Scatole in un armadio

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Si era svegliato quella mattina avvolto da un calore cosi familiare che tutto quello che aveva voglia di fare era restare li per altre due ore almeno, mentre le braccia di Isco lo stringevano e sentiva il suo respiro scompigliargli appena i capelli mentre il battito del cuore del maggiore lo cullava lentamente.

Era una specie di sogno riuscire a svegliarsi la mattina ed avere il maggiore accanto, non che non lo cercasse, anzi. Erano mesi che si rincorrevano e poco più di qualche settimana che tutto sembrava concretizzarsi davvero quando erano insieme.
Non credeva sarebbe mai stato possibile arrivare a quel punto, non lo aveva creduto dal primo momento in cui si era ritrovato completamente perso nel sorriso di Isco nel suo modo fisico di essergli vicino ad ogni allenamento o cena di squadra.

Ed era strano pensare come quella cosa fosse nata tra loro, come quel rapporto si fosse creato praticamente in zero tempo e il più grande avesse iniziato a prendersi cura di lui.
Era uno dei pochi a cui si era soffermato a raccontare la sua storia, non quella dei giornali ma quello che era stato per lui vivere tutto quanto e si era ritrovato ascoltato, forse era nato tutto da lì. Quel legame che non sapeva spiegarsi del tutto.
E aveva provato ad essergli amico, lo aveva fatto perché i suoi compagni gli avevano detto che dopo Alvaro, Isco non si legava a nessuno se non per poco tempo, un qualcosa di passeggiero e frivolo, avventure di una notte che lui non era disposto ad avere.
Però nelle settimane passate sembrava essere cambiato qualcosa e Marco si era ritrovato a sperarci, sperare che magari Isco volesse aprirsi un pochino di più, che tutto quell'affetto che gli mostrava in pubblico potesse diventare anche qualcosa di solo loro.

Quando si erano ritrovati poi da soli nello spogliatoio una sera come le altre a scherzare e ridere insieme gli era sembrato quasi troppo bello per essere vero, poi quella stessa sera erano sul divano del suo appartamento a vedere un film in tv, o almeno era partito tutto in quel modo.
Non credeva neanche di essersi fermato a chiedere che film fosse, era stato l'altro a scegliere per entrambi, e poi le labbra di Isco erano sulle sue a cancellare tutto il resto e le sue mani gli si infilavano avide sotto la maglia cercando di rimuoverla cosi da aver più libertà.

Ricordava ogni dettaglio di quella notte come se non fosse accaduto quasi un mese prima, ogni piccolo gemito o bacio che si erano scambiati e ricordava anche di essersi svegliato da solo la mattina dopo con la sensazione di essere solo uno dei tanti che gli si faceva spazio dentro come un uragano senza possibilità di replica.
Marco non avrebbe mai ammesso di essere innamorato di Isco, non lo avrebbe mai fatto perché in realtà non sapeva cosa si dovesse provare per essere innamorati di qualcuno, o meglio, credeva di saperlo solo che dopo quella notte tra loro le cose sembravano essere normali, come se non fosse stato importate e questo non faceva che rendere ancora più reale la sensazione di abbandono che si stava portando dietro.

Sergio gli era stato vicino in quel periodo senza neanche chiedergli spiegazioni come se sentisse che qualcosa non andava. Ogni scusa era buona per stargli vicino e farlo ridere o semplicemente prenderlo in giro in modo quanto meno assurdi.
Cristiano sembrava della stessa idea e spesso si era ritrovato a ridere fino alle lacrime durante le partitelle o semplicemente trascinato in centro a Madrid per una birra.
La vicinanza del difensore però sembrava aver fatto anche scattare qualcosa in Isco che si era fatto di nuovo più presente e possessivo nei suoi confronti.
Da quel momento tra loro c'erano stati baci e sesso, decisamente tanto sesso e anche uscite tranquille con amici e senza, non si era neanche soffermato a chiedersi cosa fosse cambiato non aveva il coraggio di farlo e la paura di essere respinto ancora una volta era stata più forte.

Non che avessero mai deciso di parlarne in realtà, Isco non affrontava mai quel discorso e la loro piccola quotidianità era qualcosa a cui ormai si stava abituando.
E Marco ancora una volta ci aveva sperato, per questo era lì a godersi la sensazione di Isco attorno, ancora indolenzito dalle attività della sera prima.
Poi all'improvviso era arrivata la consapevolezza di dove si trovasse e il ricordo della parole che aveva pronunciato la sera prima.
Erano a casa di Isco e la regola era che non poteva dormire lì, non era mai stata espressa ad alta voce ma non serviva che il maggiore lo facesse dato che suo figlio era lì durante la mattinata e chiaramente Marco non era qualcuno che suo padre voleva introdurgli come più importante di un amico.

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