Lucrezia
Sento il suono martellante della sveglia che mi avvisa che è ora di alzarsi. Uffa! L'ho puntata alle 6:30 per essere puntuale. Se dovessi trovare traffico, sarebbe la fine; farei la figura della ritardataria seriale che arriva in ritardo il primo giorno di lavoro e non mi va sinceramente.
Controvoglia, mi alzo dal letto, faccio la doccia e subito dopo mi precipito davanti all'armadio.
Come mi devo vestire? Sportiva o elegante?
Opto per una via di mezzo, indosso dei jeans Levi's a zampa, una camicia Ralph Lauren azzurra e delle zeppe per evitare di sembrare una nana, data la mia scarsa altezza. Subito dopo mi preparo la ventiquattrore e mi precipito in cucina, dove trovo tutta la mia famiglia.Appena i miei genitori mi vedono, smettono di parlare tra di loro e mi invitano a sedermi per fare colazione e controvoglia lo faccio, so già cosa mi aspetta.
<< Allora Lucrezia come ti senti?>> inizia mio padre, scrutandomi attentamente.
<< Sei in ansia?>> mi chiede mia madre.
<<Sono in ansia, ma credo di potermela cavare>>
<<Brava la mia bambina!>> esclama mia madre. <<Il nostro orgoglio!>> la segue mio padre.
<< Mamma, papà, grazie per i complimenti, ma adesso devo proprio scappare!>>
Nel frattempo, mia sorella sghignazza, lei sì che ha capito il perché voglio andare via.
Odio i complimenti, mi fanno sentire a disagio.
<< In bocca al lupo sister>> pronuncia mandandomi un bacio.
<< Crepi il lupo>> le rispondo incrociando le dita.Detto ciò, esco dal nostro appartamento e raggiungo il parcheggio per prendere la mia Fiat 500. Eh sì, oggi niente moto, nonostante un po' di adrenalina è ciò che mi servirebbe. Appena salgo in macchina, il mio cellulare inizia a squillare. Sul display leggo il nome di Lele, quindi rispondo.
<< Allora sei pronta?>> mi chiede entusiasta.
<< Credo di sì >> gli rispondo poco convinta.
<< Lucrezia, devi essere sicura, non voglio incertezze>> mi sprona.È sempre stato lui il più sicuro tra noi, quello che è sempre positivo è che cerca di supportarmi e sopportarmi.
<< Sono super carica, ti basta?>>
<< Immagino >> e lo sento ridere.
<< Piuttosto tu?>> gli domando.
<<Lo sai che io non sono mai in ansia e poi ammalierò tutti con le mie acquamarine>> si fa ego.
Sa di avere degli occhi azzurri bellissimi e se ne vanta.
<< Beato te! Io non ho neanche quest'arma>>
<< Però sei bella>>
<< Non è vero!>>
<< Non replico, perché so che sarebbe inutile, data la tua testardaggine >>Ha proprio ragione, a volte la mia testardaggine supera ogni limite, ma è anche quella che mi porta ad avere sicurezza e a raggiungere gli obiettivi che mi prefisso.
<<Bravo, adesso ti lascio che sono già le 7:20>>
<< Ciao Lucri>> mi saluta e riattacca.Inserisco la chiave nel nottolino e parto per questa nuova avventura.
Alle otto meno venti varco il cancello della clinica.
Il parcheggio è stracolmo di auto costose, scommetto che l'unica auto Fiat sia la mia, me ne farò una ragione. Uffa, non c'è neanche un posto libero e adesso come faccio? Non posso mettermi a girare come una trottola e rischiare di arrivare in ritardo. Continuo a girare per dieci minuti e finalmente trovo un posto libero vicino al cancello molto distante dall'ingresso della struttura, pazienza! Con tutti i soldi che hanno i proprietari, perché non fanno un parcheggio riservato esclusivamente al personale?
Finalmente raggiungo l'ingresso della clinica e mi trovo disorientata, non so dove andare. Dove sarà mai il reparto di ginecologia? Perché non c'è nessuno alla reception in questo momento? La disorganizzazione di questo posto inizia a non piacermi. Io, miss precisione, mi ritrovo in un posto senza organizzazione? Dopo un po' di attesa, finalmente vedo un'infermiera uscire da un portellone, la raggiungo e le chiedo informazioni sul mio reparto. Deve aver capito chi sono, infatti mi chiede: << Sei la specializzanda in ginecologia?>> , ma io dico se nemmeno mi conosce perché mi da' del tu? È vero che sono una specializzanda, ma sono pur sempre una sua superiore. Decido di passarci su e annuisco. Mi riferisce che un certo dottor Fabio Alberti mi sta aspettando al reparto di neonatologia sito al terzo piano, la ringrazio e salgo le scale, perché se dovesse bloccarsi l'ascensore, sarebbe la mia fine a causa della mia claustrofobia.
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Più forte del dolore
Chick-LitQuando Lucrezia, giovane neolaureata in medicina, vince la borsa di studio per la specializzazione in ginecologia, non si aspetta mica di essere mandata in una clinica privata, ma in una struttura pubblica come tutti i suoi colleghi. Peccato che, c...