Prologo

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Sei anni prima

-Lucrezia, perché ti ostini a non volerti truccare? Tutte le ragazze della tua età lo fanno!

Odio mia madre e il suo continuo ripetermi queste cose. Perché si ostina a non capire che io sono diversa dalle altre? Non sono la classica Barbie che si mette due chili di fondotinta in viso e appare bellissima; io preferisco presentarmi al naturale, nonostante non sia di una bellezza rara, d'altronde ho dei banalissimi occhi castani e dei capelli lunghissimi che non taglierei per nulla al mondo, perché sono la mia arma di protezione. Eh sì proprio così, forse un giorno, quando finalmente la mia vita cambierà, li taglierò.

Cambiare look rappresenterebbe una svolta radicale; sarebbe come uscire da quell'oblio da cui mi sembra di non poter più respirare, nonostante ci metta tutta la mia forza di volontà.

L'unica cosa di cui mi importa davvero è superare quel dannato test di medicina per coronare il mio sogno di diventare medico, non mi importa del resto del mondo, mi interessa soltanto raggiungere questo obiettivo.

Inoltre, sono una ragazza poco socievole con un gruppo ristretto di amici e senza uno straccio di ragazzo, dato che per me, avere una relazione a diciotto anni rappresenta una inutile distrazione dai miei doveri di studentessa modello.

Dopo il liceo vorrei fuggire dalla mia città per studiare fuori, perché ho un disperato bisogno di cambiare aria , magari andrò a Pavia, la città con il migliore dipartimento di medicina.
Stare nella mia città, per me, è come vivere in una campana di vetro , mi sento estremamente oppressa da tutto ciò che mi circonda. Riuscirò a coronare il mio sogno? Lo spero con tutto il cuore! 

I miei genitori non sono d'accordo con la mia scelta di voler cambiare città, ma ovviamente non è una novità. Per loro sono soltanto una ragazza strana rispetto alle mie coetanee. Come se non bastasse, vorrei prendermi la patente per la moto, ma loro non vogliono, perché credono che non sia capace e che mi schianterei non appena in sella. Basta, ne ho le palle piene della mia vita. Ho bisogno di qualche novità, ma a loro sembra non importare la mia sofferenza.

Questo ultimo anno del liceo lo sto vivendo malissimo, perché ogni giorno nella mia classe accadono delle ingiustizie, ovvero ragazzi che non studiano mai prendono voti più alti di quelli che studiano e questo mi causa un grosso nervosismo. Che schifo! Che odio! Ho un disperato bisogno di cambiare vita e lo farò o con le buone o con le cattive! Tra l'altro, nella mia classe, ci sono delle arpie che prenderei a pugni, poiché fanno buon viso a cattivo gioco, ma non hanno capito che con me non attacca; ancora deve nascere chi mi prende per i fondelli senza che io me ne accorga.

Non vedo l'ora che arrivi luglio, così dopo aver fatto gli esami, in primis non vedrò più quelle arpie velenose ed in seguito potrò dedicarmi esclusivamente a studiare per il test.

Sono talmente delusa da questa scuola che la mattina vorrei starmene sotto le coperte e non vorrei alzarmi per nulla al mondo e, detto da una che ha una media altissima, è tutto dire.

Il problema fondamentale è che io non mi sento mai completamente felice, mi manca sempre qualcosa, ma non riesco a capire cosa. Probabilmente la penso così perché non mi sento capita dalle persone che mi circondano e questa consapevolezza mi fa stringere il cuore, dato che personalmente mi faccio in quattro per capire gli altri, ma gli altri non si sforzano un minimo per capire me.

Certo, ho molti difetti e ne sono consapevole, ma perché, quando commetto un piccolo errore io, mi fanno sempre la paternale e quando lo commettono gli altri, non dicono niente? Questo è un mistero che penso rimarrà irrisolto.

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Spazio autrice

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