•Capitolo 11•

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—"How You Remind me." Nickelback.
—"Taki Taki." Selena Gomez, Dj Snake..

Con gli occhi sgranati venni trascinata dentro il laboratorio di scienze. Un piede chiuse la porta. Venni sbattuta al muro.

"Sono io!" Laurel mi comparve di fronte, continuando a tenermi chiusa la bocca."Non gridare, d'accordo?"

Io mi limitai ad annuire, sul punto di avere un infarto e di ucciderla per lo spavento che mi stava facendo venire.

Quando finalmente mi lasciò andare ripresi a respirare."Sei forse impazzita?!" Sbottai, ancora sotto shock. Mi sfiorai una guancia con la mano, il respiro accelerato."Perché mi hai scritto di trovarci negli spogliatoi se poi avevi intenzione di trascinarmi qui?"

Lei incrociò le braccia al petto."Non si è mai troppo cauti, sai com'è." Indossava un bracciale di pelle con le borchie e gli occhi azzurri erano cerchiati di nero, le labbra di un rosso scarlatto.

"No, non so com'è." Ribattei, sbuffando.

"Bel vestito." Disse con un breve cenno del mento in direzione di quest'ultimo."Ma parliamo di roba seria."

"Sei tu che mi segui?" Mi ritrovai a chiederle.

"Come?"Si accigliò."C'è qualcuno che ti segue?"

Annuii mentre lei si legava i capelli scuri in una coda alta."Non ho idea di chi sia, ma ieri mentre andavo in questo negozio ho avuto la strana sensazione che qualcuno mi stesse seguendo e poi ho visto una figura incappucciata che...mi fissava dall'altro lato della strada."

"Forse era solo un travestimento per Halloween?" Tentò sorridendo come un'ebete.

Sbuffai."Non credo proprio." Il solo pensiero mi fece venire i brividi. Non volevo pensarci.

"Penseremo anche a questo." Mi disse tornando seria, il tono di voce improvvisamente rassicurante."Ma prima devo parlarti."

Mi afferrò per un braccio sotto il mio sguardo perplesso e mi condusse verso la cattedra, costringendomi a sedermi. Lei mi si sedette di fronte, le gambe incrociate e le braccia che si reggevano al tavolo.

"Sta succedendo qualcosa di molto strano in questa città, Kimberly." La sua voce era un sussurro forzato, che mi mise in guardia. Prima di quel momento non avevo notato le profonde occhiaie che le cerchiavano gli occhi, che aveva cercato di nascondere sotto strati di fondotinta.

Pensai al tizio fuori dal negozio, alla sensazione di essere osservata, a quello che avevano escogitato Camille e Charlie, alla situazione familiare di Andrew e constatai che aveva ragione. Persino io, ormai non mi sentivo normale. Stavo diventando paranoica.

"Sono...D'accordo." Mormorai, inquieta."Ma non capisco tu cosa centri, o cosa centro io. Non so niente di te, per esempio."

Adesso che ci pensavo, a parte Savannah e la mia famiglia non conoscevo nessuno. Non sul serio. Avrei potuto dire di conoscere Andrew? Deglutii, improvvisamente a corto di parole.

"Meno sai, meglio è."Prese un profondo respiro."Ti basti sapere che io non sono di qui, ma posso aiutarti. A patto che tu aiuti me."

Mi accigliai."Certo, se solo sapessi di cosa si tratta..." La sua espressione impaurita, mi spaventò."Ehi, cosa c'è che non va?"

Non conoscevo Laurel, sapevo poco e niente di lei, eppure il mio sesto senso mi diceva che potevo fidarmi di lei. C'era qualcosa nei suoi occhi, come in quelli di Andrew. Doveva averne passate tante. Doveva avere combattuto diverse battaglie e probabilmente da come parlava le stesse battaglie non si erano ancora concluse. Il modo in cui si vestiva non era altro che una copertura. Ne ero sicura.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora