«Allora, Tobi, sei sicuro di voler intraprendere di nuovo questa strada? L’ultima volta non è
stato così facile come credevi.»
Il paziente guardava Nigel Murray, assistente del Dipartimento di Psicologia dell’Università
di Manchester e suo tutor personale nell’esperimento che lo aveva tenuto coinvolto per
due indimenticabili anni, con un fare stranamente interrogativo.
«Si, dottore, mi pare di esser stato chiaro quando ci siamo risentiti al telefono, due mesi
fa.»
«Ti prego, ci conosciamo da cinque anni. Pensavo avessimo superato la fase dottore-
paziente. »
«Sei sempre uno psicologo Nigel, o sbaglio?»
«Vedo che il tuo umore è sempre uno schifo. Beh, visto che la conversazione non andrà
avanti fino a che non avrai ottenuto la tua risposta, si Tobi, sono addirittura uno psicologo
più qualificato e rinomato di allora!»
Dannazione, se era vero! Aveva conosciuto Nigel nell’Ottobre del 2012. Un consulente
goffo, dall’orrendo gusto nel vestire, uno di quei strani tipi che buttano via tutti i maglioncini
in lana perché finiscono col macchiarli di caffè che, puntualmente, vi rovesciano sopra.
Ne aveva fatta di strada da quel lontano Ottobre! Aveva avuto una brillante intuizione, una
di quelle che mettono in pratica inutili studi teorici che non hanno mai portato a nulla di
concreto.
Tutti i suoi superiori, nonché i suoi più fidati colleghi, lo avevano deriso, gli avevano dato
dell’idealista per aver pensato di investire risorse in un progetto dal quale neanche i più validi studiosi e
ricercatori, erano riusciti a trarre dati scientificamente credibili.
Ma il dottor Murray aveva trovato i candidati adatti e, nonostante ci fosse stato un
incredibile rimbalzo mediatico, non era ancora del tutto convinto di come gli eventi si
fossero evoluti. Sentiva di non aver portato a termine il suo lavoro.
«Oh ne sono sicuro, Nigel. Tutti quei talk-show show in cui sei stato ospite. Cazzo, dovrei
chiederti una percentuale. E, per la cronaca, il mio umore non è uno schifo, casomai è il
mio aspetto a fare schifo, se non l’avessi notato.»
«Ora che ti guardo meglio si, dovresti davvero rasarti quel barbone che ti ritrovi. Come mai ti sei ridotto così? Non dovevi chiederle di sposarti?»
«Già, dovevo.»
«Cos’è cambiato?»«Forse tutto. Forse niente. L’hai sentita?»
«Sai bene che esiste il segreto professionale, Tobi»
«Pensavo avessimo superato la fase dottore-paziente, Nigel» Si passò la mano tra i
capelli pensando che forse stava facendo perdere troppo tempo al suo amico; non era più
un semplice consulente, dopotutto. «Dai, facciamo quel che dobbiamo, sono
pronto.»
Il dottor Murray, senza farselo dire due volte, si armò di taccuino e penna e iniziò a prender nota, per poi dare il via alla registrazione con un click.
>Esperimento sociale numero 17/ 3 anni dopo
> Tobias Butler, 35 anni.
>Seduta n. 249
«Bene. Cominciamo pure. Preciserò che dall’ultima seduta di tre anni fa, legata
esclusivamente alla mia ricerca, sei diventato mio paziente abituale.
Ti farò domande semplicissime, alle quali risponderai con un si o con un no.»
«Certo, tutto quello che devi»
«Ad oggi, dopo l’esperienza che hai vissuto, e dopo gli eventi che ne sono scaturiti,
sapresti affermare con convinzione di credere all’amicizia tra uomo e donna?»
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A patto che io non t'ami
ChickLitTutto stava diventando inconsciamente erotico. Non poteva permettere che accadesse. Non quella notte, non in quel momento. Doveva proteggere l'unico rapporto sincero che avesse mai avuto.