Le cose peggiorano il giorno dopo che i miei genitori erano partiti. Stavo io a casa e Lay era uscito con dei suoi amici, era sera. Lay tornava sempre tardi ma quella sera fu diverso, era tornato a casa ubriaco e urlava il mio nome. Io mi ero svegliata per colpa del casino e nel mentre mi avvicinavo alla porta, lui entra in camera mia e mi guardava sorridendo. Io in quel momento ho iniziato ad avere paura, Lay quella sera mi violentò e continuò quel comportamento per anni finché mio padre non lo cacciò di casa»

Per tutto il racconto avevo stretto la mano di Jimin.

«Perché hai paura di vedermi morto?» mi domanda Jimin dolcemente.

«Perché lui ha ucciso due persone» sussurro guardandolo «e quelle due persone erano i miei amici, a Lay non faceva piacere vedere me con delle persone, specialmente se sono maschi o anche se sono i miei fidanzati perché lui vuole me» dico.

Jimin si avvicina e mi abbraccia stringendomi.

«Farò tutto il possibile per allontanare questa persona da te» sussurra accarezzandomi i capelli.

Io chiudo gli occhi e lo stringo a me cadendo nelle braccia di Morfeo.

Serenditipy ~Park Jimin~ REVISIONATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora