61-Ti amo Jessica

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Le note di my life is going on risuonavano nelle mie orecchie. Ethan era tornato a casa sua da poco, doveva aiutare la madre con delle commissioni. Tyler, invece, era uscito. Io ne avevo approfittato per pulire la mia stanza. Mi ero cambiata, indossando qualcosa di comodo e poi avevo iniziato a lavorare. Adesso stavo ascoltando la musica con il volume a palla, le cuffiette nere, ancheggiando i fianchi. Iniziai a ballare, amavo quella canzone. Cantai sotto voce, mentre mi muovevo a ritmo. Feci una giravolta e, quando mi girai, vidi Tyler, le braccia incrociate al petto, un sorrisetto malizioso. Levai immediatamente le cuffiete e le gettai sul letto, insieme al telefono.
<<Tyler! Non ti ho sentito arrivare>> ammisi. Il cuore stava battendo forte, rischiava di schizzarmi fuori dal petto, forse per lo spavento, ma anche per l'imbarazzo. Mi morsi il labbro, vedendo i suoi occhi fissarmi a lungo.
<<Sai Jess, dovresti pulire più spesso>> ridacchiò, lanciando anche una rapida occhiata alla scopa, che mi scivolò dalla mano e cadde a terra. Mi chinai per raccoglierla, vidi con la coda dell'occhio che si stava avvicinando. Appena mi rialzai lo trovai di fronte a me. Deglutii rumorosamente.
<<Che hai? Sei nervosa?>> la sua voce roca e sensuale mi fece salire tanti brividi lungo la collona vertebrale.
<<Cosa...? No, no, non sono nervosa>> mi affrettai a negare tutto, anche se il mio viso diventato improvvisamente pallido e gli occhi sgranati facevano capire che stavo mentendo.
<<Dalla tua espressione non si direbbe>> indicò il mio volto. Scossi la testa e lui sembrò lasciar perdere. Ci stavamo fissando, senza proferire parola. La situazione stava diventando imbarazzante. Se non avessimo interroto quel contatto visivo mi sarei fiondata sulle sue labbra, e non volevo questo. Non potevo mostrarmi così vulnerabile. Mi schiarii la voce, lui abbassò la testa.
<<Se non ti dispiace dovrei finire di pulire>> feci un piccolo passo indietro.
<<Si, mi dispiace>> disse con decisione, avanzando. Indietreggia e lui avanzò di nuovo, e continuò fin quando non mi ritrovai intappolata tra lui e la parete. La scopa cadde di nuovo, ma questa volta non mi chinai a prenderla.
<<Ethan?>> domandò, alzando un sopracciglio.
<<Lui è tornato a casa. Doveva aiutare la madre>> raccontai.
<<Uh, ma che peccato>> ironizzò
<<Non sei divertente>> ribattei alzando gli occhi al cielo <<Davvero ti sta cosi antipatico?>>
<<Si, ma non sono felice perchè se n'è andato. Sono contento perché, almeno, posso farti quello che voglio senza che nessuno ci disturbi>> sussurrò. Tratteni il respiro, incredula. Che cosa aveva appena detto? Voleva...fare sesso con me? Dovevo interpretarla in questo modo? Il cuore battè più forte di prima, deglutii di nuovo. E lui se ne accorse.
<<Hai qualcosa da dire al riguardo?>> non aspettò una mi risposta, si fiondò sulle mie labbra. Ricambiai il bacio, mi mancavano le sue labbra carnose e calde.  Posai le mani sul suo petto, strinsi in un pugno la maglia bianca, cosi aderente da farmi impazzire. Le sue mani, invece, si fecero spazio sotto la mia maglietta del pigiama. Il suo tocco, quelle mani che esploravano ogni centrimetro della mia pelle calda, fino ad arrivare al seno.
<<Tyler>> sussurrai tra un bacio e l'altro <<E se tornassero mia madre e Michael?>>
<<No, non tornano prima delle cinque>> mi informò <<Tranquilla, mi hanno chiamato poco fa>> in pochi secondi ci ritrovammo sdraiati sul letto, lui a cavalcioni su di me. Si reggeva con i gomiti. Misi la mano nei suoi capelli morbidi.
<<Tyler>> lo chiamai di nuovo, allontanandolo da me <<Sei sicuro che sia la cosa giusta?>> chiesi, non perchè non lo volessi, semplicemente perchè era un passi importante e dovevamo esserne entrambi consapevoli.
Sorrise, facendomi arrossire.
<<Si. E adesso smettila di parlare e di pensare>> così tornammo a baciarci.
Si staccò da me dopo qualche secondo  solo per fissarmi attentamente, come se volesse memorizzare ogni singolo particolare del mio volto.
Poi chinò la testa e cominciò a darmi teneri baci sul collo 
Sospirai di piacere, non avevo mai provato quella sensazione intensa. Mi infilò la lingua in bocca e io mi arresi sotto il suo tocco magico ed esperto. Percorse il mio corpo con una mano, per poi risalire nuovamente sui seni.
<<Sei così bella Jess. E la tua pelle è così invitante... mi piaci da morire>>
<<Anche tu sei bellissimo>> ammisi senza accorgermene. Quando infilai la mano nei suoi capelli, lo sentii gemere, mentre mi guardava con attenzione negli occhi. Si sfilò la maglia dal collo, gettandola a terra, ed io percorsi con le unghie alcuni tratti del suo petto. Ad interrompere quel momento magico fu il mio cellulare, che iniziò a squillare. Tyler alzò gli occhi al cielo ma lasciò che andassi a rispondere. Era mia madre.
<<Pronto?>> poggiai la schiena alla parete, Tyler era seduto con le gambe a penzoloni sul bordo del letto e osservava il mio petto nudo. Mi coprì con la sua maglia trovata a terra.
<<Si mamma tutto bene>> il ragazzo balzò dal letto e lo ritrovai vicino a me pochi attimi dopo.
<<A te invece, come va al lavoro?>> chiesi a mia madre, mentre guardavo lui con aria interrogativa. Posò la mano sulla maglietta, scansandola e facendola scivolare a terra.
<<Si, immagino che noia>> balbettai. La mano di Tyler si posò su un seno, stringendolo nel pugno. Lo allontanai, ma non si arrese e tornò a palpeggarmi. Poco dopo spostò l'attenzione sull'altro seno. Lo vidi trattenere un gemito per non farsi sentire da mia madre, proprio come stavo facendo io.
<<M-mamma>> sospirai <<Possiamo arrivare al dunque? Perché mi hai chiamata?>> lasciai andare un gemito, mia madre però non lo sentii. Tyler, nel frattempo, si piazzò davanti a me, mettendosi in ginocchio. Diede piccoli baci umidi sulla mia pancia, sull'ombellico, sui seni. Ed io stavo per svenire. Chiusi gli occhi, inarcando nuovamente la schiena. Mossi il bacino e lui mi fulminò con lo sguardo. Mi stava piacendo cosi tanto da mettermi in punta di piedi.
<<Non puoi dirmelo dopo? Quando torni a casa ne parliamo meglio>> 
<<Voglio fare sesso con te Jess>> mi sussurrò all'orecchio.
<<Dai, va bene, ti lascio riposare>> disse mia madre nell'orecchio sinistro.
<<Perché sei dannatamente bella>> un'altro suo gemito, mia madre che per fortuna aveva attaccato il telefono. Tyler posò le mani sulla mia tuta, calandola fino ai piedi. Poi si slacciò la cinta nera. 
Ero rimasta con solo le mutandine nere. Vidi il rigonfiamento dei jeans e gemetti forte.
<<Ty, ti voglio. Adesso>> mi fiondai su di lui e lo spinsi a letto, mettendomi a cavalcioni senza smettere di baciarlo.
<<Anche io ti voglio Jess. Quindi non perdiamo tempo>>
Invertì le posizioni e armeggiò con la lampo e i bottoni dei jeans, facendoli scivolare a terra. Sfregò la sua erezione su di me.
<<Tyler, perfavore>> tenne salda la presa sui miei polsi, portandoli sopra i miei capelli. Mi bació di nuovo, questa volta con più foga.
Quando entrò dentro di me sentii una scarica di brividi immensi che non avevo mai provato prima. I baci si facevano via via sempre più passionali, ardenti di passione, i nostri corpi erano come fuochi.
E quando disse di amarmi, in quel preciso istante, mi sentii davvero importante per qualcuno.
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Aprii lentamente le palpebre. Era notte fonda, il buio che riempiva l'intera stanza. Misi le pantofole e, con estrema calma, scesi le scale fino ad arrivare in cucina. Aprii il frigorifero e presi la bottiglia di acqua frizzante, riempendo metá bicchiere. Non facevo altro che pensare a me e Tyler, completamente nudi e senza vergogna. L'avevo persino sognato.
Era stata una sensazione inspiegabile, mai provata in vita mia. E poi, quando aveva esclamato di amarmi ero letteralmente impazzita. Mi sentivo ancora addosso le sue mani, quelle labbra carnose che percorrevano il mio corpo, che si concentravano soprattutto sul collo, il mio punto debole. Scossi la testa, posai il bicchiere sul lavandino e corsi fuori il balcone. Ma lui era li, a fumare una sigaretta. Pensavo avesse smesso. La luna risplendeva nel cielo, rendendo il tutto ancora più bello. Il suo profilo era illuminato proprio da quella luce.
<<Non riesci a dormire neanche tu?>> chiesi, mettendomi di fianco a lui.
<<No, non ho più sonno. Tu invece? Hai ancora in testa quel che è successo oggi pomeriggio?>> domandò con ironia, regalandomi un sorriso sincero. Iniziai a ridere, ma era una risata forzata, come per non far capire che aveva indovinato.
<<Ho indovinato percaso?>>
<<No!>> esclamai e lui mi guardò con aria interrogativa <<Volevo dire...no, non penso a ciò che è successo oggi, non penso a quanto mi sia piaciuto, a quanto vorrei rifarlo>> sorrise di nuovo ed io volevo sotterrarmi <<Ma cosa cazzo sto dicendo? Okay, lascia stare>> mossi le mani in segno di negazione.
<<Guarda che non c'è niente di male ad ammettere che ti è piaciuto>> spense la sigaretta nel portacenere <<O che vorresti rifarlo>>
<<Ma io non voglio rifarlo!>> negai subito. Lui però non ci credette.
<<Jessica, smettila di fare la bambina. Anche a me è piaciuto, soprattutto toccarti le->>
<<Okay, okay, ho capito. Non devi andare per forza nei dettagli>>
<<Lo so che ti piace sentirti dire queste cose>> si accese un'altra sigaretta.
<<Tyler ti fa male>> lo ammonii. Alzò le spalle e continuò a fumare come se nulla fosse. 
<<Vuoi?>> mi porse la sigaretta, ma rifiutai. Fissò le mie labbra, poi spostò l'attenzione sul cielo stellato.
<<Sai anche a me è piaciuto>> ammise <<e, sinceramente, vorrei rifarlo. Il prima possibile anche>>
<<Ah si?!>> lo sfidai con lo sguardo.
<<Si>> disse di nuovo.
<<Allora potremmo...>> spense la sigaretta nel posacenere, mi avvicinai a lui, toccandogli il petto <<Potremmo farlo ora>> alzai un sopracciglio.
<<Mi stai sfidando?>>
<<È solo una proposta>>
<<Mi piace quando fai queste proposte. Esce fuori la vera te>>
<<Come scusa? La vera me?>>
<<Esatto>> si avvicinò al mio orecchio <<ti piace fare la santarellina, quella che si imbarazza a ricevere complimenti riguardo il suo aspetto fisico, fai finta di sentirti fuori luogo quando un ragazzo, in questo caso io, è cosi diretto. Ma, sotto sotto, ci godi. O mi sbaglio?>> scossi la testa <<Perché a te piace sentirti bella e apprezzata, ti piace non dare retta alle regole>>
<<Solo con te>> aggiunsi, sempre sotto voce. Con una mano mi prese il mento, sollevando il mio volto, con l'altra invece mi accarezzava i capelli. Poi mi bació con passione, le nostre lingue danzavano.
<<Ti amo>> sussurrò.
Lo amavo anche io.
E glielo dissi.

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora