Uno

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"Sono a casa." Urlai non appena misi piede in casa.

Essendo che non ci fu alcuna risposta, sospettai che i miei genitori fossero ancora a lavoro. Isaac e Jack mi avevano avvisata, prima di andarmene da scuola, che sarebbero tornati leggermente più tardi e Maegan non sarebbe rientrata prima del terzo weekend del mese. Avevo la casa tutta per me per qualche ora. Quindi, non pensandoci nemmeno, mi fiondai in camera per lasciare lo zaino e togliermi le scarpe, poi tornai in salotto e mi buttai a peso morto sul divano. Presi il telecomando, accesi la TV e cercai Riverdale. L'unico pomeriggio rilassante di questo nuovo anno scolastico stava per cominciare e nessuno poteva distogliermi dal mio obiettivo, ovvero finire quel giorno la prima stagione.
Qualcuno, però, dopo tre episodi, decise che era il momento di staccarmi dalla televisione. Il mio telefono si illuminò, segno che mi era arrivata una notifica; lo presi e controllai. Isaac mi aveva scritto un messaggio.

Ci vieni a prendere? Siamo rimasti a piedi.

Alzai gli occhi al cielo, non capendo come avessero fatto a rimanere senza macchina se erano andati a scuola con quella.

Camminate, vi fa bene ;)

Si, quelle faccine sono parecchio inquietanti, ma esprimono meglio l'idea a parer mio.
La sua risposta non tardò ad arrivare.

Ti preeego. Ti offriamo un gelato.

A quella frase il mio corpo reagì da solo. Mi alzai di scatto dal divano, andai a mettermi un paio di scarpe qualsiasi, afferrai le chiavi della macchina e di casa ed entrai nel garage. Fortuna per loro che i nostri genitori erano andati a lavoro con un'auto sola. Uscii dal garage e mi immettei in strada. Dopo poco mi arrivò un altro messaggio e, contro ogni prevenzione, presi il telefono per leggerlo. Questa volta era da Jack.

Dobbiamo accompagnare anche Blaine.

Ebbi una mezza idea di fermarmi e fare marcia indietro, ma decisi di continuare a guidare. Il gelato mi aspettava.
Arrivata davanti la struttura, mi sorpresi nel vedere che i tre ragazzi stavano attendendo davanti il cancello. E io che ero già pronta a parcheggiare e ad entrare per cercarli. Costeggiai e diedi loro il tempo di salire, poi tornai in strada. Il tragitto fino a casa di Blaine fu parecchio silenzioso da parte mia. Non dovetti nemmeno chiedere l'indirizzo, sapevo benissimo dove abitava e la cosa non mi piaceva. Mi fermai davanti il cancello di casa sua. Iniziai mentalmente un conto alla rovescia partendo da dieci, se arrivata a zero non fosse sceso, sarei partita lo stesso. Ebbe la decenza di salutare e abbandonare il veicolo a quattro, ma non quella di ringraziare. Abbassai il finestrino, scocciata, e gli urlai dietro: "Un grazie non ha mai ucciso nessuno."
Ero parecchio sicura che i gemelli si stessero guardando disperati.

Blaine si girò, regalandomi uno dei suoi sorrisi strafottenti. "Non vorrei essere il primo a sfidare la sorte." 

Gli feci il dito medio, nonostante si fosse girato, e ripartii.
Stronzo.
Mentre tornavamo a casa, mi vennero in mente circa una quindicina di modi per uccidere una persona che non vedevo l'ora di provare, su qualcuno in particolare poi. Jack e Isaac parlottavano tra di loro passando da un argomento all'altro.
"Sorellina, vieni alla festa di Loren venerdì?" Chiese il biondo sporgendosi in avanti.
"Non so." Risposi incerta.
"Dai, che fai a casa da sola?" Intervenne Isaac.
Mi girai solamente un attimo per osservarli. Solamente facevano storie per non farmi andare, da bravi fratelli maggiori. Qualcosa mi puzzava. Una lampadina si accese nel mio cervello.
"Vi serve un passaggio per tornare a casa in modo da ubriacarvi per bene, vero?"
Nonostante non li vedessi, ero certa che si fossero guardati un momento. Avevo colto nel segno.
Non ebbero tempo per replicare, arrivammo a casa. Parcheggiai la macchina nel garage e scendemmo.
"Giusto per curiosità, che cosa avete combinato oggi vestiti in quel modo?"
I gemelli mi fissarono non nascondendo il sorriso che stava spuntando sui loro volti, sicuramente al ricordo di quello che avevano fatto.
"Niente di che, abbiamo solo dato sfoggio delle nostre doti di attori." Si pavoneggiò Jack.
Povero, povero professore che si è dovuto sorbire il loro teatrino.

Il ragazzo della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora