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Beatrice

Ndo sta l'ultima scatola? Ero sicura di averla messa proprio qui.

Mi giro su me stessa per due volte, lanciando occhiate per tutta la stanza, senza trovare l'oggetto della mia ricerca.

Sbuffo sonoramente e sollevo la testa al cielo "Marti! Che hai visto la scatola con scritto pantaloni?" Urlo dalla mia camera, sentendo le  corde vocali bruciare per lo sforzo.
"Si amo sta qua!" Sento urlare come risposta.
Ma come c'è finita in camera sua che ero convintissima di averla portata nella mia stanza.
Ecco perché odio trasferirmi.
Non importa quanto tu possa organizzare la cosa, finirai sempre, e dico sempre, per perdere qualcosa.

Esco dalla stanza e mi dirigo verso quella di Martina "ma come c'è arrivata qua?" Sussurro chinandomi per raccogliere la scatola di cartone piena di pantaloni.
"Amo ce l'hai portata te cinque minuti fa che nte ricordi?" Sto diventando pazza, bene.
Le faccio un segno con la mano, per dirle di lasciar perdere e ritorno in camera mia con l'ultima scatola mancante all'appello.

Oggi era il grande giorno. Oggi dopo 365 giorni precisi sono uscita dalla clinica.
Come mi sento? Come se tutto quello che ho fatto prima di entrare mi abbia aiutato a capire che io sono altro. Che io valgo molto di più. E sopratutto che se si ha un problema si deve chiedere aiuto, perché quando poi lo si supera ci si sente leggeri come delle piume.
Non è stato facile, soprattutto i primi tempi.
Ho avuto più volte delle crisi e sono stata vicina al mollare, ma grazie a Martina non l'ho fatto.
Martina è stata la mia compagna di stanza in questo lungo anno, abbiamo affrontato tutto insieme e senza di lei non so se ce l'avrei fatta.
Dopo due settimane di conoscenza avevamo già deciso che una volta uscite saremmo andate a vivere insieme, anche perché nessuna delle due aveva una casa.
Lei è uscita il mese scorso, e nel frattempo ha cercato un piccolo appartamento per noi, che non costasse troppo ovviamente perché non è che avessi tutti sti gran risparmi.
Questo mi ricorda: prima cosa da fare, cercare un lavoro.

"Io sono stanchissima Bea e non ho voglia di cucinare, che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa fuori?" La voce di Martina interrompe i miei pensieri.
Mi volto mentre finisco di appendere l'ultimo paio di pantaloni nell'armadio.
"Va bene Marti, mi metto a posto un attimo e ci sono".


Siamo sedute in questo baretto vicino a piazza Navona, e mentre Martina è in bagno io sfoglio il menù.
Sento delle risate provenire dalla mia destra, così alzo gli occhi e vedo due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, che si stanno rincorrendo. Lui la raggiunge e la abbraccia da dietro, lasciandole un dolce bacio sulla guancia.
Che sguardo innamorato che ha lei, se solo si potesse vedere in questo momento.
E lui, il modo in cui la stringe, come se fosse la cosa più preziosa che avesse.

Chissà se anche io guardavo così Damiano, e chissà se anche lui mi ritenesse la cosa più importante che avesse.

Dio quanto mi manca. In questo anno ho sentito ininterrottamente la voglia costante di urlare quanto mi mancasse. Ci sono state delle volte in cui ero a tanto così dal chiamarlo, e pregarlo di perdonarmi e venirmi a trovare, spiegandogli che non lo avevo lasciato per egoismo, ma che quello che avevo fatto l'avevo fatto anche per lui.

Delle volte per darmi la forza di andare avanti mi dicevo che appena sarei uscita dalla clinica, lo avrei chiamato. Vivevo in funzione di quel momento, del momento in cui avrei risentito la sua voce.
E adesso che potevo veramente farlo non mi sembrava più giusto.
Magari lui è andato avanti, magari si è fidanzato, si è dimenticato di me. Che senso avrebbe ritornare da lui?

Poi comunque sono sicura che mi odi. Il modo in cui sono scappata via... dio, Bea ma potevi almeno lasciargli un messaggio.

Mi sono tenuta aggiornata sulla sua carriera, e comunque Vic è venuta spesso a trovarmi e mi ha raccontato tutto quello che capitava nelle loro vite. Dire che sono orgogliosa è così riduttivo. È riuscito ad ottenere tutto quello che ha sempre sognato. Quanto te lo meriti Dam...

"Ci sono" Martina si siede di fronte a me con un sorriso che le illumina tutto il volto.
"Che prendi?" Mi chiede rubandomi il menu da sotto il naso. "Bo credo un insalata non ho tanta fame" rispondo appoggiando la testa alla mano. Ero così stanca avrei dormito per giorni interi se avessi potuto.
"Mi sa che la prendo anche io, così mangiamo in fretta e poi andiamo a dormire"  dice ridendo, facendo sorridere a ruota anche me.


Io e Martina stavamo parlando della casa, quando il mio cellulare appoggiato sul tavolino inizia a vibrare facendo un rumore assurdo.
Lo prendo in mano e noto un nuovo messaggio da Vic.

<Beaaa allora sei a casa? Stai bene? Appena posso ti chiamo❤️>

Il sorriso che già c'era sulle mie labbra si allarga ancora di più, così decido di provare a chiamarla io, avevo troppa voglia di sentirla, nel caso se ha da fare non mi risponde.

Sto per comporre il numero quando arriva il cameriere, così mi blocco qualche minuto per dare la nostra ordinazione.
Quando il cameriere se ne va schiaccio la cornetta verde e mi porto il cellulare all'orecchio.
Squilla.
Mi mordo un unghia, impaziente di sentire la sua voce squillante.
"Bea?" quella non era la voce di Victoria.
"Bea sei tu?" I miei respiri iniziarono a essere irregolari, così da ricevere uno sguardo di preoccupazione da Martina.
"Bea ti prego" quel ti prego sussurrato è stato il colpo di grazia. Riesco a sentire il mio cuore spezzettarsi  in tanti piccoli frammenti.
Gli occhi iniziano ad inumidirsi. Prendo un respiro profondo e rispondo: "Ciao Dam" .

SEQUEL - This Is What I Live For 2 - Maneskin ( MATURE ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora