12. Back For You.

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Non era il caso di alzarsi tardi e fare gli adolescenti nati stanchi che dormono 12 ore. Liam aveva un pensiero fisso in testa e si svegliò presto. Era carico, convinto.

I suoi genitori gli avevano fatto cambiare idea su Zayn. Ne era arrabbiato? Un po' sì. Avevano rovinato tutto, ma non ne avrebbe fatto un disastro. D'altronde poteva capirli e... poteva perdonarli. Il problema ora era parlarne direttamente con loro.

Si strofinò gli occhi con le mani e il suo pigiama color turchese gli cadeva addosso largamente. Rimase seduto sul letto con le mani sugli occhi per pensare cosa avrebbe fatto. Questa volta non ci sarebbero stati ripensamenti, né persuasioni. Liam non poteva dire di non averci provato. Ci aveva provato eccome ad andare avanti e a trovare qualcuno, ma il bacio di Sophia probabilmente fu solo la conferma che in realtà Liam aveva sempre amato Zayn.

Decise che Sophia sarebbe stato il passo successivo, prima c'era mamma da affrontare, che se ne stava giù in cucina a preparare la colazione. Si sentiva il ticchettio delle tazze e il latte colare in esse. Poi il fuoco dei fornelli.

“Buongiorno, mamma.” Liam scese le scale e si accomodò al tavolo, ancora un po' assonnato. Anche volendolo, non sarebbe riuscito ad addormentarsi. Troppe cose per la testa.

“Buongiorno caro, tutto bene? Come mai in piedi così presto?” chiese Karen tutta indaffarata nel riscaldare il caffè.

“Ehm... non lo so.” mentì Liam.

Era un po' teso, ma preferiva non darlo a vedere altrimenti sua madre se ne sarebbe accorta. Si finse a proprio agio. Non si era preparato un discorso, avrebbe affrontato la cosa di petto e sua mamma sembrava abbastanza di buon umore quella mattina. Ora o mai più!

Prese un grosso sospiro che gli gonfiò i polmoni.

“Mamma, vorrei parlarti.” non lo disse con tono serio. Non voleva che la madre si preoccupasse. Questa versò il caffè caldo nella tazzina e si sedette di fronte al figlio.

“Dimmi, Liam. Di cosa vuoi parlarmi?” aveva un tono così dolce quella mattina, Karen. Era serena. Liam sperava di non guastarle l'umore. Forse basterà usare le parole giuste.

“Mamma, in questi lunghi giorni ho provato a essere me stesso. A essere il Liam che avete sempre desiderato. Ci ho provato, mamma. Hai visto che ci ho provato?” si bloccò per capire le sensazioni di Karen.

“Sì, mi ha fatto piacere che ti sei fatto nuovi amici e sei uscito con loro.”

“Esatto, e ho anche conosciuto Sophia, te ne avevo parlato.”

“Sì, è tanto carina quella ragazza.” si addolcì Karen.

“Sì, lo è. Infatti mi sono affezionato e le voglio bene.” disse Liam. Era sincero, ci teneva a Sophia, e il bacio che le diede era casto. Era un bacio tra amici.

“Oh, che bello! Sono così contenta!”

“Però mamma in questi giorni passati con loro, a divertirmi, a parlare, questi giorni con Sophia, a conoscerla, a passare del tempo con lei – fece una pausa per fare un altro di quei sospironi potenti e proseguì guardando fisso negli occhi la madre che lo ascoltava con attenzione – ho capito che mi mancava qualcosa. Sì, stavo bene con loro. Sono persone fantastiche, ma qualcosa non andava.”

Karen si incupì un po': “Di cosa avevi bisogno?”

Ti prego mamma, non odiarmi.

“Di Zayn.” Liam ebbe una scarica di adrenalina nel dire quel nome. Si svuotò da tutto. Era libero dall'ansia e della pressione che lui stesso si era inflitto, ed ora non doveva far altro che sperare.

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