2010
"Che ci fai tu qui?" Alzai lo sguardo e vidi Diana sulla porta con aria sospetta
Io giocavo con una pallina rimbalzante steso sul letto, con uno sbatti addosso allucinante e la voglia di non fare assolutamente nulla per il resto della giornata.
"Ho perso il lavoro."
Diana lasciò un borsone sul corridoio e venne a sedersi accanto a me sul letto.
"Cos'è successo sta volta?"
"Ho litigato con il proprietario."
"Come il resto delle volte."
"Mi danno del ragazzino."
"Perché è quello che sei."
"Grazie sorella meno male che ci sei tu a confortarmi."
"Non la prendere come una cosa brutta, hai 16 anni, sei ancora un ragazzino."
"E' un modo per dirmi di riportare il mio culo a scuola?"
"Si, soprattutto perché avere un fratello al 3 anno rende tutto più semplice per una novellina come me."
"C'è qualcuno che ti rompe?"
"Se ti dicessi di si torneresti?"
"Si, per dargli una lezione e poi tornarmene."
Diana sospirò, ormai rassegnata per la mia scelta di mollare scuola.
"Senti facciamo così.."
Lei si alzò, prese un fogliettino dalla borsa che aveva fuori dalla camera e me lo porse.
"Questa è una gelateria che sta di fronte la palestra dove vado, cercano del personale, volevo chiedere per me, ma penso che tu ne abbia più bisogno."
"Tu vai in palestra?"
"Prometti che non lo dici a mamma?"
"Lo sai che i tuoi segreti sono al sicuro con me."
"Croce sul cuore?"
Io mi "disegnai" una x immaginaria sul cuore e le strinsi il mignolo.
"Croce sul cuore."
"Sto facendo pugilato."
"Pugilato?! Ma sei una bambina!"
"Stai parlando come mamma."
"Scusa è che.. mi fa strano."
"Non faccio gli incontri, mi muovo solo un pò e poi così posso difendermi dai prepotenti come te."
Diana sorrise e mi tirò un cazzotto sulla spalla.
"Ti dispiace se vengo a fare un salto anche in palestra?"
"Perché no, vedrai che ti piacerà un sacco."
"Vediamo dai, intanto chiedo per la gelateria."
"Dai allora accompagnami così mentre mi alleno tu vai a sentire cosa dicono."
"Andiamo."
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«Come siamesi»
FanfictionNessuno parlava più di lei. Quasi non se la ricordavano nemmeno. Diana non l'avrebbe voluto. Era marcia, lei, era sporca dentro, e non avrebbe mai voluto infettare la vita di suo fratello e quella dei suoi amici. Mario però se la ricordava, se la ri...