Un diario

Introduzione

Kevin ha nove anni, vive in una villa in un paesino vicino Londra, negli anni 50 del '900. È stato ritrovato in una viottola abbandonata di Londra, arrotolato su se stesso, ferimo e smaciullato. La famiglia Lordes lo ha accolto nella loro famiglia, una famiglia nobile che può accollarsi le spese di un nuovo membro della famiglia. Kevin soffre di sordità, ha un apparecchio, il bobby, che lo aiuta a sentire i rumori intorno a lui.

I Lordes lo tengono chiuso in una stanza, perché ritengono sia opportuno che un bambino a nove anni non debba girare in una villa di ricchi, non debba giocare nei corridoi, non debba mangiare e smollicare sui tappeti, non debba calpestare le aiuole, non debba vivere. Per questo lo tengono chiuso nella sua camera.

Le uniche due persone con cui socializza sono il maggiordomo personale, Carl, e il suo insegnante privato, Prof.e Lee.

Carl lo lascia solo durante le ore di studio, per il resto rimane sempre con lui, tranne ovviamente quando va in bagno. È pagato proprio per tenerlo sotto controllo.

Il prof.e Lee gli insegna tutte le materie, circa sei ore al giorni, divise tra mattina e pomeriggio. Ha origini italiane, ma ha studiato in Inghilterra e mastica alla perfezione l'inglese, quasi meglio dei madrelingua. Kevin con lui studia storia, geografia, inglese, latino, matematica e religione. I Lordes sono altamente cristiani, ogni Domenica scendono in paese per andare in chiesa, uno dei pochi momenti "in famiglia" in cui Kevin instaura un rapporto con i genitori adottivi.

Il rapporto con loro è sempre stato freddo e gelido, si incontrano tutti solo a cena, perché colazione Kevin la fa a letto, come anche i genitori, a pranzo Kevin sta solo con Carl mentre la madre con le sue amiche e il padre a lavoro, l'ora del thé la passa da solo con la madre, alla fine la famiglia si riunisce alla cena, ma nemmeno troppo spesso, date le cene d'affari del padre con i suoi colleghi di lavoro, in cui Kevin non è invitato.