Apro gli occhi e quando metto a fuoco la stanza in cui mi trovo inizio ad agitarmi.
Il mio respiro diventa fin troppo veloce.
Perché ho una maschera d'ossigeno?
Cerco di toglierla ma una mano calda si posa sulla mia fermandomi.
Guardo la persona in piedi accanto al letto.
Aaron.
"Phoebe, respira piano" mi dice accarezzandomi i capelli lentamente.
Quando incontro i suoi occhi rassicuranti, come per magia riesco a calmarmi.
Il suo tocco sulla mia testa è così delicato.
Dalla porta entrano mia mamma, mio papà e un'infermiera.
"Buongiorno Phoebe" mi dice sorridendo l'infermiera togliendomi la maschera d'ossigeno.
Finalmente posso respirare da sola ma sento un leggero bruciore alla gola perciò mi porto una mano su di essa.
"Ieri sera devi aver ingerito qualcosa che ti ha provocato una forte infiammazione alla gola. Ti terremo qui per dei controlli e se andrà tutto bene verrai dimessa questa sera" mi spiega la donna in divisa.
Che bel capodanno...
*****
Guardo l'ora sul telefono che segna la 1:24 del pomeriggio e sbuffo annoiata.Sono sola nella stanza d'ospedale dato che mi hanno lasciato un po' di spazio e tutti sono tornati a casa per mangiare e riposare un po', anche se so già che i miei genitori ritorneranno subito qui dopo il pranzo.
Mi siedo sul bordo del letto e lentamente mi alzo infilando le ciabatte.
Apro un po' la porta sbirciando fuori nel corridoio.
C'è qualche paziente che passeggia quindi decido di uscire dalla stanza.
Mi incammino verso la fine del corridoio dove noto una bambina con una bandana rosa in testa che entra in una stanza.
Quando arrivo di fronte ad essa capisco che è la sala giochi per i bambini.
C'è troppo bianco per essere un posto dove i bambini dovrebbero divertirsi ed avere un po' di speranza.
Spingo la porta di vetro per entrare e tutti i piccoli sguardi innocenti dei bambini e di una donna che penso lavori qui, si spostano su di me.
"Chi sei?" domanda un bambino.
Purtroppo non posso rispondere a voce perciò mi avvicino ad una bambina che sta disegnando, mi inginocchio e delicatamente afferro un foglio e un pennarello.
Scrivo il mio nome e lo mostro a tutti loro.
"Io sono Jasmine" si presenta la donna porgendomi la mano e ricambio la stretta.
"Perché non parli?" chiede una bambina con le treccine.
"Sono malata" scrivo la mia risposta.
Il silenzio aleggia nell'aria.
"Anch'io sono malata" dice rompendo il silenzio la bambina con la bandana rosa accanto a me.
Si toglie la bandana facendo vedere la mancanza dei suoi capelli.
"Ho una malattia chiamata Cancro" dice.
Mi si blocca il respiro.
Una piccola e dolce bambina con una malattia del genere a cui non c'è cura.
Mi scende una lacrima al solo pensiero che queste malattie sottraggono la vita a dei bambini pieni di sogni.
"Perché piangi?" domanda la bambina.
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Una voce nel silenzio {#Wattys2019}
Storie d'amorePhoebe Hill è una ragazza chiusa in se stessa che a causa del suo problema alla voce fin da piccola ha subito tanti trasferimenti, ma ora è determinata a diplomarsi all'Università di San Francisco e lì conoscerà Aaron Collins, un ragazzo altruista c...