Senza Ali

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SENZA ALI

Dimmi dimmi se si può
dare spazio all'amarezza
dare spazio all'incertezza
dimmi dimmi se si può

È questo che si prova, nel limbo? Nella fase di dubbio, di stallo che non sai nemmeno se e quando finirà? Perché è solo così che riesco a descrivere lo stato in cui mi sento. Inquieta, incerta, non so mai qual è il passo giusto da fare. Sembra talmente ironico, proprio io che ho sempre tutto sotto controllo adesso non so come comportarmi.
Non avrei mai creduto che l'amore potesse farmi sentire così. Scombussolata. Persa. Paralizzata.
Non avevo mai avuto dubbi sulla mia storia con Giovanni, ero convinta che mi sarei ritrovata a invecchiare con lui, un giorno, a ricordare il tempo passato insieme. Nessuno avrebbe potuto preparami al suo cambio di rotta e la volontà di diventare sacerdote. Se ci penso adesso, quasi mi vien da ridere perché quella sera mi aspettavo in effetti una proposta di matrimonio, o comunque qualsiasi cosa ma non la possibilità di poterlo trovare dall'altra parte dell'altare a celebrare le nozze. Con l'accusa di non aver capito il suo stato d'animo e aver minimizzato le cose, per giunta.
È stato un duro colpo, ma forse è stato peggio ammettere che in realtà le cose non andavano poi così bene tra noi da più tempo di quanto non volessi ammettere. Quel muro di certezze aveva iniziato a sgretolarsi molto prima, solo nessuno dei due aveva avuto abbastanza coraggio da accettarlo e fare qualcosa, che fosse distruggerlo definitivamente o raccattare i pezzi e trovare un modo per rimetterli insieme. Anche se sarebbe crollato comunque, alla fine. Solo adesso lo capisco con chiarezza.
Non per questo ha fatto meno male, e avevo giurato a me stessa in quell'occasione che non avrei permesso al mio cuore di innamorarsi di nuovo, non tanto presto. Avevo bisogno di tempo per leccare le ferite e poter andare avanti.
Peccato che l'essere umano è debole e finisce per inciampare sempre negli stessi errori, perché di nuovo ho pensato di poter far prevalere la logica e la ragione e applicarle a forza sui sentimenti, senza constatare che questi sono come acqua: semplicemente non li puoi bloccare, chiudere, arginare a piacimento, funziona solo per un po' perché quando poi la massa è troppa, spinge e finisce per sommergere tutto quello che ha intorno, senza preavviso.
Il cuore non chiede, l'amore non domanda. Quando ti accorgi della sua esistenza, è già troppo tardi per poter tornare indietro o fare qualcosa. Puoi limitarne l'effetto, ma per poco e con risultati dubbi.
Ed è esattamente quello che è successo a me.

Non volevo innamorarmi di nuovo, non così in fretta. Volevo prendermi del tempo, riflettere, ragionare... accettare la fine della mia storia, non dare inizio ad un'altra.
Non so nemmeno dire quando mi sono innamorata di Marco, so solo che a un certo punto non ho potuto far altro che constatare come il mio cuore accelerasse i suoi battiti a un suo sorriso, o a come le mie guance si tingessero di rosso ai suoi sguardi. Forse sono state le sue parole a conquistarmi, dolci e meravigliose e ogni qual volta ne avessi bisogno.
È bastato un bacio innocente dato 'per la scena' a mandarmi in tilt e aprirmi gli occhi, quello che lui mi aveva dato quasi per gioco, appena uno sfiorarsi di labbra che mi aveva fermato il cuore. Non avevo mai provato niente del genere nemmeno con il bacio più appassionato che avevo ricevuto fino a quel momento. Mi ci erano voluti diversi secondi per riprendermi, ma so che il mio rossore non era passato inosservato.
Avevo sì e no elaborato il groviglio di sentimenti che erano germogliati in me quando me lo son ritrovato sulla soglia di casa, ed erano bastati pochi attimi perché l'aria diventasse di colpo carica. Ricordo perfettamente il calore delle sue dita sulla mia guancia e il suo sguardo incatenato al mio... ma niente di quello che è successo prima è paragonabile a quel bacio che ci siamo scambiati dopo.
Se ci penso, adesso, mi viene solo da urlare.
Non tanto per la sua fuga o per il mio definirlo un errore, ma perché entrambi sapevamo benissimo che non era stata la debolezza di un momento a portarci a quel punto.
Era stata la paura di ammettere che contro tutte le aspettative, contro ogni previsione, nonostante le storie difficili che ci eravamo lasciati da poco alle spalle, ci stavamo innamorando.
Non si trattava nemmeno di semplice attrazione, no, era già qualcosa di molto più profondo.
E se da un lato l'idea mi terrorizzava, dall'altra mi sembrava assolutamente naturale. Come se fosse già scritto, previsto nel nostro destino.
Ora di quel bacio mi resta solo l'amarezza, un sapore che mai avrei immaginato di associare a un momento tanto dolce.

Dimmi dimmi se si può
continuare ad ignorarsi
a difendersi e ferirsi
dimmi dimmi se si può

La cosa che più mi fa disperare è che non è poi solo colpa mia. Se così fosse stato, avrei anche potuto trovare un modo per risolvere le cose... e l'avevo trovato, forse, con un piccolo aiuto.
Non lo so cos'è successo. Per quanto ci provi non trovo una ragione valida, e chiederla a Marco in questo momento è fuori discussione. Non voglio peggiorare le cose.
Anche se è difficile ignorarsi. Fingere che non ci sia stato niente.
Perché qualsiasi cosa sia successa quella sera a casa sua, per me ha avuto conseguenze disastrose.
Perché quando avevo accettato di confessargli ciò che provo per lui, mia sorella me l'ha portato via. Come sempre. Solo che stavolta ha fatto molto più male, perché non è una cotta, la mia.
E la cosa che mi fa rabbia è che anche per Marco è così.
Lo so che prova qualcosa per me, non ho più dubbi ormai, non dopo il drive-in.
Non dopo che siamo stati a un passo dal baciarci di nuovo.
Mi sento uno schifo per questo, perché baciare Marco in quel momento avrebbe significato tradire mia sorella. Lui ha vissuto sulla sua pelle il dolore di un tradimento, ma a questo punto mi sembra chiaro che nemmeno lui in quegli attimi ci ha minimamente pensato. Esistevamo solo noi due, e quella forza che continuava a trascinarci l'uno verso l'altra. Mia sorella non esisteva. La loro storia era solo un brutto sogno. Lui era lì, che si avvicinava a me... e io lo volevo con tutta me stessa e non lo avrei fermato.
Lo squillo del suo cellulare è stato un brusco risveglio che ci ha riportati alla realtà.
La sua indifferenza, il giorno dopo, anche se so che era esattamente ciò che mi aspettava, non ha fatto altro che mettere ancora più in evidenza questo stupido, disperato bisogno che ho di lui.

Aiutami adesso che conosco la realtà
a credere nel tempo che verrà
aiutami a sperare che l'amore basterà
Voglio parlare con te del tempo che passa
devi insegnarmi a volare senza ali
E se davvero mi ami io ti vengo a cercare
Voglio imparare a volare come fai tu

Forse devo solo aspettare. Adesso che ho la certezza che in fondo prova qualcosa per me, forse devo sperare che il tempo aggiusti le cose. Che se lo amo abbastanza, sarà il destino a fare il suo corso e far sì che tutto vada come dovrebbe. O forse... come vorrei.
Mi sento una sciocca a starmene qui a piangere per una cosa che magari sto solo immaginando, a struggermi nei ricordi di quei momenti passati insieme a parlare di tutto e niente, momenti che forse hanno valore solo per me.
Mi mancano, le serate passate a chiacchierare, ad ascoltare le sue battute stupide, mi mancano perfino le sue prese in giro... Odio questa distanza tra noi. Non è mai stato così, nemmeno il giorno in cui ci siamo conosciuti si è trattenuto dallo sfottermi per il puro gusto di farlo. Mi manca perfino prendermela ogni volta che si metteva a spostare tutti gli oggetti sulla mia scrivania. Mi mancano le lezioni di cucina, il suo modo di spiegare a mo' di professore che mi piaceva da matti, mi manca... tutto.
Mi mancano le nostre conversazioni profonde, la facilità con cui riuscivamo a parlare anche delle questioni più private, e tracce di segreti inconfessabili buttati a caso tra le parole con la certezza di poterli confidare senza il terrore di essere traditi o giudicati.
Mi manca Marco, il mio Marco, e per quanto ci provi non riesco a farmene una ragione.

Dimmi dimmi se si può
continuare ad evitarsi
perdersi e dimenticarsi
dimmi dimmi se si può

Ormai è diventato difficile perfino lavorare insieme. Cerchiamo di evitarci anche se è pressoché impossibile per noi farlo, e perfino salutarsi la mattina o la sera prima di andar via diventa fonte di imbarazzo. Prima quel 'ci vediamo domani' nascondeva sempre qualcosa in più, come un desiderio, un bisogno. Adesso per quanto mi riguarda sembra solo una condanna, una sorta di spada di Damocle che incombe ogni giorno sul mio capo. Un giorno in più significa più tempo passato con mia sorella e meno con me.
Ho paura che si dimentichi quello che c'è stato tra noi, quello che abbiamo condiviso, che dimentichi me.
Non voglio che condivida con lei quello che ha confessato a me, non voglio che anche lei sappia il motivo del suo matrimonio mancato, del dolore che si porta dietro, del sogno da bambino di diventare attore... non voglio. Voglio che restino momenti solo nostri, anche se è egoistico pensare che possa essere così, se la storia tra loro andrà avanti.

Aiutami adesso che conosco la realtà
a credere che il mondo non cadrà
Aiutami a sperare che l'amore basterà
ascoltami, proteggimi
Voglio parlare con te del tempo che passa
devi insegnarmi a volare senza ali

Questa incertezza mi fa sentire come se mi mancasse il terreno sotto i piedi, come se camminassi costantemente sull'orlo di un precipizio con la consapevolezza che basterebbe un soffio di vento a buttarmi giù senza possibilità di scampo.
Non so se sono in grado di resistere. Non so cosa farò... ma non c'è solo il mio bene in gioco.
Chiara mi ha confessato che stavolta è diverso, che Marco è diverso dagli altri. Non so come sono riuscita a trattenermi dal dirle che io lo so perfino meglio di lei, perché io lo conosco davvero. Conosco cose che a lei sono ancora ignote, e non mi importa di essere egoista nel gioire per questo.
Anche se è lei che sta insieme a lui, ci sono parti di Marco che sono soltanto mie. Ci sono momenti che niente potrà cancellare, né mutare. Li abbiamo vissuti insieme, e niente di ciò che succederà può cambiarlo.
Nemmeno il ritorno di Giovanni.
Sì, ha lasciato il seminario, e ho l'impressione di sapere il perché, ma questa consapevolezza non cambia lo stato delle cose.
Solo che in un modo o nell'altro, ho bisogno di riprendere in mano la mia vita.

E se davvero mi ami tu ridammi il mio cuore
Voglio imparare a volare come fai tu
senza ali

Dicono che amare significhi anche lasciare l'altro libero, ed è quello che io sto cercando di fare.
Forse col tempo io mi dimenticherò di lui e lui di me, imparerà ad amare mia sorella e quello che c'è stato tra noi sarà solo un ricordo sbiadito chiuso da qualche parte nella memoria. Sarò solo un frammento, una parentesi, o forse non sarò niente.
Troverò il modo di riprendermi il mio cuore, anche se non so come.
Non mi ero nemmeno resa conto di averglielo donato, adesso non so come riprendermelo.
Sarà che non lo rivoglio davvero indietro.
Sarà che in fondo ci spero ancora, o forse semplicemente un dono lo si fa e basta, senza chiedere nulla in cambio, anche se ti stai privando di ciò che ti fa vivere.
Questo cambio di rotta imprevisto mi ha colto alla sprovvista così come il viaggio intrapreso senza averlo programmato, e la virata mi ha tarpato le ali.
Ma devo farmi forza, anche se fa male. Ho bisogno di riprendere quota.

Forse un giorno troverò il modo di tornare a volare... anche senza ali.


***

Eccomi qui! Stavolta ho voluto scrivere quelli che secondo me sono stati i pensieri di Anna quando ha ripensato alla sua storia non storia con Marco e ha deciso di rinunciare a lui per la felicità di sua sorella. Diciamo che arriviamo più o meno alla fine dell'episodio "Premonizioni".
Spero vi sia piaciuta! A presto,

Doux Ange

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