Un regalo particolare

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-Non ho capito perché dobbiamo partire proprio prima di Natale!

Lily Evans faceva fatica a respirare. Correvano ormai da qualche minuto, per cercare di arrivare in tempo al treno.

-Andiamo, su, svelta! Se non avessi perso tutto quel tempo a scegliere i libri da portarti, non saremmo in ritardo!

-Sei insopportabile! Hai passato mezz'ora davanti allo specchio a rimirarti i capelli e ora dai la colpa a me?

-Ma come è possibile che tu abbia ancora il fiato di parlare? Saccente e petulante!

-Silencio!– gridò lei, con l'ultimo fiato che le restava.

Bello avere l'ultima parola.

Arrivarono al binario sudati, nonostante il freddo pungente dell'inverno inglese. James Potter si sporse verso la sua compagna, allungando la mano, la voce ancora bloccata dall'incantesimo. Le tolse di mano la valigia e la lanciò nella porta aperta del vagone, le agganciò poi il polso, per trascinarsela dietro senza troppe cerimonie. Ansanti, si fermarono per un momento nello spazio tra le carrozze, con la mano premuta sul fianco e il fiato mozzo.

-Mi hai distrutto un polso, accidenti a te!– Lily lo guardò, con gli occhi ridotti a due fessure. -Potresti almeno chiedere scusa!

James Potter la guardò, spalancando gli occhi e inarcando le sopracciglia fin dove possibile, per comunicarle tutta la sua incredulità, quindi indicò la bocca con un sorriso sardonico.

-Ops, scusa!– ridacchiò lei, annullando l'incantesimo.

James Potter scosse il capo e ridacchiò.

-Forse in punto di morte non litigheremo. Però, per favore, la prossima volta che dobbiamo correre, rimandiamo a quando avremo più fiato. Dai, andiamo!

Lily era curiosa. Era il primo Natale che non trascorreva al castello e non aveva la minima idea di come l'avrebbero passato: non era proprio da James Potter proporre un Natale babbano, lontano dalla sua famiglia e soprattutto lontano dai suoi amici. Scosse il capo, immersa nei suoi pensieri. Erano in un treno babbano di una linea secondaria, non un comodo treno magico. Era vecchio, dalla tappezzeria malandata e maleodorante. Le porte a soffietto tra le carrozze si aprivano con uno sbuffo sonoro. Lo sferragliare sui binari era rumoroso e i sedili sussultavano di continuo. Trovarono due posti liberi. Le prese di nuovo la valigia, questa volta con più gentilezza e la lanciò sul portabagagli. Tolse il giaccone babbano che si era messo e lo ripiegò con cura, poi lo mise accanto alle valigie, senza riuscire a nascondere una smorfia leggermente disgustata, per la nuvola di polvere che si era alzata dalla tappezzeria. Lily rise, nascondendosi dietro la mano.

-Saranno poche fermate.

Chissà se capiva quanto era frustrante per lei non avere il controllo della situazione.

-Dove andiamo?

Glielo aveva chiesto già una quarantina di volte negli ultimi tre giorni. Si aspettava il solito sorriso ammiccante; invece la risposta arrivò, con tono sereno.

-Heathrow.

-Heathrow?

-Sì, certo. Prenderemo un volo da lì!

-Potter, già mi andava piuttosto stretta una gita come regalo di Natale, non puoi mica offrirmi anche un viaggio in aereo!

-Evans, come ti ho già ricordato, ho dovuto restituire ai negozi, ogni singolo Natale, il regalo che ti avevo preso. Quindi, calcolando che sono sette anni che andiamo a scuola insieme, quasi quasi risparmio regalandoti questo viaggio! E poi i soldi non sono un problema!

-Non dovresti vantartene!

-Non mi sto vantando! Accidenti, Evans, non ti puoi rilassare e basta? Se un regalo simile te l'avesse fatto una qualunque delle tue amiche, non avresti protestato tanto, ammettilo! È solo perché sono un ragazzo. Hai dei pregiudizi, Evans? Mi meraviglio di te, pensavo tu fossi per la parità di genere!

Gli occhi verdi di Lily erano sgranati dalla sorpresa e dall'indignazione. Stava già per ribattere vivacemente, quando si accorse che il ragazzo tratteneva a stento un sorriso.

-Ti farò pentire di questo invito, è una promessa. Rimpiangerai di non aver invitato il tuo peggior nemico.

Il treno stava rallentando: erano giunti a Londra. 

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